Stiamo vivendo una fase delicata della storia dell’umanità, contrassegnata sempre più da profondi cambiamenti a tutti i livelli. La pandemia, la crisi energetica, i mutamenti climatici, le conseguenze della guerra fra Russia e Ucraina, e la rivoluzione digitale hanno prodotto e continueranno a esercitare in futuro scenari e condizioni che muteranno il nostro modo di vita quotidiano e influenzeranno anche in maniera significativa il mondo del lavoro e l’attività produttiva affidata ora alla persona. In particolare il ricorso alla cosiddetta Intelligenza Artificiale è destinato ad aumentare in modo esponenziale in un futuro prossimo modificando il concetto stesso di tanti lavori che saranno affidati a macchine pensanti, a robot in grado di sostituire l’uomo e di interagire sotto il suo controllo.
Da quando il geniale matematico inglese Alan Turing nel 1950 creò la sua “macchina” di calcolo logico, in pratica il primo computer, aprendo la strada a tutto quello che vediamo oggi, il progresso è stato costante come la domanda “ma le macchine possono pensare?” che Turing si pose allora e che continua far riflet-tere e discutere.
L’Intelligenza Artificiale sarà motivo di benessere ed ulteriore sviluppo della no-stra prosperità oppure potrà, se non usata in modo equilibrato, generare ulteriori conflitti occupazionali? È questo l’interrogativo e al tempo stesso anche la sfida più importante che ci attende e che sottoponiamo all’attenzione di tutti in questa ricorrenza del XX settembre, data epica per questa nostra amata nazione. Con una rassicurante certezza: nessuna macchina, per quanto sofisticata, potrà sosti-tuire il cervello umano, il pensiero e la coscienza della persona. Nessun robot può fare domande. Nessun robot verserà mai una lacrima.
Viva la Libertà
Viva la Laicità
Viva il Grande Oriente d’Italia Il Gran Maestro
Stefano Bisi