Per salvare la nostra società bisogna ripartire dalla scuola e bisogna farlo “non solo investendo e restituendo dignità e rispetto al corpo docente, ma anche e soprattutto facendo rientrare in gioco la meritocrazia. Un valore questo che è stato cancellato e sostituito da una forma di egalitarismo malinteso, che non ha niente a che fare con il diritto all’accesso per tutti alla conoscenza”. Lo ha sottolineato il Gran Maestro Gustavo Raffi, che è intervenuto oggi al dibattito dedicato al tema “Investire nella conoscenza: scuola agorà di democrazia”, svoltosi a margine dei lavori della Gran Loggia 2014 che ha aperto oggi i battenti al Palacongressi di Rimini e al quale hanno partecipato Enrico Iachello (Università di Catania), Valerio Zanone (presidente onorario della Fondazione Einaudi), Antonio Baldassare (presidente emerito della Corte Costituzionale), Maurizio Viroli (politologo), moderatore Antonio Panaino (Università di Bologna, sede di Ravenna).
“Un paese che trascura la scuola – ha ribadito Raffi – è un paese destinato al declino, perché la scuola, in particolare la scuola pubblica è un luogo dove si forma la coscienza del futuro cittadino. Il luogo del confronto e del dialogo per eccellenza, il luogo dove si insegna la bellezza, l’armonia”. E’ per questo che è necessario fermare la deriva prima che si arrivi a un punto di non ritorno. Ma quando è cominciato il declino? Non ha dubbi Baldassarre: “Tutto è iniziato – ha spiegato, rispondendo agli interrogativi sollevati da Panaino – a metà degli anni sessanta, quando la politica ha cercato risposte comode alle grandi trasformazioni in atto. E la prima tra le risposte date fu quella di parificare le aspirazioni sociali, annullando le spinte selettive”. Il risultato è stata la nascita di una nuova classe dirigente non più scelta tra le fila dei meritevoli, ma sulla base di nuovi criteri ‘politici’ fondati sul principio di scambio. “Si è così prodotta una distorsione profonda di cui pagheremo a lungo le conseguenze”, ha aggiunto Iachello. “Quando si sfascia la scuola – ha detto – si sfascia un paese. E se non si riescono a trovare le soluzioni giuste il futuro può trasformarsi in un incubo per tutti. Ma le soluzioni non vengono così per caso: sono frutto di processi dolorosi. Aver messo al bando la meritocrazia ha innescato un meccanismo perverso che ha prodotto una classe dirigente mediocre”.
Riprendendo queste considerazioni ha auspicato una rinascita civile e morale il professor Viroli, che ha inviato il suo intervento dagli Stati Uniti, dove insegna alla University of Texas at Austin. Una rinascita, ha spiegato, che può venire soltanto da una scuola laica, una scuola che fornisca gli strumenti per sviluppare “la capacità di pensare liberamente, di saper essere legislatori di se stessi, di essere “uomini davvero liberi e non servi che si credono di liberi, uomini in grado di apprezzare la bellezza, qualità dalla quale discende il rispetto per gli altri, per la cultura, per l’ambiente naturale nel quale si vive,uomini in grado di realizzare l’armonia, che rende migliore il vivere”.
Nel suo intervento infine Zanone ha sottolineato il ruolo che la massoneria ebbe tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento nella costruzione di una scuola laica e moderna, “finalmente libera dall’ ipoteca clericale” e ha fatto appello alla Libera Muratoria di oggi affinchè torni a dare il suo contributo in un settore così importante per il futuro, esprimendo apprezzamento per le tante iniziative culturali messe in campo dal Grande Oriente d’Italia in questi anni in cui Raffi ha guidato l’Obbedienza.