La verità cammina sempre insieme alla franchezza. Dopo aver letto le affermazioni del prof. Renato Accorinti, sindaco di Messina, sulla ‘Gazzetta del Sud’ del 2 febbraio scorso e la replica al presidente del collegio dei Maestri Venerabili di Messina, Luigi Raffa, si rende necessario un chiarimento tanto puntuale quanto dirimente. Soprattutto per rispondere alla domanda retorica che il sindaco formulava: ‘O gli appartenenti alla massoneria sono svincolati dalla necessità di portare motivi alle loro argomentazioni?’. Poiché gli uomini del Grande Oriente d’Italia hanno dimostrato sempre volontà di dialogo portando nei fatti e con la loro storia le ‘argomentazioni’ per le loro tesi, invitando più volte Accorinti a uscire dal qualunquismo, ci sembra che l’unico a cui piace giocare alle ombre sia proprio il sindaco di Messina che non vuole sedersi a un tavolo e parlare con noi dopo averci guardato negli occhi. In realtà, il primo ad aver reso dichiarazioni infelici è Accorinti, siamo al 26 luglio 2013, affermando che tra i requisiti per le nomine al Comune di Messina occorreva non essere massoni. Pochi giorni dopo, il 3 agosto, l’ho apertamente invitato a confrontarsi, ma il primo cittadino è rimasto in silenzio e ha continuato a rimandare il confronto, ‘pedalando’ altrove. Di ciò la ‘Gazzetta del Sud’, che ospita la nostra replica e i suoi gentili lettori, possono trovare puntuale verifica nell’assoluta trasparenza del nostro sito:
Raffi replica al sindaco di Messina: basta accuse, confronto pubblico quando vuole
La conclusione della nostra lettera era chiara: “Le rinnoviamo con forza la richiesta di un pubblico confronto. Scelga il giorno, l’ora e il modo a Lei più graditi. Chi non ha paura della verità si guarda negli occhi. Noi non abbiamo paura”. Tanto scrivevo il 3 agosto scorso, e non ho cambiato idea.
Di fronte a una polemica assurda, che rischia di discriminare uomini liberi, occorre estrema chiarezza. Delle due l’una: o il sindaco è prevenuto verso la Libera Muratoria e ha pregiudizi insormontabili che gli impediscono di confrontarsi con i massoni – in questo caso ha dei limiti evidenti nel trattare con alcuni dei suoi cittadini – oppure ha un atteggiamento che punta a far sentire i massoni come dei discriminati. Mi premuro assicurare al sindaco di Messina che nella storia, anche recente, il Grande Oriente ha abbattuto muri di ottusità ben più forti. Soprattutto mi corre l’obbligo ricordare una sentenza del 31 maggio 2007, e successiva giurisprudenza, con la quale la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dato ragione alla Massoneria. I giudici di Strasburgo in una sentenza emessa in base ad un ricorso presentato dal Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani hanno riconosciuto che Logge massoniche furono discriminata da una legge regionale del Friuli Venezia Giulia del 15 febbraio 2.000 che fissava regole per le nomine a cariche pubbliche, obbligando chi intendeva ricoprire questi incarichi a dichiarare l’eventuale appartenenza ad associazioni massoniche.
Un altro ricorso simile, sempre del Grande Oriente d’Italia, era già stato accolto dalla Corte di Strasburgo nel 2.001 per una legge della regione Marche. L’Europa ha condannato da tempo discriminazioni contro il diritto alla libertà di associazione, sanzionando le violazioni agli articoli 14 e 11 della Convenzione dei diritti dell’uomo. Se sul fronte giuridico aggiungere altro sarebbe superfluo, sul piano umano suona anche ridicolo. Se si preferisce mettere su il giradischi dei luoghi comuni e giocare al ballo del massone, occorre trovare altri passatempi perché noi non ci stiamo e rinnoviamo la nostra richiesta di confronto con il primo cittadino di Messina, sempre e ovunque. Accorinti potrà vedere che i Massoni non portano cappucci, non partecipano a consorterie, non aprono macellerie sociali, e soprattutto non fanno parte della casta degli intoccabili che saccheggiano le casse dello Stato e delle regioni. Se non chiuderà le porte di quel palazzo che dovrebbe rappresentare le sensibilità di tutti i cittadini della splendida Messina, troverà davanti a sé cittadini responsabili, gente di dialogo e costruttori di pace in una società di cui siamo parte viva e attiva.
Il Gran Maestro Onorario, prof. Santi Fedele e, tra tanti altri, il notaio Silverio Magno e soprattutto il sottoscritto, in qualità di primo Fratello accanto ai Fratelli tutti di Messina, attendono solo di poter chiarire questa vicenda kafkiana. Accorinti ci indichi come, dove e quando preferisce farlo. Sono pronto a venire domani stesso in una città che amo e che non discrimina i Massoni perché è abituata al vento del confronto, è laboratorio di sapere e vive una cultura che sa costruire incontri oltre la differenza. Il sindaco non scappi, farebbe una brutta figura. A quel punto, se non avesse il coraggio di incontrarci e di dialogare oltre ogni dubbio o appartenenza, ad Accorinti davvero non rimarrebbe che tacere. O abbaiare alla luna.
Gustavo Raffi
Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia