Massoneria al lavoro. Casa della Fraterna Solidarietà: realtà benefica a Sassari. Aldo Meloni: “Il bene ha bisogno di contagio”

ALDO MELONI ci ha scritto:

La Casa della Fraterna Solidarietà è nata a Sassari 7 anni fa dopo le mie continue “provocazioni” verso un piccolo gruppo di fratelli che, pur essendo eccellenti persone, assidui frequentatori delle officine, sul piano concreto potevano essere più ‘operativi’, ma occorreva stimolarli.

Per il mio continuo ritornello sui nostri doveri, sono perfino diventato transitoriamente antipatico a taluno, ripetendo che il nostro obiettivo è quello di “edificare templi alla virtù” “scavare oscure e profonde prigioni al vizio” e “lavorare per il bene ed il progresso dell’umanità”. E poiché, con i terribili tempi che corrono, c’è una crescente fascia di umanità – anche nelle nostre ex opulente città – che sta patendo la fame, “lavorare” per alleviare il suo disagio é un dovere assoluto.

I miei ‘lamenti’ non sono andati al vento e, così, la Casa della Fraterna Solidarietà è stata fondata da fratelli liberi muratori, sebbene i 60 volontari, per l’80% donne, non abbiano niente a che fare con la Massoneria: per altro, sanno bene che il fondatore e responsabile (presidente mi pare troppo ampolloso) è un libero muratore iscritto al Grande Oriente d’Italia. Ma questo è un fatto da lungo tempo noto in città e non solo, da molti anni.

Molto recentemente ho ribadito tutto ciò, in un bell’articolo pubblicato nel primo numero del nuovo mensile sassarese “Opinione”, inserito integralmente nel nostro sito www.fraternasolidarieta.it e diffuso anche su Facebook.

Ma basterebbe soffermarsi sul nostro simbolo: un triangolo, gli scalini di chiara matrice massonica, oltre a un bel pane offerto da una mano amica. Ovviamente i poveri apprezzano soltanto il simbolo del pane. Ma chi deve sapere lo sa e bene, come il nostro vescovo, dirimpettaio dei locali della nostra sede (speriamo non provvisoria), cioè i garage dell’ex questura, di proprietà dell’amministrazione provinciale.

Cosa ci contraddistingue rispetto a tutte le altre organizzazioni filantropiche (laiche e religiose) della città, dell’isola, e forse non solo? Nella nostra particolarità, credo di poterci assimilare ad altre nostre (in senso massonico) realtà benefiche operanti nel nostro Paese. Vado per punti:

1) non chiediamo a nessuno “chi sei, perché hai bisogno, quali sono le tue idee”;

2) la donazione di derrate alimentari (pane, pasta, latte, olio di semi, pelati, zucchero, legumi in scatola, cibo per i piccini, frutta ecc.) contenuti nel “sacchetto della solidarietà” (ovviamente non tutti assieme: oltre al pane, altri due o tre alimenti, salvo giornate particolarmente “ricche”) è quotidiana (festivi esclusi), senza chiusura agostana. Perché la fame non va in ferie;

3) il guardaroba distribuito è fornitissimo: dalla biancheria intima all’abito da sposa, passando per le scarpe e le coperte;

4) operiamo con un ambulatorio dentistico: due “riuniti”, quattro dentisti, e due odontotecnici, fornendo gratuitamente anche la pasta adesiva per le protesi dentali;

5) tuteliamo i diritti delle persone in stato di difficoltà, con l’ausilio di avvocati, commercialisti, ecc;

6) disponiamo di un ambulatorio per le ecografie: attesa ‘Fraterna Solidarietà’ 7 giorni contro i 7 mesi della ASL;

7) disponiamo di un servizio della mediazione familiare a cura di una task force di specialisti, che ricevono presso i nostri locali per aiutare a dirimere gravi situazioni, in quanto la povertà sta distruggendo tante famiglie, aumentando lo stato di disperazione;

8) l’ultima nostra “follia” è il pagamento delle bollette della luce, dell’acqua e l’acquisto di medicine di fascia C. Non possiamo tollerare che in una famiglia manchino luce ed acqua: a maggior ragione se in essa vi sono bambini e anziani. Per le medicine di fascia C, la maggior parte ansiolitici, l’unico commento da fare è che chi si rivolge a noi non ha i soldi per acquistare nemmeno un rotolo di carta igienica: figuriamoci le medicine!

Alcuni dati possono chiarire meglio le dimensioni della nostra operatività: a Sassari, la fila quotidiana dei nostri assistiti varia da 300 a 500 persone; il numero dei sacchetti consegnati nel decorso anno è stato pari a 150 mila; i capi d’abbigliamento, 100 mila; le dentiere impiantate in due anni sono state 400. Controvalore in euro 1 milione.

Ci occupiamo anche di ictus (sempre le stesse persone) per il tramite di una seconda associazione nazionale “A.L.I.Ce – Associazione per la lotta all’ictus cerebrale”. Grazie a noi, finalmente la città dispone della stroke-unit per il pronto intervento a favore degli sfortunati colpiti da questa devastante patologia (una persona viene colpita ogni 3 minuti). Abbiamo “costretto” la locale ASL ad attivare un reparto e abbiamo comprato attrezzature indispensabili per diverse migliaia di euro.

Altre iniziative in questo settore sono riportate nel nostro sito.
Insomma, alla Casa della Fraterna Solidarietà si pratica un po’ di massoneria operativa.
Questo è tutto, o quasi.

I mezzi economici? Il cinque per mille e donazioni private in denaro e cibo (deducibili, grazie al nostro status di ONLUS).

Il Collegio Circoscrizionale della Sardegna, tempo addietro, ha fatto una buona donazione e anche qualche loggia ha portato il suo obolo. Siamo fiducisosi nel futuro.

Nella Casa della Fraterna Solidarietà vi sono due ferree certezze:
fare del bene fa meglio a chi lo fa che a chi lo riceve;
il male si diffonde, rapidamente, da solo. Il bene no: ha bisogno di contagio. Meglio ancora, di una pandemia.
Noi siamo dei semplici, ma motivati, “untorelli”.

Con un triplice fraterno abbraccio

Visita il sito: www.fraternasolidarieta.it



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *