Incontro interessante il 12 novembre a Casa Nathan, il Centro Polifunzionale del Grande Oriente d’Italia nella capitale, che è stato dedicato a Pitagora dalla loggia romana che porta il suo nome. “Il ritorno di Pitagora” è il titolo del convegno che è stato rivolto, in particolare, alle logge del Grande Oriente intitolate al filosofo di Samo, e che ha esaminato vari ambiti del pitagorismo nel pensiero, nell’arte, nell’architettura e nella musica anche in periodi più recenti.
Renato Santoro, maestro venerabile della Loggia Pitagora (178) di Roma ha introdotto i lavori illustrando – con l’ausilio di audiovisivi – la cosiddetta Basilica neo-pitagorica di Porta Maggiore, riconducibile ai primi decenni del I secolo d.C., e situata al di sotto di sette metri dal livello dell’attuale via Prenestina romana. Ha fatto seguito l’intervento di Giandomenico Casalino – autore leccese di importanti testi di argomento esoterico come Il nome segreto di Roma, Essenza della romanità, La spiritualità di Roma – che ha interessato i rapporti tra Julius Evola e il pitagorismo in riferimento all’introduzione e al commento all’edizione dei Versi Aurei di Pitagora pubblicata da Atanor negli anni Cinquanta. La parola è poi passata a Roberto Quarta, autore delle opere Roma segreta e Roma massonica, edite da Mediterranee, per un excursus del sodalizio culturale fra Papini e il pitagorico Arturo Reghini, con una panoramica sulla Roma esoterica fra le due guerre. È seguita quindi la lettura, da parte di Nicola Santoliquido, già venerabile della “Pitagora” capitolina, del racconto di Giovanni Papini Il ritorno di Pitagora tratto dalla raccolta del suo romanzo Gog del 1931. Molto apprezzata, infine, l’esposizione – con esecuzione di alcuni brani musicali – fatta dal M° Augusto Mastrantoni, esponente del Grande Oriente, sulla musica e l’armonia pitagorica nell’Antica Grecia.
Chiuso il convegno nel tardo pomeriggio, i fratelli si sono riuniti in tornata rituale.