Massoneria, a Perugia la festa per i 300 anni | UmbriaOn

Dal Grande Oriente un aiuto a Norcia. Il ‘Gran Maestro’ risponde alle polemiche sui patrocini. Galimberti: «Società occidentale al tramonto»

A Perugia sala piena per i festeggiamenti dei 300 anni della Massoneria. L’appuntamento umbro ha avuto due momenti: un convegno, in cui la ‘star’ era il filosofo Umberto Galimberti, e una tavola rotonda sulle dinamiche di integrazione religiosa in una società pluralista globalizzata

Pregiudizi contro di noi • In chiusura, le conclusioni del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, che ne approfitta per togliersi diversi sassolini dalle scarpe, in particolare sulle proteste che da più parti si erano sollevate contro le istituzioni che hanno patrocinato l’evento: Regione Umbria, le due province, il Comune di Perugia, le due università perugine.

Massoni due illustri sindaci perugini • «Contro di noi tanti pregiudizi – ha detto Stefano Bisi – e mi dispiace che si siano verificati in una città come Perugia, che fra l’altro ha avuto due illustri massoni come sindaci: Mario Valentini e Giorgio Casoli. In tempi come questi occorre stare attenti alle parole. C’è il rischio di armare le mani di qualche squilibrato. Ma noi siamo forti. Abbiamo una lunga storia, veniamo da lontano. La ‘libera muratoria’ ha segnato il risorgimento e la nascita della Repubblica. Certo, ci sono stati momenti non brillanti nella nostra  storia ma noi non  siamo come coloro che ci attaccano, non siamo stati costretti a cambiare nome e Dna».

Certi attacchi ricordano il fascismo • Bisi cita Falcone e Gramsci, Vasco Rossi e Gino Bartali, toccando tutte le corde per difendere l’azione del Grande Oriente dalle accuse più o meno velate di essere un potere occulto e per attaccare la proposta di legge che vuole rendere pubblici gli elenchi degli iscritti: «Sono cose che avvenivano durante il Fascismo, non si può tollerare che avvengano anche oggi, in uno Stato democratico».

Massoneria e Chiesa • Poi un riferimento allo distanza mai colmata col mondo clericale: «Sono passati tanti anni dalla breccia di Porta Pia. Mi piacerebbe che quella data diventasse uno pretesto di dialogo e non argomento di scontro. Io, ad esempio, non ho avuto alcun problema a mandare un messaggio di auguri al Cardinale Bassetti, quando è stato eletto a Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Noi rispettiamo tutti e pensiamo che tutti debbano poter professare la propria fede liberamente e in luoghi adatti».

Umberto Galimerti

Impegno per Norcia • Infine, l’annuncio di due iniziative per Norcia: «Abbiamo una attenzione particolare ai giovani delle zone terremotate, per questo abbiamo deciso di donare l’impianto di illuminazione dell’impianto sportivo di Norcia, di cui a breve poseremo la prima pietra. Ce lo hanno chiesto i ragazzi delle associazioni sportive. Lo faremo in accordo con l’amministrazione comunale. Un altro piccolo segnale sarà offrire un buffet, il 24 giugno, durante la nostra festa nazionale a Roma, con i prodotti tipici di Norcia».

Sociologia, Antropologia, Filosofia • Dopo i saluti di Luca Nicola Castiglione e Gonario Guaitini, il convegno era stato aperto dalle relazioni di Giovanni Greco (sulla fondazione della massoneria moderna), Giovanni Pizza (su universalismo e relativismo) e del filosofo Umberto Galimberti, che ha rapito la platea con una affascinante dissertazione sulla crisi del pensiero moderno, tra tecnica, razionalità e patrimonio simbolico perduto.

Come i Romani • Il filosofo rifiuta l’etichetta di ‘pessimista’ («Sono un realista», puntualizza a umbriaOn) mentre traccia un quadro decisamente cupo della civiltà occidentale e dei suoi giovani, «che non hanno vitalità, sono seduti e si rifugiano nell’alcol, nella droga e nell’apatia non per piacere ma per anestetizzarsi dalla realtà». Secondo lui non c’è futuro e chi ci illude del contrario – come le religioni – fa solo il nostro male. «Siamo come gli antichi romani alla vigilia dell’arrivo dei barbari»

Tecnica senza etica • Con un profluvio di citazioni dei grandi filosofi di Ottocento e Novecento, Galimberti supporta le sue tesi secondo cui la tecnica non è più un ‘mezzo’ per ottenere o fare qualcosa, ma è diventato il vero scopo del vivere quotidiano. L’abilità è diventata più forte dell’etica, per cui non ci si chiede più se ciò che si fa sia bene o male, ma ci si preoccupa solo di saperlo fare per assecondare il proprio superiore. Una logica nata con il Nazismo, secondo il filosofo: gli esecutori degli stermini di massa nei campi di concentramento «si preoccupavano solo di uccidere in tempo utile per l’arrivo del convoglio successivo».

Confronto fra religioni • Moderata da Gianmichele Falassi, la tavola rotonda ha visto gli interventi di May Abdel Quader (Giovani Musulmani d’Italia), Pawel Gajewsi (Chiesa Valdese), Daniela Misul (già Presidente della Comunità Ebraica di Firenze). Doveva esserci anche Annarita Caponera (consiglio delle Chiese Cristiane di Perugia), ma ha dato forfait. Al suo posto è intervenuta Antonella Posta: «Sarebbe stato un peccato non avere qui un oratore che parlasse del cristianesimo, sento su di me tutto il peso di questo ruolo», ha detto.

P.C.

Fonte: UmbriaOn 21 giugno 2017



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