A 100 anni dalla sua prima visita a Roma avvenuta nel 1923, torna a Roma con la più grande e completa mostra a lui mai dedicata, a Palazzo Bonaparte, Maurits Cornelis Escher (1898 –1972), incisore e grafico olandese, misterioso, esoterico e indubbiamente geniale, che con le sue incisioni e litografie, ha avuto e continua ad avere la capacità di trasportare chi le guarda in un mondo impossibile.
La mostra di Roma si configura come un evento eccezionale. E’ infatti un’antologica di circa 300 opere che comprende la celeberrima Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la serie degli Emblemata, e tantissime altre. Dopo vari viaggi in Italia iniziati nel 1921 quando visitò la Toscana, l’Umbria e la Liguria, Escher giunse a Roma dove visse per ben dodici anni, dal 1923 al 1935, al civico 122 di via Poerio, nel quartiere di Monteverde vecchio. Il periodo romano ebbe una forte influenza su tutto il suo lavoro successivo che lo vide prolifico nella produzione di litografie e incisioni soprattutto di paesaggi, scorci, architetture e vedute di quella Roma antica e barocca che lui amava indagare nella sua dimensione più intima, quella notturna, alla luce fioca di una lanterna.
E’ a Palazzo Bonaparte è infatti presente anche la serie completa dei 12 Notturni romani prodotta nel 1934. La mostra, col patrocinio del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è stata prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.