A cento anni dalla morte Malachia De Cristoforis è stato ricordato a Milano in un convegno di studi del Rito Simbolico Italiano e poi a Roma. Medico, politico, deputato dalla 19ª alla 21ª legislatura, De Cristoforis fu uomo illuminato e innovatore, precursore dei nostri tempi. Era massone e fu Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia e presidente del Rito Simbolico Italiano.
Il 28 dicembre 1915 moriva a Milano Malachia De Cristoforis, uomo di scienze e lettere ma anche politico, amministratore pubblico e appassionato massone di un’età – la seconda metà dell’Ottocento – che a Milano e nel Nord Italia è coincisa con l’avvento delle istanze laiche e positiviste. La Massoneria italiana lo ha ricordato il 14 novembre scorso con un convegno organizzato a Milano dalla Loggia Regionale Insubria del Rito Simbolico Italiano, nella casa massonica sede circoscrizionale del Grande Oriente d’Italia in Lombardia.
La vita e le opere di Malachia De Cristoforis, libero muratore, sono stati il trionfo dei lumi della ragione contro le tenebre dell’oscurantismo. Questo è quanto emerso dal convegno, senza toni enfatici e con spirito di ricerca, mutuando semplicemente il titolo dell’incontro: la Massoneria come impegno professionale, civile, politico e patriottico. E sono tantissime le testimonianze nella sua politica attiva, prima come consigliere comunale di Milano per 25 anni (fu assessore con il sindaco Giuseppe Mussi, anche lui massone ed esempio di amministrazione illuminata) e poi come senatore del Regno dalla 19ª alla 21ª legislatura.
Massone controverso e geniale, Malachia De Cristoforis fu medico avanguardista e interprete ante litteram di una moderna politica sanitaria ancora sconosciuta all’Italia post-unitaria. La sua serietà e dedizione sono state evidenziate all’apertura dei lavori come monito e come esempio dalle autorità che hanno salutato i numerosi presenti, massoni e non, intervenuti ad ascoltare i relatori in programma. La Massoneria, e la sua storia, esprimono i valori della ricerca morale e spirituale. Nondimeno, testimoniano la sua capacità di antivedere, di costruire in luogo di distruggere, di leggere la contemporaneità e di anticipare il futuro, di saper legger il passato e la tradizione. Con queste parole il presidente del Collegio circoscrizionale della Lombardia, Enzo Liaci, ha ricordato come Malachia De Cristoforis seppe trarre dalla lezione massonica il senso di una rinnovata stagione scientifica e intellettuale. Una stagione, ha ripreso il presidente della Loggia Regionale Insubria Guido Adinolfi , che occorre non solo ricordare, ma ri-leggere con lo sguardo di uomini contemporanei. È proprio questa contemporaneità, infatti, così matura e così consapevole, a essere figlia di uomini come Malachia De Cristoforis.
Geniale, si è detto, e controverso. Su questo doppio binario hanno svolto il loro percorso Marco Cuzzi e Massimo Rizzardini, costruendo quella materia dialettica che ha consentito al Gran Maestro Onorario Morris Ghezzi di operare sinteticamente in un ritratto finale di alto valore filosofico.
Marco Cuzzi, docente di storia contemporanea all’Università degli Studi di Milano, ha tracciato le linee storiografiche dominanti che riassumono la figura di De Cristoforis. Compito non banale, giacchè – come Cuzzi ha più volte ricordato – ci troviamo di fronte a un uomo illuminato e di temperamento focoso. Appassionato fu il suo arruolamento volontario nei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi, drammatica la separazione dal fratello di sangue Carlo, che gli spira fra le braccia nella battaglia di San Fermo del 1859, quando è ufficiale medico nel corpo di Bertani. Sarà in prima linea, l’anno seguente, nella battaglia di Milazzo, e ancora nel 1866 con Garibaldi. Con quest’ultimo condivide lo scenario bellico e gli ideali repubblicani, a tratti schiettamente rivoluzionari. In aperta opposizione alla linea moderata del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Ernesto Nathan, fonda il Grande Oriente Italiano, riconosciuto dal Grande Oriente di Francia nel 1898, quando conta all’incirca 50 logge. La riunificazione avverrà soltanto nel 1905, ma intanto l’attività massonica di Malachia De Cristoforis, ricorda Cuzzi, è intensa e attenta ai nuovi drammi sociali dell’Italia fin de siècle, afflitta dalla fame, dalla povertà e dall’analfabetismo. Temi che saranno all’attenzione anche dei suoi interventi al Senato.
Intensa, e sorprendente, è anche l’attività scientifica. Rizzardini, storico dell’esoterismo, tiene inizialmente in secondo piano il percorso massonico di De Cristoforis per sottolineare, di contro, la praticità che segna il suo spirito di ricerca. Eredita la tradizione italiana della scuola medica rinascimentale, avviando studi e ricerche in ambito ostetrico e ginecologico; traduce il trattato di Charles West sulle malattie delle donne, migliorandolo con le sue annotazioni; fonda e dirige il Giornale delle levatrici; dà vita alle ambulanze (ambulatori) per il primo soccorso ostetrico e ginecologico; dirige gli Annali universali di Medicina; presiede al primo convegno scientifico nazionale di Medicina del Lavoro.
Ma è con l’amico, e fratello di Rito Simbolico, Gaetano Pini, che de Cristoforis compie la sua missione di uomo illuminato. Insieme, nel 1876 fondano la Società di Cremazione e promuovono la realizzazione del primo tempio crematorio nel Cimitero Monumentale di Milano, realizzato grazie al lascito dell’industriale Alberto Keller. Insieme, segnano la stagione igienista di una nuova medicina, cogente, operativa, lontana dagli sterili accademismi e vicina alle sofferenze, alle infermità particolari (i rachitici), alle categorie più svantaggiate, all’inadeguatezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro.
Ecco, dunque, il trionfo di quel connubio fra i lumi dell’esperienza massonica e della conoscenza scientifica: quello sguardo lucido e consapevole, che Morris Ghezzi, riprendendo il tema iniziale, riapre nella prospettiva della “rivoluzione”, del cambiamento. Questo cambiamento si colloca oltre il semplice mutamento culturale, o l’avvento di un nuovo paradigma scientifico. Questo cambiamento è proprio di un uomo che, nella pienezza e nella gioia del suo percorso interiore, conosce la capacità e la forza di poter trascendere ciò che è costituito, senza accettarlo passivamente, senza timidamente adeguarsi ad esso. Malachia de Cristoforis ha avuto in sé questa forza – e con lui molti fratelli massoni dell’Ottocento – e ha dimostrato, nella sua vita di uomo politico, di scienziato e di massone, come il fuoco di essa debba rappresentare una forma sublimata di prometeismo culturale e intellettuale che è ricchezza per il progresso sociale e culturale di un’epoca.
Progresso, come ha concluso lo storico dell’Università di Torino Marco Novarino, autore di una pregevole Storia del Rito Simbolico Italiano, che è una delle parole chiave che possono riassumere la giornata di Studi su Malachia De Cristoforis.
E nel segno del progresso, dell’avanguardia e della ricerca continueranno le attività e il percorso del Rito Simbolico Italiano, il cui Presidente Giovanni Cecconi, firmando le conclusioni del convegno, ha con orgoglio ribadito la forza intellettuale dei suoi interpreti. È con il loro sguardo sul mondo che oggi dobbiamo proseguire il nostro cammino: con lo stesso entusiasmo, con la stessa consapevolezza. Quella consapevolezza che rende la Massoneria, oggi come ai tempi di Malachia de Cristoforis, la Scuola più idonea alla formazione dell’uomo moderno.
De Cristoforis è stato ricordato anche dalla loggia dell’Oriente di Roma che porta il suo nome con il numero distintivo 570. L’evento si è tenuto il 28 novembre nella Sala Conferenze della Casa massonica della capitale. “Il Medico, il Politico, il Massone” il titolo dell’incontro dedicato all’illustre Fratello. Hanno partecipato al dibattito come relatori il professor Carlo Ricotti, docente di Storia delle istituzioni politiche e amministrativo della Luiss, il professore Novarino dell’ateneo torinese, che è intervenuto anche al convegno di Milano e Salvatore Passafaro direttore Sanitario dell’ Azienda Ospedaliera “San Giovanni-
Addolorata- Britannico” di Roma. Nel corso dell’incontro romano ampio spazio è stato dato all’impegno politico di questo grande massone.