Illuminante, e non saprei in quale altro modo definirlo, l’incontro intitolato “La ricchezza della diversità, l’Eguaglianza nella Libertà” organizzato l’8 aprile scorso nella moschea di Colle Val d’Elsa. Proprio noi massoni che più volte nel corso della storia siamo stati oggetto di una propaganda sovente denigratoria e feroce, possiamo ben comprendere cosa significhi essere oggetto di una campagna negativa su tutti i mass-media: purtroppo, l’ignoranza ovvero l’assoluta mancanza di competenza e di informazione su un mondo come quello dell’Islam, ha costantemente diffuso mendacità, al pari della propaganda antisemita nazista.
Nel mondo occidentale, sembra proprio che l’Islam sia totalmente misconosciuto ovvero è conosciuto per ciò che in realtà non è.
In questo incontro, determinante almeno per me, ho avuto conferma di quanto appreso durante lo studio di alcuni, in verità assai pochi, classici della letteratura musulmana: le parole, in risposta alle incalzanti domande dell’avvocato Duccio Bari, dell’Imam di Firenze, Izzeddin Elzir, e dell’Imam di Perugia, Abdel Al Barqu, di origini palestinesi, sono state parole di fratellanza, tolleranza e rispetto. Numerose le citazioni dei versetti coranici che rimandano a valori condivisi: per i veri musulmani l’unica parola da rispettare è quella di Maometto e degli altri Profeti così come espressa nel Corano, non le altre stravaganti e distorte interpretazioni date a fini completamente avulsi da quelli religiosi…
Di seguito i temi trattati, scaturiti dalle domande che molti occidentali si pongono.[su_spacer]
Libertà di culto ed associazione, libertà di pensiero e di espressione: condivisione o negazione?
Sura CIX. Al-Kâfirûn (I Miscredenti)
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
1. Di’: «O miscredenti!
2. Io non adoro quel che voi adorate
3. e voi non siete adoratori di quel che io adoro.
4. Io non sono adoratore di quel che voi avete adorato
5. e voi non siete adoratori di quel che io adoro:
6. a voi la vostra religione, a me la mia».
(ndr, fra i miscredenti molti reputano che non siano in ogni caso da annoverarsi gli appartenenti alla “Gente del libro” ovvero i cristiani, gli ebrei e i sabei, più volte citati come fratelli e custodi di una tradizione divina precedente al Corano)[su_spacer]
L’imam di Firenze, quale cittadino, afferma la necessità di una legge applicativa dell’art.8 della Costituzione in cui, oltre alla libertà religiosa ed assoluta uguaglianza di fronte alla legge, si sancisce che i rapporti con lo Stato sono regolati dalla legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. Egli ricorda poi la grandezza e la bellezza della nostra Carta Costituzionale che, insieme ad altri, ha provveduto egli stesso a tradurre in arabo in modo che alcuni Stati, ad esempio quello neonato in Tunisia, abbiano potuto prenderne spunto o, addirittura, ricopiarne alcuni articoli per la redazione della propria Costituzione. Poi, Abdel, imam di Perugia, riporta il concetto espresso nella sura precedente, interpretando la libertà di culto nel modo più ampio. Vuole inoltre ricordare come Gesù e Maria abbiano il massimo rispetto nella cultura islamica: Gesù è un grandissimo profeta (“è parola di verità”) e Maria (insieme a Fâtima, Khadîja e Asiya) è indicata nel Corano come una delle quattro Signore del paradiso. Poi, aggiunge, che quello che sta accadendo è frutto mostruoso dell’odio. ad un musulmano non è permesso eliminare l’altro…[su_spacer]
Parità fra i sessi e violenza: sopraffazione degli infedeli e delle donne? Come i musulmani vivono il terrorismo oggi?
Sura IV. An-Nisâ’ (Le Donne)
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
1.Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne.
7. Agli uomini spetta una parte di quello che hanno lasciato genitori e parenti; anche alle donne spetta una parte di quello che hanno lasciato genitori e parenti stretti: piccola o grande che sia, una parte determinata.
(Nel vers. 7 viene sancito il diritto ereditario delle donne. La concezione stessa della condizione femminile relativamente alla successione è ribaltata. Da oggetto di successione, la donna diventa soggetto a pieno titolo in base alle norme che verranno precisate nel vers. 11 della stessa sura)[su_spacer]
L’Imam Elzir ricorda come tutti sono pari davanti a Dio. La visione islamica è che l’uomo completa la donna come la donna completa l’uomo. Precisa, poi, che i musulmani la pensano diversamente dagli occidentali, la cultura, la famiglia ed il suo diritto sono concepiti in modo diverso. Sul recente dibattito mediatico sull’eredità, egli afferma che esistono molteplici casi di divisione ereditaria e prima di giudicare, è necessario comprendere a fondo come funziona la famiglia islamica. Se la moglie, in accordo con il consorte, lavora allora lo stipendio rimane interamente a lei: il principio giuridico islamico è la separazione dei beni, all’uomo spetta comunque in molti casi mantenere madre, moglie e sorella per sempre. Pone infine l’accento sul fatto certo ed incontrovertibile che debba vigere l’uguaglianza della dignità di uomo e donna.
Riguardo la violenza, precisa che nel cosiddetto mondo islamico odierno c’è ingiustizia contro la donna ed, al contempo, nella realtà non esiste libertà per nessuno, indipendentemente dal sesso; non esiste neppure la libertà religiosa per gli islamici. È quindi in atto una violenta dittatura.
“È un momento difficile e triste per noi che veniamo additati come terroristi ed è un fallimento di tutti quando viene usata la violenza” per questo tutte le comunità musulmane presenti in Italia e che rappresentano circa 1.800.000 musulmani hanno redatto e firmato un documento ufficiale contro il terrorismo. Ricorda poi come, durante l’attacco contro la sede di Charlie Hebdo, il poliziotto Ahmed, ucciso senza pietà mentre era a terra, fosse musulmano, sottolinea quindi come esistano i cattivi ed i buoni musulmani, come del resto avviene ovunque.
L’Imam Abdel aggiunge che Dio non incita alla violenza, ci sono uomini violenti che quindi non sono religiosi. “Ripudio la violenza nell’Islam, accetto la misericordia nell’Islam”, non crede infatti che la misericordia sia compatibile con la violenza: “Siamo ambasciatori di pace, lottiamo contro la violenza”, il messaggio di Dio è di pace e fratellanza.[su_spacer]
La reciprocità dei rapporti: perché l’occidente dovrebbe consentire l’espressione di culto musulmana, mentre (a detta di alcuni, ndr) nei Paesi islamici non è consentito e si distruggono i luoghi degli altri culti?
L’Imam Elzir ricorda che egli è originario di Ebron, una grande città di circa 7-800.000 abitanti, e benché quasi interamente musulmana, esiste al suo centro una bellissima Chiesa con il suo sacerdote cristiano. Ragiona, poi, che se le Chiese in Iraq sono distrutte oggi vuol significare che sono rimaste li, intatte, per più di mille anni. Nell’Islam c’è assoluto rispetto per i luoghi di culto cristiani ed ebrei: le numerosissime ed antichissime Chiese presenti nei territori musulmani sono li a testimoniarlo, ricorda per questo anche l’episodio della preghiera del Mullah Omar entrato a Gerusalemme. Infine a conferma di quanto detto, Abdul, si chiede allora “Hanno forse sbagliato (ndr, o meglio “peccato” per come intendiamo noi occidentali) il Profeta Maometto, sia benedetto, e tutti i suoi seguaci a non distruggerle”; infine, ricorda come un’anima umana valga più di qualsiasi luogo di culto.[su_spacer]
Saluti e conclusioni
L’Imam di Firenze, Izzeddin Elzir, saluta e ringrazia tutti gli intervenuti e coloro che hanno aiutato la comunità musulmana a Colle ed, in particolare, Stefano Bisi che nella qualità di giornalista del Corriere di Siena ha sempre operato per stimolare il dialogo ed evitare inutili scontri tra le parti, anche nei momenti più difficili, quando molti -anziché acqua- gettavano benzina sul fuoco durante il periodo antecedente la costruzione della Moschea intesa di non fare ciò è.
Prima delle conclusioni del Gran Maestro, Stefano Bisi, l’intervento dell’assessore comunale professor Berti che illustra brevemente la storia della moschea costruita a Colle Val d’Elsa, parla altresì del comitato scientifico, formato da otto membri, quattro scelti dall’amministrazione e quattro dalla comunità musulmana, che guida e regola l’attività del centro culturale annesso al luogo di preghiera. Si dice soddisfatto delle numerose iniziative, molte delle quali rivolte al dialogo ed alla integrazione culturale, organizzate e realizzate durante questa collaborazione.
La conclusione è riservata al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia che in primis saluta e ringrazia per la presenza gli ex sindaci di Colle, Marco Spinelli e Paolo Brogioni, e l’ex presidente della provincia, oggi consigliere regionale, Simone Bezzini, insieme ai due Imam che ci ospitano in questo luogo. Poi, rivolgendosi ai presenti, rammenta che i conflitti possono essere evitati se ci conosciamo: la Moschea di Colle viene citato ovunque come esempio di sinergia che ha condotto ad un’ottimo risultato, “in fondo laicità vuol dire consentire ad ogni cittadino di esprimere liberamente la propria religiosità”. Vedere musulmani che pregano nei marciapiedi è un disonore per il nostro Paese: non è un segno di rispetto, di democrazia, di civiltà. Bisogna lavorare nel rispetto delle persone e, con tutta probabilità, da questo luogo non usciranno terroristi, è un luogo aperto a tutti, frequentato da bambini che quotidianamente vivono con altri bambini cristiani in piena armonia ed amicizia. Anche noi Massoni soffriamo del pregiudizio dell’opinione pubblica e per questo ci adoperiamo in occasioni come questa a celebrare la nostra Repubblica costruita da tanti fratelli che hanno partecipato anche alla redazione della Costituzione, insieme a chiunque sia aperto al dialogo. Con l’occasione annuncia anche un prossimo incontro che si terrà a Siena nella sala della Provincia con la presenza di Marieli Ruini, nipote di Meuccio, capo della nota Commissione dei Settantacinque.
Infine, un ringraziamento da chi scrive, a nome di tutti i presenti, a tutti i membri della comunità di Colle per la loro genuina ospitalità, per averci accolto caldamente alla loro tavola nell’occasione felice della nascita di un bambino per una famiglia della loro comunità… (Gianmichele Galassi)
Un commento a “Illuminazione a Colle Val d’Elsa: il volto del vero Islam”