Quali sono le ripercussioni
di un evento inaspettato
come il Covid-19 quando si
tratta di obbedienza massonica
e, in particolare, del
Grande Oriente d’Italia. Una
catena d’unione interrotta
per i liberi muratori, sospesi i
riti di iniziazione al segreto e i
passaggi di grado. In un
mondo in smart working la
massoneria non usa certo
Zoom e simili e allora, durante
questa latenza umana, cosa
succede alle e nelle logge?
Ce lo racconta il Gran Maestro
Goi Stefano Bisi.
Massoneria e Covid: come
cambiano riti e gestualità
all’interno delle logge?
La ritualità al momento è sospesa,
questa prevede strette
di mano, abbracci e oggi non
è consentito. Lontani dai
templi, in questo momento i
fratelli esercitano l’arte della
pazienza che insieme a quella
della tolleranza e del rispetto
aiuta a essere rispettosi
delle regole. L’unica certezza
che abbiamo è che a un
certo punto la pandemia finirà.
Il Covid ha determinato un
calo dei bussanti?
No. Ovviamente ad oggi le
cerimonie di iniziazione sono
sospese infatti ci sono
tantissimi bussanti che attendono
di essere iniziati. Un
caso mi è molto dispiaciuto:
c’era un bussante già votato
per l’ammissione in loggia
che aspettava la sua iniziazione,
purtroppo non ha avuto
il tempo, la sua situazione
si è aggravata sino alla
morte. Aveva questo sogno e
non abbiamo avuto la possibilità
di renderlo concreto. In
ogni caso sono molti coloro
in attesa.
Qual è l’età dei fratelli in genere?
Ci sono fratelli di ogni età, le
fasce sono variegate e anche
questo è molto bello. Una ricerca
interiore è fondamentale.
Io sono stato iniziato nel
1982, dunque molto giovane
e la giovinezza garantisce un
lungo periodo per crescere.
Un giovane iniziato ha davanti
a sé un lungo cammino.
La fratellanza nell’era digitale:
massoneria, web e social
come si conciliano?
Ci sono delle pagine web e
social ma non è questo il
Grande Oriente d’Italia, la
nostra è un’esperienza fisica.
Il percorso di iniziazione e le
tornate rituali si devono fare
in presenza, è un’immersio –
ne nell’esperienza la nostra,
ci si guarda negli occhi e sono
tutti aspetti che il web non
può sostituire.
A suo avviso, pandemia e
obbligate restrizioni hanno
incentivato nell’uomo una
maggiore possibilità di riflessione
e conoscenza spirituale?
Una considerazione molto
bella questa. Tanti fratelli la
fanno in questa fase. Le limitazioni
di incontro, le chiusure,
dovrebbero stimolare
una riflessione interiore sul
senso della vita, sul senso
della spiritualità. Da questa
fase usciranno molte persone
più consapevoli della necessità
di incontrarsi, di fare
un percorso di crescita spirituale
interiore. Qual è poi il
percorso massonico stesso.
Ci sono dei bussanti che desiderano
essere iniziati alla
massoneria perché vicini alla
morte, o per un senso di
finitudine da interiorizzare?
Qual è il ruolo della morte
all’interno dell’obbedien –
za?
In un passaggio del nostro rituale,
quando si diventa
Maestri si dice che “Il Maestro
Risorge”. Per essere ammessi
bisogna credere in un
dopo, all’Oriente Eterno,
dunque alla vita oltre la morte.
Essere legati a un dopo, è
un percorso di rinascita, un
percorso di iniziazione: si entra
in un modo e poi si rinasce
in termini spirituali. Una
rinascita che è un atto unico
per ognuno, il che rappresenta
qualcosa di molto importante
e potente.
Cosa ci può raccontare di Alessandria
e delle sue tre importanti
logge?
Alessandria è una città che
ho visitato diverse volte, sono
stato alla Cittadella e ho
presentato proprio in Alessandria
anche un mio libro,
‘Massofobia’. È una delle città
più significative dal punto
di vista massonico, ci sono
fratelli che sono un vanto per
la nostra comunione piemontese,
ma anche italiana
in generale. Ho sempre avuto
un ’accoglienza molto bella
qui.