La Loggia Giuseppe Mazzini 831 di Albenga compie 50 anni e festeggia con qualche giorno di anticipo con un convegno dal titolo “L’attualità del pensiero di Giuseppe Mazzini”. All’Auditorium San Carlo di Albenga, l’evento presieduto da Aldo Tamburini vede la partecipazione del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi.
Due gli interventi che gettano un ponte tra passato e presente, con sguardo al futuro: “Restiamo Umani”, a cura del professor Giovanni Greco, già ordinario di Storia all’Università di Bologna, e “Mazzini, icona laica della Repubblica”, curato dal professor Fulvio Conti, docente ordinario di Storia contemporanea presso la Scuola di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” dell’Università di Firenze. Il convegno, moderato da Stefano Mentil, ospita per le conclusioni proprio il Gran Maestro del GOI, il giornalista e scrittore Bisi, appartenente al Rito di York e 33esimo grado del Rito Scozzese, al suo secondo mandato alla guida dell’istituzione massonica.
“Quando si parla di doveri, ci viene in mente Giuseppe Mazzini. Oggi nella società contemporanea si parla molto di diritti e poco di doveri. Tuttavia, bisogna esercitare i nostri doveri per ottenere i nostri diritti”, spiega in estrema sintesi il Gran Maestro Bisi, illustrando l’attualità del pensiero di uno dei padri della Patria. Un esempio specifico? “Il diritto di voto. Abbiamo il dovere di esercitare il diritto di voto”.
È il momento il Venerabile della Loggia Giuseppe Mazzini 831, Aldo Tamburini, a fare gli onori di casa e aprire il convegno.
“La nostra Loggia compie mezzo secolo di vita – spiega – Nata cinquant’anni fa all’Oriente di Albenga, sotto l’obbedienza del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani. Di questa Loggia hanno fatto parte fratelli di varia estrazione sociale, molto qualificati nel ponente ligure, annoverando tra i fondatori ospedalieri, militari, servitori della Repubblica, professionisti esperti, artisti, commercianti e operai artigiani. Basta essere uomini di buoni costumi e le porte sono aperte”.
Il professor Conti si concentra su aspetti curiosi e meno noti della vita mazziniana. “In particolare, una vicenda legata agli ultimi due anni di vita di Mazzini, quando rientra in Italia e organizza la sua ultima battaglia politica, fondando un giornale a Roma appena diventata Capitale. Qui affronterà la sua battaglia contro Marx e Bakunin, soprattutto contro l’idea del socialismo emersa a Parigi, difendendo i principi della libertà individuale, della proprietà privata e della collaborazione tra le classi, in opposizione alla lotta di classe”.
Il professor Conti si occupa anche degli ultimi giorni di vita di Mazzini, della sua imbalsamazione e del lungo viaggio itinerante della sua salma da Pisa a Genova, dove vennero organizzate manifestazioni politiche.
“Un anno dopo la sua morte, la salma fu inumata nel cimitero di Staglieno a Genova – racconta – Nel 1946, dopo il referendum del 2 giugno che confermò la Repubblica sulla Monarchia, qualcuno ricordò che a Genova c’era il ‘padre’ dell’idea repubblicana e che la sua salma era ancora in buone condizioni per essere esposta”.
“Dopo un trattamento di ‘restauro’, decine di migliaia di persone a Genova resero omaggio a Mazzini imbalsamato, l’icona della Repubblica, che dà il titolo al mio intervento. Simboli e personaggi giocano un ruolo fondamentale nella sfera pubblica, come continuano a fare ancora oggi”, conclude il professor Conti.