Dedicata alla Libera Muratoria nel periodo prefascista la prima giornata. Al centro dei lavori del 25 aprile la figura di Torrigiani e dei tanti antifascisti confinati nell’arcipelago.
“Le Eolie e la massoneria” è stato il tema del convegno promosso dal Grande Oriente d’Italia e dal Centro Studi Eoliano, con il patrocinio del Comune di Lipari, che si è tenuto a Lipari il 24 e il 25 aprile, su iniziativa del Collegio Circoscrizionale della Sicilia e delle logge “Francesco Crispi” di Termini Imerese e “La Ragione” di Messina. Al centro dell’evento, al quale è intervenuto il Gran Maestro Stefano Bisi, la Libera Muratoria nell’arcipelago, la cui presenza è testimoniata a partire dal 1864 dalla loggia “L’Eolia”, che rimase attiva fino agli anni Venti e alla quale aderirono importanti personalità locali, sindaci, consiglieri comunali, professionisti attraverso le cui iniziative è stato possibile ricostruire il clima dell’epoca fino alla rivolta del 1926 contro la decisione del governo Mussolini di ripristinare il confino coatto, che ebbe come protagonisti noti esponenti della Massoneria locale: da Emanuele Carnevale a Francesco De Mauro. Non solo. Le isole durante il Fascismo ospitarono anche numerosi liberi muratori inviati al confino. E primo tutti primo tra tutti Domizio Torrigiani, il Gran Maestro martire, che nel 1927 dopo essere stato rinchiuso nel carcere di Regina Coeli a Roma fu inviato sotto stretta sorveglianza prima nell’arcipelago siciliano e poi a Ponza.
La prima giornata di lavori, nel corso della quale sono stati affrontati gli aspetti salienti della storia della Massoneria nelle Eolie nel periodo prefascista, è stata aperta dal sindaco di Lipari Marco Giorgianni e si è conclusa con la proiezione del documentario “La fuga” di Marco Leto. Sono intervenuti Antonio Saltalamacchia, presidente del Centro Studi Eoliano, Silverio Magno,ex presidente del Collegio Circoscrizionale, Salvatore Sansone, maestro venerabile della “Francesco Crispi” e Francesco Celona della “Ragione”. A dare il loro contributo in particolare su due personaggi autorevoli della Libera Muratoria locale, Francesco De Mauro ed Emanuele Carnevale, sono stati Giacinto Lofaso e Pietro Lo Cascio.
Lofaso ha tratteggiato la figura di De Mauro, che fu assessore all’igiene tra il 1913 e il 1918, un politico e amministratore moderno che risolse numerosi problemi dell’arcipelago, ottenendo che fosse varata una legge speciale per le isole minori per la costruzione di strade e scali marittimi e assicurò a Lipari la fornitura dell’acqua potabile. Lo Cascio ha parlato di Carnevale, illustre personaggio eoliano, che fu presidente e fondatore della Società di Mutuo Soccorso di Salina e poi presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Lipari. E infine, nel 1889, primo sindaco eletto del comune di Lipari, ruolo con il quale affrontò le difficili controversie per la proprietà dei terreni pomiciferi con la Curia ottenendo un’ordinanza di reintegro nel giugno del 1891. Tema quest’ultimo approfondito nella sua relazione anche da Giuseppe La Greca, che ha ricostruito gli anni di inizio secolo fino ad arrivare a ricostruire i momenti drammatici della rivolta del 1926.
La seconda giornata di lavori, coincisa non a caso con il 25 aprile, 70° anniversario della Liberazione, è stata dedicata ai massoni confinati alle Eolie dal regime fascista e al Gran Maestro Domizio Torrigiani di cui ha parlato nella sua relazione il professor Santi Fedele, Gran Maestro Aggiunto e docente di Storia contemporanea all’Università di Messina, che ha chiuso il suo intervento,rievocando quel giorno del 30 agosto del 1932 in cui Torrigiani, ormai malato e cieco morì. Una notizia la sua scomparsa che ebbe una vasto eco sulla stampa massonica internazionale. Il fascismo proibì persino che il feretro venisse onorato da familiari, fratelli e amici. La salma venne scortata solo dai fascisti e le ceneri deposte nella cappella di famiglia a Lamporecchio (Fi). Ma il regime non potè fermare e vietare le parole di commiato che i Fratelli del Goi in esilio rivolsero al “Gran Maestro martire”.
Parole contenute nella lettera circolare che ne annunciava la morte inviata a tutte le Comunioni estere: “Noi i Massoni esuli, proscritti, noi che conserviamo accesa la fiamma che ci fu affidata, noi che la persecuzione fascista obbliga a cercare in una terra diversa dalla nostra asilo per i nostri Templi, per i nostri vessilli, per i nostri archivi, per i nostri Lavori rituali, noi attendiamo con ansia il giorno in cui potremo rientrare nella nostra terra finalmente liberata; allora noi ci riuniremo, secondo il rito, attorno alla sua tomba e, dopo averla ricoperta di ramoscelli d’acacia, noi chiameremo per nome il nostro Maestro e sicuramente, all’ultima chiamata, tutti i massoni risponderanno per lui ‘Presente'”. “E noi oggi -ha sottolineato Fedele, suscitando fortissima commozione- ripetiamo quel “Presente”! Qui riuniti a Lipari, attorno al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, a rinnovare il nostro commosso ricordo del Gran Maestro Martire, a rendere omaggio, in questo 70° anniversario della Liberazione, alla memoria dei nostri Fratelli vittime dello squadrismo fascista, caduti nella difesa della Spagna repubblicana, trucidati alle Fosse Ardeatine, e in uno con essi a tutte le donne e gli uomini d’Italia che hanno lottato e si sono sacrificati per la loro e la nostra libertà”.
Ha concluso l’intensa due giorni di Lipari il Gran Maestro Stefano Bisi che ha tenuto a sottolineare nella specialissima ricorrenza, il ruolo che la Massoneria italiana ebbe nella Liberazione dell’Italia dalla “opprimente e sanguinosa dittatura nazifascista”. “Lo rivendichiamo con orgoglio e a testa alta”, ha detto Bisi facendo riferimento a Torrigiani, ma anche a “tanti altri Fratelli che combatterono per ripristinare quei valori di libertà, democrazia e umana Fraternità che erano stati negati” dal regime.
Presenti al convegno, seguitissimo dal folto pubblico che ha affollato la sala conferenze dell’hotel Meligunis, fra gli altri il Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso, il Gran Primo Sorvegliante Tonino Seminario e il Gran Maestro onorario Ugo Bellantoni.