Su Machiavelli non è già stato detto tutto? Viroli, profondo conoscitore delle dottrine politiche cinque-secentesche, ha deciso di dirlo in modo diverso, con un libro divulgativo, dove però si fa direttamente ricorso ai testi, oltre che alla bibliografia edita, e si sottolineano anche tratti poco noti del personaggio.
L’autore scrive una classica biografia, che ripercorre in ordine cronologico (con la sola licenza di aprire con un dubbio episodio sulla morte) le vicende che contrassegnarono l’esistenza del Segretario, in parallelo con gli avvenimenti dell’epoca, cui furono inestricabilmente connesse, oltre che insieme allo sviluppo delle opere e del pensiero di Machiavelli.
Tutto ciò ci viene restituito in un libro che non indulge all’erudizione, né assume pedanti toni didattici, ma che si sviluppa privo di note (tranne che per identificare i brani citati), in modo gradevolmente semplice, senza d’altra parte cadere nella superficialità.Capovolgimenti delle alleanze e trame politiche risultano comprensibili anche per chi non conosca i meandri del XVI secolo; il Machiavelli che emerge da queste pagine non è una sovrapposizione di episodi, né un elenco di opere, ma una persona reale con famiglia, amici, successi, scoramenti, sconfitte, passioni, studio e intelligenza. Al tempo stesso non si cede al qualunquismo o bozzettismo, né si indulge in atteggiamenti paternalistici nei confronti del personaggio (non abbondano i “Niccolò”, ad esempio); Viroli è anzi preciso nello smentire stereotipi e luoghi comuni, sulla vita privata (Machiavelli non fu omosessuale, né misogino), quanto quelli sulle opere (sin dal sempre utile “non scrisse ‘il fine giustifica i mezzi'”).Per quanto poi sia evidente che Viroli prova simpatia per l’uomo, e ne ammira l’etica quanto la lucidità intellettuale, egli rimane osservatore obiettivo, in grado di scrivere un saggio, non un’inutile apologia.
Attraverso la piacevolezza del racconto, la biografia diviene strumento per esaminare pensiero e scritti. Le opere, che iniziano con il trapuntare la carriera del Segretario e del diplomatico, prendono poi il sopravvento, in parte a causa dell’emarginazione di Machiavelli dalla politica attiva, ma soprattutto perché si sceglie di dare il maggior risalto possibile, pur nella semplicità, ai testi, siano essi analisi politiche, poesie o commedie.
La prosa di Viroli, senza essere astrusamente complessa, è articolata ed efficace; l’autore passa con abilità dalle discrete citazioni dei testi cinquecenteschi alla loro parafrasi, sino a indugiare talora egli stesso, specie in esordio di capitolo, in toni “machiavelliani”.
Il titolo, infine, è chiave di lettura del libro e del personaggio; riassume in sé il Machiavelli burlone, la sfida dell’uomo che non si dà per vinto, l’orgoglio che ne cela le lacrime.
Per quanto minimi, gli apparati (cartine, cronologia, bibliografia essenziale) sono degni della tradizione Laterza.
Anche se gli specialisti continueranno a leggere altri saggi, questo è, a suo modo, completo, serio e documentato; dimostra che si può divulgare senza banalizzare.
Recensione di F. Rocci su “L’Indice” n. 2 del 1999