L’Equinozio di Primavera, momento in cui il giorno e la notte si trovano in perfetto equilibrio, rappresenta simbolicamente la vittoria della luce sulle tenebre, la fine del gelo e del sonno dell’inverno e il risveglio della natura. Un passaggio cosmico, che ha un profondo significato esoterico me che, secondo l’antica tradizione, incarna la necessità di rigenerazione dell’essere umano attraverso il superamento delle prove e l’accesso a un livello superiore di consapevolezza.
In astronomia
Da un punto di vista astronomico, questo particolare momento, che quest’anno cadealle 10.01 di giovedì 20 marzo, vede apparentemente l’astro più luminoso del cielo, collocarsi, durante la rivoluzione terrestre, allo zenit dell’equatore con i suoi raggi perpendicolari all’asse di rotazione del nostro pianeta. Una congiuntura che determina la perfetta corrispondenza tra le ore del giorno e le ore della notte. Corrispondenza che si ripete poi in settembre, durante l’Equinozio d’Autunno, che scandisce, nel nostro emisfero, la fine dell’estate. Se, in questa circostanza si calcola il giorno, dall’inizio dell’alba, che sorge ad est nel momento in cui il sole supera di metà l’orizzonte, fino al tramonto, quando il sole esattamente a ovest appare invece di metà sotto l’orizzonte, la sua lunghezza risulta essere esattamente di 12 ore. Dopo questo evento il giorno comincerà a guadagnare una media quotidiana di 4 minuti di luce fino al 21 giugno, momento del Solstizio d’estate.
Tra ordine e caos
Nelle civiltà contadine, l’arrivo della Primavera era salutato con l’accensione di fuochi rituali sulle colline nel rispetto della antica credenza secondo la quale quanto più a lungo ardeva la fiamma, tanto più prospero sarebbe stato il raccolto. Il fuoco, simbolo dell’energia solare e della rigenerazione ciclica della natura, segnava il rinnovarsi del legame tra il cielo e la terra, in un atto propiziatorio che rispecchiava il ritorno della luce dopo il lungo dominio delle tenebre invernali. Per la Massoneria, gli Equinozi rivestono un significato fondamentale e profondo nel ritmo incessante della Grande Opera della Natura. Essi rappresentano il punto di equilibrio tra ordine e caos, tra luce e oscurità: un istante fugace in cui le forze cosmiche si bilanciano, prima che il sole torni a prevalere, portando i suoi benefici frutti, fino all’inevitabile declino autunnale. Questo simbolismo rispecchia un principio universale di armonia ed equilibrio, di cui la Tradizione esoterica ha sempre riconosciuto l’importanza.
Il viaggio di Dante
Nel calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C., l’Equinozio di Primavera cadeva il 25 marzo, una data che nel Medioevo veniva associata alla Creazione del mondo. Non a caso, proprio questa è la data in cui Dante Alighieri colloca, secondo l’interpretazione di numerosi esegeti, l’inizio del suo viaggio ultraterreno raccontato nella Divina Commedia. L’incipit del poema, carico di riferimenti astronomici e simbolici, lascia intendere che il momento della partenza di Dante e del suo tour attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso coincide con un istante cosmico di perfetto equilibrio. Lo attestano i celebri versi del Primo Canto dell’Inferno (37-43): Temp’era dal principio del mattino / e ‘l sol montava ‘n sù con quelle stelle / ch’eran con lui quando l’amor divino / mosse di prima quelle cose belle / sì ch’a bene sperar m’era cagione / di quella fiera a la gaetta pelle / l’ora del tempo e la dolce stagione. Qui il Sommo Poeta suggerisce che il sole stava sorgendo nella stessa configurazione astrale che presiedette alla creazione dell’universo, ribadendo così l’idea di un eterno ritorno delle condizioni primordiali.Ancora più esplicito è il passo del Primo Canto del Paradiso (37-45): Surge ai mortali per diverse foci / la lucerna del mondo; ma da quella / che quattro cerchi giugne con tre croci, / con miglior corso e con migliore stella / esce congiunta, e la mondana cera / più a suo modo tempera e suggella / Fatto avea di là mane e di qua sera. Dante contempla il Sole, la “lucerna del mondo”, proprio nell’istante dell’Equinozio di Primavera, quando il cielo si dispone secondo un ordine cosmico perfetto. Gli elementi astronomici citati – l’equatore, l’eclittica, il coluro equinoziale – si allineano in un’armonia che riflette il principio di una geometria sacra: il Sole si trova nella costellazione dell’Ariete, simbolo di rinascita e di iniziazione, mentre la Terra è pronta a ricevere i fecondi influssi celesti.