Il 30 settembre 1791 le scene del Theater auf der Wieden di Vienna accolgono la prima rappresentazione del Flauto magico (Die Zauberflöte), capolavoro sulle cui fondamenta sarà edificato il nascente teatro musicale tedesco. Sintesi estrema della magistrale sapienza di Wolfgang Amadeus Mozart, quell’opera si consegnerà alla storia come lo straordinario testamento spirituale di un uomo che è, ancor prima che compositore, intellettuale di primo piano in un’epoca di eccezionali mutamenti nella storia dell’Occidente moderno.
Profondo è il significato simbolico del libretto, nominalmente attribuito a Emanuel Schikaneder ma in realtà frutto di un “lavoro collettivo” di cui lo stesso Mozart è attivo compartecipe: elementi massonici ed ermetici, velati riferimenti a leggende e miti, antichi quanto la presente Umanità, “testimoniano di una innegabile partecipazione ai princìpi accolti nel Flauto magico e invitano – nelle parole di Fabrizio Alfieri, l’autore di questo studio – a considerare il capolavoro mozartiano come opera sinceramente animata da uno spirito tradizionale; quello spirito, trasmessosi di epoca in epoca, che Mozart e Schikaneder avevano ricevuto dall’iniziazione, dal metodo e dagli insegnamenti della Libera Muratorìa”.
Quello proposto è un viaggio guidato, passo a passo, attraverso l’interpretazione simbolica delle scene; un viaggio da intraprendere riservando al Flauto magico un trattamento conforme alla prospettiva dalla quale l’opera stessa invita a collocarsi: una prospettiva di tipo iniziatico, di ricerca volta a mettere in rilievo la dimensione del sacro nell’uomo e oltre l’uomo, una prospettiva, cioè, di ordine intellettuale nel senso più ampio ed elevato del termine.
Con esso, Fabrizio Alfieri auspica di suscitare l’interesse nei confronti di una riflessione che il lettore potrà seguitare personalmente, “allorché sarà realmente una sua aspirazione il condurre dalla “potenza” all’ “atto” quelle possibilità di conoscenza con cui “squarciare il velo dell’eterna notte”, consapevole che sarà un cammino impervio, per realizzare il quale, come per il protagonista del Flauto magico, occorreranno una via, un metodo e una determinazione straordinari”.
Fabrizio Alfieri, Mozart. Il viaggio iniziatico nel “Flauto magico”
Luni Editrice, Milano 2014, www.lunieditrice.com
Fabrizio Alfieri (nom de plume) rientra nel novero dei collaboratori-fondatori della rivista italo-francese “La Lettera G” / “La Lettre G”, pubblicazione che dal 2004 raccoglie sul versante massonico, ispirandosi all’opera di René Guénon, l’eredità della “Rivista di Studi Tradizionali” di Torino (1961-2003).
Il Mozart di Alfieri, fin dalla sua prima edizione (Luni Editrice, Milano-Firenze 2006), è stato oggetto di prestigiosi riconoscimenti: testo d’esame in Atenei e Conservatori (“Filosofia della Musica” presso l’Università degli Studi di Firenze, “Storia della Musica” presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia…); accreditato come testo significativo sull’interpretazione massonica del Flauto magico presso il “Mozarteum” di Salisburgo, massimo tempio universale degli studi mozartiani, e nella “Biblioteca del Congresso” degli Stati Uniti d’America, in Washington.
L’autore sarà presente in Gran Loggia a Rimini nello spazio espositivo della rivista “La Lettera G” / “La Lettre G”.