Il 1° marzo 2017 la Commissione Parlamentare Antimafia ordinò il sequestro degli elenchi degli iscritti al Grande Oriente d’Italia di Calabria e Sicilia sulla scia della complessa e articolata vicenda dell’indagine, condotta sempre dall’Antimafia, su presunti legami della Libera Muratoria con la malavita organizzata. Questi fatti spinsero il Gran Maestro Stefano Bisi a documentare il caso in un piccolo volume, edito da Tipheret, intitolato “Massofobia. L’Antimafia dell’Inquisizione”, con lo scopo di fare chiarezza e di ristabilire la verità citando anche le iniziative legali assunte dal Grande Oriente a livello europeo non solo a propria tutela ma per salvaguardare i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali di tutti. Quel libro ha dato lo spunto per organizzare a Trento l’incontro “Massoneria, Massofobia. Storie di pregiudizi e battaglie per la libertà” che si è tenuto il 12 ottobre e che ha richiamato tantissimo pubblico. Oltre 200 persone hanno riempito la sala del Grand Hotel Trento e seguito l’evento con grande attenzione nel corso del quale il giornalista Rai Raffaele Crocco ha intervistato il Gran Maestro del Grande Oriente Bisi ed il professor e Grande Oratore del Goi Claudio Bonvecchio.
Il tema della Massofobia risulta più attuale che mai, “nonostante il contributo dato dai massoni alla costruzione di questo paese ed alla stesura della Costituzione repubblicana, pagando anche con il sangue”, ha spiegato Bisi.“Si veda – ha sottolineato- la legge regionale Fava, approvata nei giorni scorsi dal Parlamento siciliano, secondo la quale eletti ed amministratori pubblici devono oggi dichiarare la loro appartenenza alla Massoneria. Perché alla Massoneria e solo alla Massoneria?”. “C’è poi la questione del contratto di governo che esclude i massoni dall’esecutivo – ha continuato Bisi -, ma vorrei vedere se Lega e 5 Stelle sarebbero disposti a lasciare a casa un ministro della Giustizia come Zanardelli, delle Telecomunicazioni come Meucci o costituzionalisti del calibro di Ruini solo perché massoni”.
Poi Bisi ha ricordato le persecuzioni subite dalla Massoneria durante il Fascismo. “All’inizio nel 1925 quando venne emanata la legge che mise al bando la Libera Muratoria- ha sottolineato il Gran Maestro- sembrò un’azione diretta contro pochi, ma poi dopo venne il 1926 e furono chiusi i partiti, i sindacati ed i giornali”. “Al Grande Oriente – ha insistito Bisi – ci si avvicina con il certificato penale pulito e ciascuno è chiamato ad operare in modo integerrimo nella società. Anche dalla Commissione parlamentare antimafia non è uscito nulla”.
Massoneria sotto tiro ma non disposta a cedere sui valori. E’ questo che ha tenuto a sottolineare nel suo intervento il Grande Oratore Bonvecchio che ha spiegato che percorso iniziatico serve per cercare in se stessi le risposte alle molte domande e alle molte ombre, a costruire mattone dopo mattone un tempio interiore. Tra il publico molti i giovani, spinti certamente dalla curiosità ma anche dal bisogno di trovare in un’epoca di dialettica violenta un ambiente di pace e di riflessione, un percorso che rimette al centro l’Uomo nelle sue potenzialità.
“La Massoneria è la speranza – ha affermato Bisi – perché chi si avvicina vive la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza, e migliorando se stesso vuole contribuire a migliorare l’umanità”.