“Ricordi e testimonianze: il Grande Oriente d’Italia si racconta” è il tema della mostra allestita al Vascello, sede nazionale del Grande Oriente d’Italia, per le celebrazioni del XX Settembre e dei settant’anni della Repubblica Italiana che ricorrono quest’anno. In esposizione una selezione di documenti provenienti dall’archivio storico del Grande Oriente.
Il materiale documentario, per lo più oggetto di altre mostre allestite dal Servizio Biblioteca, illustra uno spaccato di storia dell’istituzione massonica attraverso le testimonianze di alcuni suoi protagonisti, a partire da Ernesto Nathan ed Ettore Ferrari, i Gran Maestri ai quali si deve prima l’affitto, nel 1901, e poi l’acquisto, nel 1911, di Palazzo Giustiniani poi confiscato con la forza dal governo fascista nel 1926. L’atto formale è del 4 marzo 1926 con la notifica a Ettore Ferrari da parte del Ministero della Pubblica Istruzione. Il documento trova spazio in una delle due vetrine allestite, insieme a una lettera autografa di Nathan, al decreto che accorda a quest’ultimo la “naturalità” italiana (e cioè la cittadinanza), al testamento massonico di Ettore Ferrari e al testamento massonico dello scultore Giuseppe Guastalla, allievo dello stesso Ferrari e dirigente del Grande Oriente d’Italia. Guastalla ebbe un ruolo importante nella ricostruzione della Massoneria dopo la caduta del fascismo.
Una vetrina è interamente dedicata ad alcuni esuli massoni che riorganizzarono il cosiddetto ‘Grande Oriente d’Italia’ in esilio durante la dittatura mussoliniana: tra questi spiccano Alessandro Tedeschi e Giuseppe Leti, rispettivamente Gran Maestro del Grande Oriente in esilio e Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato. In queste vesti, entrambi firmarono la lettera di congratulazioni, del 19 settembre 1937, al Gran Maestro della Gran Loggia Nazionale d’Egitto per l’iniziazione di sua maestà re Farouk I. In esposizione anche un raro diploma del 30 aprile 1938 rilasciato da Alessandro Tedeschi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia in esilio, a un esponente della Loggia Eugenio Chiesa di Parigi. Di Giuseppe Leti invece sono visibili il testamento massonico, datato 18 maggio 1897, una lettera del 27 novembre 1934 indirizzata al Fratello Francesco Fausto Nitti che reca la proposta di assumere la carica di Maestro Venerabile della “nuova” Loggia Amendola di Parigi. Dello stesso Nitti è in mostra un frammento della tessera di appartenenza alla Loggia Italia (450) di Parigi e la foto segnaletica della polizia fascista che lo ritrae con Emilio Lussu e Carlo Alberto Rosselli, confinati politici e evasi dalla colonia di Lipari.
Con riferimento ancora a Giuseppe Leti si evidenzia la lettera del 10 marzo 1937, indirizzata all’amico e Fratello Bellini e con la quale smentiva di suo pugno i finanziamenti della massoneria al fascismo. Si legge nel documento esposto: “la pretesa erogazione di milioni della Massoneria (che, fra l’altro, questa non ha mai posseduti) al fascismo è una favola… messa in giro da un ex fratello e gran fascista milanese, a cui molti hanno creduto. E purtroppo l’accreditò, con un suo opuscolo polemico, il nostro Chiesa ( allora massone… alla lontana), non ancora riattivatosi e men che meno a quel tempo Gran Maestro, il quale credendo di offendere il fascismo colla prova della sua ingratitudine…, gli volle gittare sul muso i milioni che in buona fede credeva datigli da Torrigiani, che non li chiede, e che non poteva darli anche perché…non esistevano”.
Arricchiscono la vetrina dedicata agli esuli massoni alcune foto dei dirigenti del Grande Oriente d’Italia in esilio, la targa bronzea proveniente dal cimitero parigino di Père Lachaise che sigillava il loculo dove erano conservate le ceneri di Leti – che il nipote ha di recente donato agli Archivi del Grande Oriente d’Italia – e i due volumi dello storico Santi Fedele, Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia, su “Alessandro Tedeschi Gran Maestro dell’esilio” e su “La massoneria italiana nell’esilio e nella clandestinità. 1927-1939”.
nell’immagine che appare nell’articolo si vede un Fratello all’Oriente che porta la fascia in modo diverso da tutti gli altri, potete gentilmente spiegarmi il perché. Grazie
Buongiorno, potrà rivolgersi al nostro Servizio Biblioteca. Per i recapiti potrà consultare la pagina dei contatti. Ringraziamo per l’attenzione.
Perchè non farne un libro? Sarebbe un documento storico molto importante.