Ipazia cercava la verità. Amava il dubbio, detestava la manipolazione. Presentato a Catania il saggio di Silvia Ronchey. Leggi la lettera inviata dal Gran Maestro e il resoconto dell’evento

Nella splendida cornice del Palazzo della Cultura, a Catania, nella sala conferenza gremita da 300 persone, il 24 novembre scorso, organizzato dalla “R.L. G. Garibaldi”, n 315 all’Oriente di Catania in collaborazione con il servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia, si è tenuta la presentazione del volume “Ipazia” di Silvia Ronchey, docente di Filologia classica e civiltà bizantina all’Università di Siena.
Ha aperto i lavori il Maestro Venerabilie della “R.L.G. Garibaldi”, Alfio Torrisi, evidenziando l’importanza dell’evento e sottolineando come ancora una volta a Catania la Massoneria sia portatrice di cultura e di conoscenza. Dopo i saluti del presidente dei Maestri Venerabili di Catania, Gaetano Ventimiglia e del presidente del Collegio dei Venerabili della Sicilia, Giuseppe Trumbatore, il moderatore, professor Enrico Iachello, dell’Università di Catania, ha posto l’accento sull’importanza del tema della ricerca e della laicità in questo particolare momento storico.
Bernardino Fioravanti, Gran Bibliotecario del Grande Oriente d’Italia, ha messo in evidenza il legame di sinergia tra il Servizio Biblioteca e i fratelli di Catania e ha ricordato come intorno ad un buon libro e al suo autore si sono costruiti eventi e convegni il cui successo è nella centralità del lettore e nella capacità di interessarlo e arricchirlo per condividere insieme dei valori.
Sul filo della cultura che unisce le due città Salvo Pulvirenti, Grande Ufficiale del Grande Oriente d’Italia, riprendendo il pensiero di Ipazia ha evidenziato come la Massoneria sia fatta da uomini che amano il dubbio, e non smettono di cercare all’insegna della tolleranza, della laicità e del rispetto, nell’accoglienza del pensiero e delle ragioni dell’altro. La sinergia tra Roma e Catania, ha prodotto eventi di solidarietà, gesti operativi e trasformativi della realtà sociale e allo stesso tempo elevato la conoscenza attraverso studi e ricerche: riviste, convegni , seminari, gemmazioni di nuove Logge, incontri nazionali e internazionali.
L’intervento di Cettina Leopardi, docente all’Università di Catania, è stato focalizzato sul ruolo delle donne nella storia in relazione alla cultura e alla conoscenza. Elemento, questo, fondamentale per lo sviluppo delle coscienze individuale e collettivo. Ferdinando Testa, psicoterapeuta, ha ha invece rimarcato l’importanza dei simboli, intesi come vero nutrimento per l’anima, sottolineando come in questo periodo storico di crisi, la conoscenza e lo studio dell’archetipo femminile possa essere una chiave per comprendere gli eventi e permettere una diversa visione del mondo. Tutto ciò per dare spazio, riconoscimento e dignità alla dimensione dell’immaginazione unita al sentimento per la realtà psichica e per lo studio della Tradizione, elementi fondamentali nei processi trasformativi del mondo esterno. Carlo Trupi, docente all’Università di Catania, nel suo contributo ai lavori, si è invece mosso lungo la ricerca dei luoghi del ‘fare Anima’, evidenziando l’importanza di questo approccio che racconta umanità e ricerca.
Centro della serata, l’intervento della professoressa Ronchey, che nel raccontare la vera storia di Ipazia e del rapporto con la cultura bizantina, si è soffermata sul ruolo della conoscenza neoplatonica. “Ipazia cercava la verità – ha rimarcato – amava il dubbio, detestava la manipolazione”. La studiosa ha quindi ringraziato la Massoneria catanese per aver organizzato un simposio di conoscenza e di confronto dialettico di grande spessore.
Il professor Iachello ha quindi letto le conclusioni del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, impegnato in India per la XII World Conference of Masonic Grand Lodges. Nel messaggio, applaudito dal folto pubblico presente, il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani ha evidenziato come la ricerca della verità per il massone deve essere la luce per lo sviluppo delle coscienze, per costruire umanità profonda nella storia individuale e collettiva.



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