Protagonista assoluto dell’Illuminismo europeo della prima metà del XVIII secolo, avversario irriducibile di ogni forma di oppressione dell’uomo sull’uomo, filosofo per eccellenza della moderazione, Charles-Louis de Secondat de Montesquieu, nato a La Brède (nei pressi di Bordeaux) il 18 gennaio 1689 e morto a Parigi il 10 febbraio 1755, diede un grande contributo alla diffusione della Massoneria in Europa e alla diffusione delle nuove idee che cambieranno la storia dell’uomo attraverso.
E’ autore di tre grandi classici del pensiero occidentale: le Lettere persiane (1721), le Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza (1734) e lo Spirito delle leggi (1748), un’opera monumentale, frutto di quattordici anni di lavoro e pubblicata anonimamente a Ginevra nel 1748.
Un’opera nella quale spiegò che le leggi non precedono lo stato e la convivenza sociale, ma ne sono una conseguente emanazione, teorizzando che il cittadino è realmente libero quando la sua volontà è conforme alla legge, cioè quando fa non quel che vuole, ma quel che deve, riuscendo anche a vincere l’influenza esercitata dalle circostanze storiche, economiche e ambientali. A condizione, tuttavia, che la forma di governo adottata si regga sull’equilibrio e sulla distinzione dei tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Perché, sostiene Montesquieu, non può esservi libertà in uno Stato nel quale chi fa le leggi è lo stesso soggetto che le mette in atto e che ne verifica il rispetto. Così come sarebbe impensabile che tutta la popolazione esercitasse il potere legislativo in forma diretta, senza delegarne la funzione ai propri rappresentanti…
Montesquieu, che collaborò attivamente all’Enciclopedia di Diderot e D’Alambert, apre la strada alla politica moderna, perfezionando la teoria della separazione dei poteri già presente in Locke, trasformando la sua ricerca scientifica in un programma morale e politico: come strutturare un sistema di leggi che, nelle condizioni storiche date, produca il massimo di libertà.
Venne iniziato nel 1720 nella loggia Horn della capitale inglese, appena tre anni dopo la fondazione della Gran Loggia di Londra e tre anni prima della pubblicazione delle Costituzioni di Anderson. Figura tra i membri della prima loggia massonica fondata nel 1733 a Parigi, in rue de Bussy, dal duca di Richmond. Scrive lo storico svizzero Eugen Lennhoff (1891- 1944) nel volume “Il libero muratore”, pubblicato in Italia da Bastogi: “Tra i francesi che avevano preso parte alla fondazione della Loggia, emerse, a seguito di una nota sul ‘Saint James Evening Post’ di Londra del 20 settembre 1735, un uomo i cui scritti avrebbero rivoluzionato gli animi: il ‘…molto onorevole presidente Montesquieu’”.
Montesqueu 1689-1755: Libertà di diritti plasmata sui doveri; separazione dei poteri legislativo-giudiziario-esecutivo. Quale splendido storico esempio di illuminato massone, di filosofo, di politico, di sociologo di così vivida attualità. Ah, come vorrei riuscire ad assomigliargli!