È morto oggi sabato 19 dicembre a 95 anni Nedo Fiano, scrittore fiorentino e superstite dell’orrore dell’Olocausto, uno degli ultimi. Nel corso degli anni lo ha raccontato instancabilmente e ha contribuito a far crescere nelle nuove generazioni lo sdegno per ogni razzismo e ogni dittatura. Uno dei suoi figli, Emanuele Fiano, è deputato PD.
II Grande Oriente d’Italia lo ricorda così: “Il Grande Oriente d’Italia abbruna con grande tristezza i labari per la scomparsa a Milano del carissimo fratello Nedo Fiano, 95 anni, Gran Maestro Onorario dell’Ordine con oltre mezzo secolo d’orgogliosa appartenenza alla Comunione di Palazzo Giustiniani. Scrittore, dirigente d’azienda, uomo di profonda cultura, Fiano è stato uno dei simboli e dei testimoni della Shoah. “Un uomo e un fratello – come ha ricordato il Gran Maestro Bisi – che con la sua testimonianza e il suo straordinario impegno ci ha arricchito trasmettendoci la memoria di un’agghiacciante tragedia e esortandoci a non abbassare mai la guardia per la libertà e la dignità umana. Continueremo a ricordarlo nei nostri cuori portando avanti la sua missione. Perché le tenebre dell’odio non abbiano il sopravvento sulla luce della ragione”.
Il Gran Maestro, la Giunta e i fratelli del Grande Oriente d’Italia porgono ai familiari di Nedo Fiano ed ai suoi fratelli di Loggia le più sentite condoglianze.
Novantacinque anni compiuti lo scorso 22 aprile, 54 anni di Massoneria. Una vita di lotte per la libertà contro la follia nazifascista e ogni totalitarismo. Durante la Gran Loggia del 2011, con l’orgoglio e la commozione di più di mille Fratelli riuniti solennemente nel Tempio, il Grande Oriente elesse per acclamazione Nedo Fiano ‘Gran Maestro Onorario’ del Goi. E con lui anche Giuseppe Abramo, Gran Segretario della Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani ed esperto di studi ebraici, e Santi Fedele, docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Messina.
“E’ stato un momento di grande commozione”, commentò Fiano, che nel ringraziare tutti i Fratelli Liberi Muratori lanciò un messaggio forte ai giovani e agli studenti: “Cercate di ricordare cosa è accaduto e preparatevi a difendere il vostro diritto e il diritto degli altri”. Nedo Fiano è stato uno dei sopravvissuti all’inferno di Auschwitz e uno dei più attivi testimoni contemporanei dell’Olocausto nazista. Dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste nel 1938, dovette abbandonare la scuola a 13 anni perché di religione ebraica. Proseguì gli studi presso una piccola scuola organizzata autonomamente all’interno della comunità ebraica fiorentina. Il 6 febbraio 1944 venne arrestato dalla polizia fascista e rinchiuso nel carcere di Firenze; successivamente fu trasferito al campo di transito di Fossoli insieme con altri undici membri della sua famiglia.
L’11 maggio 1944 venne deportato, insieme a tutti i suoi familiari arrestati, presso il campo di concentramento di Auschwitz, dove arrivò il 23 maggio. La sua matricola di prigioniero era A5405. L’11 aprile 1945 venne liberato dalle forze americane nel campo di concentramento di Buchenwald, dove era stato trasferito dai nazisti in fuga. Fu l’unico superstite della sua famiglia alla tragedia della Shoah. Nel libro ‘A 5405. Il coraggio di vivere’, ha raccontato la sua esperienza di deportato. Sul suo braccio i nazisti impressero a fuoco il marchio con il numero assegnatogli nel campo di sterminio, ma il suo cuore e la sua libertà sono stati sempre più forti della follia del filo spinato e della negazione dell’umanità”.
Il senatore fiorentino Matteo Renzi lo ricorda così: “Nedo Fiano era uno degli ultimi testimoni diretti di Auschwitz. La sua famiglia – venduta per qualche migliaio di lire da un delatore ai nazisti – fu sterminata nelle camere a gas. Lui si salvò miracolosamente. Dopo qualche anno nella sua Firenze decise di andare a vivere a Milano: troppo forte il dolore di respirare ogni giorno nei luoghi della sua famiglia distrutta. Ormai anziano – dopo una vita di successi – decise di tornare a vedere la casa dove era cresciuto: lo conobbi cosi, mentre ero presidente della provincia. Gli proposi di organizzare un charter con gli studenti delle superiori per tornare a Auschwitz. Mi disse che per lui il dolore sarebbe stato troppo grande. Poi cambiò idea. E per due anni – assieme alla Comunità Ebraica di Firenze – organizzammo i voli della memoria. Una delle più toccanti esperienze della mia vita politica.La sua voce in albergo la sera prima della visita ai lager, la sua emozione nei luoghi della prigionia, la sua forza d’animo nell’incitare alla fine i ragazzi a vivere la propria vita da protagonisti: non dimenticherò mai i tanti istanti che adesso mi tornano in testa. Quanta bellezza in quell’uomo che trasmetteva alle nuove generazioni il testimone della memoria.Da Sindaco gli ho consegnato il fiorino d’oro. Da premier sono andato a trovarlo con suo figlio Lele quando già stava male. Ma è da uomo che oggi voglio ricordarlo: non dimenticherò mai gli occhi di Nedo mentre parla degli occhi della sua mamma. Oggi Nedo ha chiuso gli occhi per sempre. Oggi i miei occhi sono pieni di lacrime. Benedico il giorno che ti ho incontrato e ti dico grazie, caro Nedo. Sei stato un gigante nella tua vita. E sei stato meraviglioso nell’accettare di rivivere il dolore di Auschwitz per educare le nuove generazioni. Per dare loro speranza. Per insegnare a tutti noi che dire MAI PIÙ è un dovere. Ciao Nedo, grazie”.
Il sindaco di Firenze Dario Nardella lo ricorda così: “A5405 non è una cifra qualsiasi. È la cifra assegnata a #NedoFiano ad Auschwitz. Un grande scrittore che ha dedicato la sua vita alla testimonianza della Shoah. Oggi e per sempre a noi il compito di mantenere viva la memoria. Lo dobbiamo a Nedo, una grande persona. Riposa in pace”.