Massoneria e Grande Guerra. Incontro a Vercelli

A cento anni dalla fine della Grande Guerra sono numerosi gli eventi in tutta Italia che ricordano il primo conflitto mondiale e, per gli italiani, la sua vittoriosa conclusione il 4 novembre 1918. Un conflitto doloroso che costò la vita a dieci milioni di soldati e a un numero imprecisato di civili e che, purtroppo, come ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella proprio il 4 novembre a Trieste “non diede all’Europa quel nuovo ordine fondato sulla pace, sulla concordia e sulla libertà che molti, con sincere intenzioni, avevano auspicato o vagheggiato. La guerra non produsse, neppure per i vincitori, ricchezza e benessere ma dolore, miseria e sofferenze, nonché la perdita della primaria rilevanza dell’Europa in ambito internazionale”.

La Massoneria italiana fu uno dei protagonisti di questa guerra, dall’impegno per l’intervento fino al conflitto a fianco dell’Intesa, e se ne parlerà a Vercelli domenica 11 novembre in un incontro pubblico organizzato dall’Associazione Vercellese di studi storici, sociali e filosofici Galileo Ferraris con il patrocinio del Collegio Circoscrizionale del Collegio Piemonte-Valle d’Aosta del Grande Oriente d’Italia e del Comune di Vercelli. Relatore sarà Marco Cuzzi, storico dell’Università degli Studi di Milano e autore del libro “Dal Risorgimento al Mondo nuovo. La Massoneria italiana nella Prima Guerra Mondiale”, edito da Mondadori, il cui sottotitolo richiama proprio il titolo dell’incontro: “1918-2018. La Massoneria italiana nella Prima Guerra Mondiale”. L’appuntamento è alle ore 16 presso la Cripta della Basilica di Sant’Andrea.

Cuzzi ripercorrerà le tappe salienti del conflitto quando dal maggio 1915 i massoni si mobilitarono con tutte le loro “logge” nel cosiddetto “fronte interno”, con azioni di propaganda e di solidarietà, affiancando le autorità nell’individuazione degli elementi disfattisti e dei sabotatori, e trasformandosi pertanto in una sorta di “milizia civile”. Il conflitto rappresentava per i liberi muratori il compimento del Risorgimento e la sua evoluzione verso un “Mondo nuovo” dominato dalla democrazia e dall’armonia tra i popoli. Ma il nazionalismo sempre più radicale avrebbe investito anche i massoni, che al pari del resto del paese sarebbero giunti all’appuntamento con il dopoguerra profondamente trasformati, al pari dello Stato liberale che avevano contribuito a creare.

Il 29 settembre scorso il Gran Maestro Stefano Bisi si è recato a Padova a Villa Giusti, dove venne firmato l’armistizio con l’Austria, per deporre una corona d’alloro e commemorare i caduti. Nel corso della cerimonia è stato anche letto il testo della dichiarazione ufficiale della fine delle ostilità. Nel pomeriggio il ricordo del Grande Oriente d’Italia è proseguito ad Abano Terme con il convegno “Libera Muratoria e Grande Guerra” organizzato dal Collegio Circoscrizionale del Veneto presso il Teatro Congressi “Pietro d’Abano”.



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