Nel centenario della morte di Giovanni Pascoli abbiamo ritenuto doveroso intervistare il Professor Umberto Sereni docente di Storia Contemporanea all’Università di Udine, già sindaco di Barga per dieci anni. Autore di numerosi testi su Pascoli ha dato un notevole contributo alla realizzazione del poderoso volume di oltre 300 pagine in grande formato dal titolo: “Giovanni Pascoli. Vita, immagini, ritratti” . Realizzato in collaborazione con il comune di San Mauro, il volume- che già si presenta come un testo fondamentale nella bibliografia pascoliana- sarà presentato nell’incontro “Pascoli, Carducci, D’Annunzio e la poesia della Versilia”, al Caffè della Versiliana, domenica, alle ore 18.
Professore, perché Pascoli, a un certo punto della sua vita, scelse di venire a vivere a Barga? “Pascoli come gran parte degli artisti di fine Ottocento era alla ricerca di un luogo dove potesse trovare un contatto diretto con la Natura. Su di lui gravava la disperazione dell’era moderna con città sempre più brutte e uomini sempre più cattivi. Per salvarsi si doveva tornare alla poesia metterla al centro e pere fare poesia bisognava tornare alla fonte dove gli uomini erano puri e vivevano ancora fanciullli. Bisognava tornare in campagna. La ricerca fu indirizzata nella Valle del Serchio dagli amici livornesi. Ila proposta della casa invece fu fatta dal professor Giulio Giuliani di Filecchio. Pascoli qui trovò il suo Eden nel borgo dei Caproni le altre storie che si raccontano in giro tipo dissidi con sorelle sono panzane. Lo ammise Pascoli stesso nel suo primo discorso: vennì perchè qui c’era “Bello e c’era Buono” Si tratta semplicemente di seguire il Pascoli e non di interpretarlo. Quando il poeta trova “bello e buono” non ha altro da cercare” (…continua)