Un incontro Storico al Vascello: Il Gran Maestro José Fernández Zacur in Visita al Grande Oriente
d’Italia
Un evento di grande significato si è svolto recentemente al Vascello, dove il Fratello José Fernández Zacur, Gran Maestro della Gran Loggia Simbolica del Paraguay dal marzo 2022, è stato accolto con onore dal Gran Segretario del Grande Oriente d’Italia. Questo incontro ha rappresentato non solo un momento di scambio fraterno, ma anche una celebrazione della storia e della cultura
massonica.
Dopo un caloroso scambio di doni, il Gran Maestro Zacur, accompagnato dal Rispettabile Fratello
Pasquale Cerofolini, Vice Gran Cancelliere della GLSP per l’Europa, ha intrapreso una visita
guidata della villa, un gioiello architettonico eretto nel 1663 su progetto dell’illustre architettrice
Plautilla Bricci. La villa, che ha assistito a cruciali scontri per la difesa della Repubblica Romana e
dei suoi ideali, si erge oggi come simbolo di un patrimonio storico condiviso.
Sulle rovine di ciò che era il “Casino degli Agrumi”, il generale Giacomo Medici costruì, nella
seconda metà dell’Ottocento, una villa che oggi funge da sede nazionale del Grande Oriente d’Italia
e della sua Fondazione, la quale ospita una preziosa esposizione permanente dedicata alla Libera
Muratoria. Tra le meraviglie in mostra, si trovano opere del Gran Maestro Ettore Ferrari, il
testamento massonico di Giovanni Pascoli, oltre al maglietto in argento appartenuto ad Ernesto
Nathan.
Tra i cimeli esposti, spicca il poncho usato dall’eroe dei due Mondi, Garibaldi, a Caprera,
accompagnato da una lettera manoscritta del figlio Menotti che ne attesta la provenienza, insieme a
un diploma massonico firmato da Garibaldi e altri documenti autografi. In un’altra sala, un raro
stendardo della carboneria italiana della prima metà dell’Ottocento cattura l’attenzione dei visitatori,
testimoniando un’epoca di fervore e impegno civile.
Durante la visita, il Gran Maestro Zacur ha potuto apprezzare l’accurata organizzazione degli
archivi dell’Ordine e ha condiviso con il Gran Segretario notizie affascinanti riguardanti le
celebrazioni del XX Settembre, una festa di grande rilevanza anche per i massoni del Paraguay. Ha
portato con sé un articolo, scritto con lo storico Fabián Alberto Chamorro Torres della Universidad
Nacional de Asunción (UNA), che racconta la storia della Gran Loggia Simbolica del Paraguay. Le
prime Logge, infatti, risalgono al periodo della Guerra della Triplice Alleanza, quando il Paraguay
si oppose a Argentina, Brasile e Uruguay, con le Logge aperte dai militari brasiliani e argentini.
Intorno al 1880, la comunità italiana ha preso piede, giocando un ruolo cruciale nella
riorganizzazione massonica in Paraguay e contribuendo a far conoscere la festa che commemora la
Presa di Roma del XX Settembre 1870, evento che segnò l’annessione della città al Regno d’Italia.
Questa celebrazione laica è ancora oggi sentita e festeggiata con fervore dai massoni italiani.
Nei primi trent’anni del Novecento, il XX Settembre divenne una celebrazione nazionale anche per i
Liberi Muratori del Paraguay, in un contesto di aperto confronto tra liberi pensatori e la Chiesa
cattolica. Nell’articolo redatto dal Gran Maestro Zacur, è incluso un ritaglio di giornale dell’inizio
del Novecento e un evento del 1910, tenuto nel Tempio maggiore dall’allora Gran Maestro Vicente
Guerreiro, il quale spiegò ai fratelli paraguayani il profondo significato della festa.
La celebrazione proseguì con una conferenza dal titolo “Concetto storico sul Papato – Italia e
Massoneria” e una serata musicale, che vide la partecipazione di illustri artisti massoni italiani. Tra
questi, Nicolino Pellegrini, direttore d’orchestra, compositore e arrangiatore, divenne un punto di
riferimento per i grandi compositori della musica paraguayana, come Agustín Pío Barrios
“Mangoré” e molti altri.
Tuttavia, i festeggiamenti laici del XX Settembre 1870 caddero nel dimenticatoio negli anni
successivi alla Guerra del Chaco (circa 1930), quando la Chiesa e la politica locale si unirono in
un’alleanza contro il comunismo, oscurando una tradizione che meriterebbe di essere riscoperta.