Oltre cent’anni di storia e quel nome condiviso tra due figli della Napoli illuminata del Settecento e dell’Ottocento. E’ la «Bovio-Caracciolo», una delle officine più antiche del Grande Oriente d’Italia. Punto di riferimento della massoneria italiana, fucina di «liberi muratori» in grado di scalare la piramide del Goi.
Nel 1911, così come scrive Aldo Mola, direttore del centro per la storia della massoneria, la loggia iniziò Giovanni Napolitano, il papà del presidente della Repubblica. Da allora, e dopo la fusione con la «Francesco Caracciolo», decine di personaggi illustri della cultura napoletana hanno calpestato il pavimento a scacchi tra le colonne del sapere. ( continua )