Fatti e personaggi storici della Massoneria in Basilicata sono stati alla ribalta l’11 settembre a Matera in un convegno pubblico organizzato dal Grande Oriente d’Italia nella suggestiva dimora nobiliare di Palazzo Gattini Hotel, in piazza Duomo. Era presente il Gran Maestro Stefano Bisi accompagnato da alcuni esponenti della sua Giunta: il Primo e il Secondo Gran Sorvegliante, Antonio Seminario e Pasquale La Pesa, e il Gran Tesoriere Giovanni Esposito. Nel corso dell’incontro si sono ricostruite le vicende della Libera Muratoria nella regione seguendone il cammino dalle origini fino ai giorni nostri in parallelo con il resto d’Italia, d’Europa e del mondo occidentale e attraverso una figura chiave, emblema di cultura e di modernità di questa terra del sud, quella di Mario Francesco Pagano, giurista, filosofo, politico e drammaturgo italiano, tra i massimi esponenti dell’Illuminismo, iniziatore della scuola storica napoletana del diritto, personaggio di spicco della Repubblica Partenopea del 1799. A lui, che si meritò l’appellativo di Platone di Napoli, si ispira la Massoneria lucana che ne tramanda il nome anche attraverso una loggia, fondata nel 1886, ancora oggi attiva a Potenza. Un’altra, sempre intitolata a Mario Pagano e non più operante, prese vita lo stesso anno a Viggiano.
Il Gran Maestro Bisi ha spiegato che “la scelta di Matera come sede di un convegno del Grande Oriente non è stata casuale”. “Abbiamo pensato – ha aggiunto – di dare voce all’anima viva di questa bellissima terra, di parlare di uomini e fatti che non trovano spazio nei libri di scuola e che rivelano la vivacità della gente che qui vive e ha vissuto. La Basilicata non è povertà e ignoranza ma è arte, storia antichissima e, soprattutto, spirito intraprendente, espresso nel tempo anche dai liberi muratori che qui sono nati”.
“Terra di emigrati, la Basilicata ha saputo reagire alle difficoltà – ha detto ancora il Gran Maestro – e alle logiche di secoli di sfruttamento. Ha saputo esprimere i più alti principi di libertà e giustizia in varie epoche, dall’illuminismo sino a tempi più recenti. Non dimentichiamo, infatti, che proprio Matera è stata la prima città del sud Italia a insorgere contro il nazifascismo ed è stata decorata al Valor Militare per la Guerra di Liberazione. Il suo primato nel meridione è anche nelle liste dell’Unesco che l’ha dichiarata patrimonio dell’Umanità prima delle altre città del Mezzogiorno”.
“Oggi Matera – ha proseguito Stefano Bisi – è città europea della cultura superando città ben più in vista, penso alla mia Siena, e ciò significa che i lucani sanno affermarsi. Questa è una grande opportunità, per la cultura, l’educazione e la condivisione di valori buoni. Ci auguriamo che il nostro incontro di studi abbia fatto emergere un’identità completa di questa regione e non per fare vetrina alla Massoneria, che ha sempre incarnato il volto moderno della società, ma per definire meglio la realtà storica, fatta di slanci, generosità e intelligenza, e dare finalmente ai giovani motivi d’orgoglio verso la propria terra che necessita la loro attenzione e le loro cure.
Al Gran Maestro sono state affidate le conclusioni del convegno al termine degli interventi in programma. Hanno partecipato Livio De Luca, presidente del Collegio Circoscrizionale di Campania e Basilicata, Vittorio Prinzi e Tommaso Russo, autori del libro “La Massoneria in Basilicata dal decennio francese all’avvento del Fascismo”. Il volume ricostruisce la storia della Libera Muratoria lucana approfondendo l’arco di tempo tra Ottocento e Novecento anche attraverso documenti dell’Archivio storico del Grande Oriente d’Italia consultato dai due studiosi. Registri matricole, riviste del Grande Oriente dell’epoca, dipingono una Massoneria vitale, in sintonia con il resto della nazione liberomuratoria, con proliferazione di logge in più parti del territorio all’indomani dell’Unità. Nel Lagonegrese, Materano, Melfese e Potentino ci fu l’adesione convinta della giovane classe media agli ideali muratori di libertà, uguaglianza e fraternità che si declinarono in impegno a sostegno di educazione e sociabilità in una terra povera, segnata dall’analfabetismo e da forti squilibri economici e sociali. Fu il volto moderno della Basilicata in una Italia proiettata al progresso. Di grande risalto fu, nel maggio del 1900, la visita a Potenza e a Melfi dell’allora Gran Maestro Ernesto Nathan, futuro sindaco di Roma, che testimoniò il legame della Massoneria lucana a quella del resto del Paese e alla sua partecipazione al progetto di sviluppo e democratizzazione del giovane Regno d’Italia.