Con una tornata in grado di apprendista la loggia Archimede di Siracusa celebra il 19 ottobre i suoi 130 anni. L’evento si terrà al Gran Hotel Villa Politi via Maria Politi Laudien n. 2 a partire dalle 18 e si concluderà 20. Alle 20,30 è previsto l’inizio dell’agape bianca.
Fin dalla sua nasciata nel 1894 l’Archimede, come tutte le logge del Grande Oriente d’Italia, fu protagonista anche a livello locale del dibattito politico e sociale volto al miglioramento delle condizioni del paese che contraddistinse la vita italiana a cavallo dei due secoli. All’interno dell”officina erano presenti, infatti, molti elementi di quella classe borghese e socialista: professionisti, impiegati e commercianti che si battevano per migliorare le condizioni di vita della Siracusa di quegli anni.
I massoni dell’Archimede presero, per esempio, parte in maniera fattiva al dibattito sulla possibilità dell’elettrificazione cittadina e sulla costruzione del nuovo acquedotto. Il maggiore politico socialista locale dell’epoca – Edoardo Di Giovanni – che sarà più volte deputato oltre che sindaco della città, era presente nel pié di lista della loggia e diventerà, in seguito, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia. Puranche Giovanni Francica Nava, più volte deputato e senatore del collegio Siracusa, uno dei maggiori protagonisti della scissione del 1908 che portò alla costituzione della cosiddetta Comunione Massonica di Piazza del Gesù, era uno dei fratelli appartenenti al piè di lista dell’Archimede. Testimonianza della partecipazione alla vita cittadina della loggia si trova ancora oggi nei monumenti che furono fatti erigere dai fratelli. Primi fra tutti quello a Giuseppe Garibaldi, nel centro storico di Ortigia, all’interno della cosiddetta villetta della Marina e quello a Cesare Battisti, posto nell’omonima piazza che fronteggia il mare.
Nel 1925, a seguito della promulgazione delle leggi che mettevano al bando la Massoneria, la loggia e comunque tutte le logge del Grande Oriente d’Italia, furono costrette a sospendere le proprie attività. Tale fatto comportò, purtroppo, la perdita di tutto l’archivio, perdita che ancora oggi rappresenta uno dei più grandi rimpianti di tutti i fratelli. Clandestinamente, però, l’Archimede continuò a svolgere le proprie tornate rituali: alcuni fratelli riuscirono comunque a riunirsi, in assoluta segretezza e con mezzi di fortuna, all’interno di una falegnameria posta in pieno centro cittadino.
Nel 1947, con la ripresa della vita democratica, l’officina fu ricostituita e si pose nuovamente all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia, che conferì alla loggia il numero distintivo 342.
Da quel momento l’a loggia’ Archimede è stata sempre attiva e ha visto passare tra le sue colonne centinaia di fratelli, tra cui citiamo il compianto campione Enzo Maiorca, che ne hanno sempre alimentato lo spirito e che sono sempre stati orgogliosi di farne parte”