29 Agosto 2023 alle 10:50
La battaglia per il Senato: la massoneria rivuole Palazzo Giustiniani. Obiettivo: realizzare il museo del Grand Oriente d’Italia
È una storia che si trascina da tempo a suon di botta e risposta e ricorsi in tribunale. Ma la massoneria non molla: vuole Palazzo Giustiniani, dove ha sede l’appartamento di rappresentanza del presidente del Senato. Il Grand Oriente – la più grande e antica obbedienza massonica in Italia – da tempo ha iniziato una battaglia per riprendersi quella che fu la sua sede fino all’avvento del regime fascista. Non vuole sfrattare La Russa, ma prendersi una parte dell’edificio, quello sì. Per questo nei giorni scorsi le logge hanno ricominciato a battere sul chiodo, invocando l’accordo che raggiunse nel 1985 con Giovanni Spadolini, allora presidente del Senato.
“Palazzo Giustiniani fu acquisito nel 1985 dal Grande Oriente d’Italia e dal 1901 eravamo in affitto, ci venne preso a bastonate dal regime fascista”, ha detto il Gran maestro Stefano Bisi ospite alle kermesse organizzata da Affaritaliani. La questione, infatti, si trascina da quasi un secolo. Perché nel 1926 il ‘piccolo Colle’ passò nelle mani del Regno d’Italia come conseguenza dell’inizio del Ventennio. Mussolini, che certo non nutriva grande stima nei confronti dei massoni, sfrattò l’organizzazione per effetto delle leggi fascistissime con cui mise al bando l’organizzazione. Da lì il Palazzo passò tra le mani del Regno d’Italia che, a sua volta, decise di darlo in gestione al Senato. Piccolo inciso: in realtà i massoni continuarono ad utilizzare in maniera informale una parte del Palazzo. Il tutto fino al ‘85, quando il GOI (Grand Oriente d’Italia) fece gli scatoloni per trasferirsi nella sede del Gianicolo.
“Nel 1988 – ha raccontato Bisi – l’allora presidente del Senato, Giovanni Spadolini, fece un accordo con noi e disse: ‘Voi lasciate palazzo Giustiniani al Senato che ne ha bisogno, ma noi vi lasciamo, per dimostrare la partecipazione della massoneria alla risorgimento nazionale, 140 metri quadrati per fare il museo della massoneria con entrata da via Giustiniani’. E c’è tutta la piantina di quali dovrebbero essere le stanze riservate a noi, ma da allora, da Spadolini fino a La Russa non si sono degnati di darcele”. E in effetti Palazzo Madama non ha mai aperto all’ipotesi di cedere parte dei suoi spazi. Anzi, tramite il questore a Palazzo Madama ha recentemente fatto sapere che “i rapporti tra Senato della Repubblica e la società Urbs srl sono da decenni oggetto di controversie all’attenzione delle autorità giurisdizionali competenti. Senato è rappresentato dall’Avvocatura Generale dello Stato”.
Carte bollate, insomma. Il 21 novembre si pronuncerà la Cassazione, ma non sarà un verdetto definitivo. Tutt’altro: dovrà decidere se la competenza sulla questione è della giustizia civile o amministrativa, visto che quest’ultima – sia il Tar che il Consiglio di Stato – ha già stabilito che la competenza spetta ai tribunali ordinari. La Cassazione avrà l’ultima parola e nel frattempo il Gran maestro Bisi si augura “che il presidente del Senato consegni i 140 metri quadrati”.