Lettera del Grande Oriente all’Arcivescovo Metropolita di Palermo Corrado Lorefice

Il Gran Maesteo Stefano Bisi replica così alla notizia del decreto dell’alto prelato siciliano che vieta la presenza all’interno delle Confraternite religiose di iscritti alla Massoneria.

Gentile Eminenza

Ci dispiace dover ancora una volta constatare che un vescovo di Santa Romana Chiesa accomuni ipso facto la Massoneria alla stessa stregua di associazioni mafiose o di persone condannate e che, con apposito decreto, neghi a persone oneste e di buoni costumi di far parte di confraternite per il solo ed esclusivo motivo di essere liberi muratori. Questo suo atto vescovile, per quanto legittimo possa apparire ai suoi occhi nella forma giuridica e nel merito, ci amareggia ed è molto discutibile dal punto di vista morale per la palese discriminazione che innegabilmente investe e colpisce al cuore tanti cittadini e persone specchiate che hanno scelto di compiere anche un cammino religioso all’interno delle Confraternite. Chi è massone quindi non può far più parte di queste associazioni e dovrà autodenunciarsi e rinunciare ad essere un bravo confratello come ha sempre fatto, mentre chi non è ancora iscritto non potrà mai presentare domanda d’ingresso. Non le sembra che un simile provvedimento sia eccessivo oltre che discriminatorio e innalzi odiosi muri anziché costruire dei fecondi ponti di dialogo come ha spesso dichiarato Papa Bergoglio in numerose circostanze pubbliche? Non Le sembra che anche i massoni abbiano il sacrosanto diritto di professare come meglio credono la propria Fede e i propri valori cristiani? 

Nel 2016 anche il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, in un suo scritto pubblicato su IlSole24ore ha citato il documento dei vescovi tedeschi del 1983, sostenendo che non possono essere ignorati i punti di contatto fra Massoneria e Chiesa che trovano valori comuni nella dimensione comunitaria, nella dignità umana, nella lotta al materialismo, nella beneficenza. In questo senso si può avere un libero confronto riducendo le distanze. Noi siamo e saremo sempre per la conciliabilità del dialogo e della Umana Ragione.

Le ricordo che oggi più che di provvedimenti restrittivi ci vorrebbe una profonda ed ampia azione pastorale volta a unire e non dividere le sensibilità religiose personali. Le vorrei poi fare notare che la Massoneria non è un’organizzazione segreta od occulta e che la sua azione illuminatrice rientra a pieno titolo fra quelle tutelate dalla Costituzione della Repubblica Italiana. 
Le vorrei segnalare altresì che il Grande Oriente d’Italia sottopone a controlli rigorosissimi coloro che fanno richiesta d’ingresso e che richiede i certificati penali da tempo immemore, cosa che la chiesa di Palermo ha appena attuato tramite il suo decreto vescovile. 
Naturalmente resta a tutt’oggi pendente la questione della scomunica che – pur attenuata dalla modifica dell’articolo 1374 del Codice Canonico con la scomparsa del preciso riferimento alla Massoneria  e la trasformazione della “scomunica” in “giusta pena” – pende tutt’ora su milioni di liberi muratori. Una “pena ingiusta” ci appare sicuramente la sua decisione di escludere i massoni dalle Confraternite.
Cordiali Saluti

Stefano Bisi
Gran Maestro 
del Grande Oriente d’Italia



4 commenti a “Lettera del Grande Oriente all’Arcivescovo Metropolita di Palermo Corrado Lorefice

  1. Parte dei sacerdoti seguono ancora, con occhi e cervello bendato, le bugie di Leo Taxil, dallo stesso successivamente confessate e come ha detto un saggio: “per chi crede nessuna prova è necessaria, per chi non crede nessuna prova è sufficiente”

  2. Risposta decisa e nello stesso tempo equilibrata, che invita alla riflessione. Benissim, grazie Stefano un forte tfa.

  3. Sono Cattolico e sono Massone. Mi ritrovo benissimo come entrambi nelle parole del Gran Maestro, no in quelle del Pastore. Purtroppo.

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