Il patriota diviso tra la politica e il suo “convento”/La Nazione

A Follonica, nel 1872, Guerrazzi sposò Adele la figlia del triunviro pratese Giuseppa Mazzoni che resse le sorti toscane insieme a Giuseppe Montanelli e a Francesco Domenico Guerrazzi nel governo provvisorio del 1849. Ettore Socci, giornalista e patriota, definì la casa di Guerrazzi a Follonica “Il Convento” in quanto era dedicata “alla religione laica della libertà”. Qui, come recita una lapide alcuni amici dediti a quel culto “trovarono alcuni istanti di requie”.

Tra essi: Felice Cavallotti, Nicola Fabrizi, Benedetto Cairoli, Agostino Bertani, Giuseppe Mazzoni, Francesco Domenico Guerrazzi, Luigi Castellazzo e Antonio Fratti. Nel 1888 si presentò come candidato al Parlamento nella circoscrizione di Vaiano in provincia di Prato e qui viene ricordato in una lapide che recita: “Niccola Guerrazzi/da Palaia in Toscana/finchè l’Italia fu schiava/cospirò soffi combattè/esule prigioniero perseguitato/emissario di Mazzini capitano sotto Garibaldi/l’Italia redenta/visse lavorando educando/amico ai grandi compagno agli umili/i suoi risparmi profuse nel bene/e morì povero/nello storico suo romitaggio in Follonica di Maremma/il 10 luglio 1912/vecchio d’anni giovane d’idee/La Società di Mutuo Soccorso in Vaiano/al suo presidente onorario/il 31 agosto 1913″.

Ad annunciare la notizia della sua dipartita ci pensò “Il Ponte di Pisa”: “Mercoledì scorso si spense a Follonica Nicola Guerrazzi patriotta repubblicano, e fervente garibaldino. La salma fu trasportata al Cimitero di Pisa venerdì sera con grande corteo di associazioni e di rappresentanze con bandiere, e fu sabato mattina cremata. Il Guerrazzi aveva fatto dono al Museo di Pisa della vettura che era servita al Garibaldi per la campagna del ’66”. Esponente della Massoneria, gli è stata intolata la loggia di Massa Marittima fondata nel 1967. Per studiare questa figura occorre andare a Grosseto alla Biblioteca Chelliana dove le sue carte sono conservate oppure leggere il libro di Luca Tognaccini, “La splendida storia di Follonica”. Michele Quirici

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