Nel segno di Nathan, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e indimenticabile sindaco di Roma

Il 9 aprile del  1921 passava all’Oriente Eterno l’ indimenticabile sindaco di Roma, che guidò la giovane Capitale d’Italia dal 1907 al 1913, e che fu anche Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia per due volte dal 1896 al 1904 e dal 1917 al 1919. Una figura straordinaria di uomo, di politico e di massone, dimensioni che in lui si intrecciano e si fondono in quella che fu la missione della sua vita sia nella veste di amministratore della cosa pubblica che di libero muratore, una missione che coincideva con gli alti scopi dell’Arte Reale, che per lui erano quelli di “risvegliare nelle anime assopite l’aspirazione al riscatto morale”, “temprare le coscienze, col sentimento del dovere civile, all’amore fraterno, alla fraterna difesa contro l’ingiustizia; piantare profonde radici della idealità, che fondendo la fede con la scienza, sollevi in alto l’essere”.

Nathan credeva nella bellezza e bontà dei principi iniziatici massonici come mezzo per condurre gli uomini sulla via del perfezionamento morale e civile e nell’educazione del cuore e della mente che doveva portare all’esercizio della virtù intesa come azione. Protagonista del suo tempo Ebreo laico, mazziniano, riformatore dalla visione ampia ma anche dallo spiccato pragmatismo, fu tra i principali protagonisti della sua epoca. Figlio di un agente di cambio tedesco, Moses Meyer Nathan e di Sara Levi, amica e collaboratrice di Giuseppe Mazzini, era nato a Londra il 5 ottobre 1845. Si trasferì in Italia nel 1859 e visse l’adolescenza e la prima giovinezza tra Firenze, Lugano, Milano (dove diresse il giornale l’Unità d’Italia) e la Sardegna. L’influenza di Mazzini e di Aurelio Saffi, amici di famiglia dai tempi londinesi, incise fortemente sulla sua formazione e sul suo orientamento culturale e politico. Nathan giunse nella Città Eterna nel 1870 all’indomani della Breccia di Porta Pia, per lavorare a organizzare il nuovo giornale settimanale mazziniano La Roma del Popolo e fu in questo periodo che cominciò a occuparsi in maniera attiva di politica. Acquisì la cittadinanza italiana nel 1888 e, l’anno successivo, fu tra i fondatori della Società Dante Alighieri, insieme a Giosuè Carducci. Divenne consigliere provinciale a Pesaro (1889-1895) e consigliere comunale a Roma (1895-1902), lavorando al progetto di un raggruppamento di tutte le forze della sinistra laica e democratica che fosse in grado di contrastare la maggioranza conservatrice. Un progetto che continuò a portare avanti, tra molti ostacoli, anche quando tra il 1907 e il 1913.fu alla guida della giunta capitolina costituita da un Blocco laico democratico, che comprendeva liberali, demo-costituzionali, repubblicani, radicali e socialisti.

Nathan venne iniziato il 24 giugno 1887, a 42 anni, nella loggia Propaganda massonica di Roma e nove anni più tardi – precisamente il 1° giugno 1896 – fu eletto, per la prima volta ai vertici del Goi succedendo ad Adriano Lemmi, il grande finanziatore del movimento patriottico risorgimentale. Come Gran Maestro si pose come obiettivo primario quello di traghettare l’Istituzione nel nuovo secolo e di farla conoscere all’esterno, attraverso conferenze pubbliche mirate a divulgare i principi massonici, primo tra tutti quello della fraternità, che rendeva la Massoneria, dagli altri sodalizi, e che era a fondamento della sua naturale aspirazione alla pace universale e all’accordo tra i popoli attraverso la vittoria del diritto sulla forza, e al perseguimento del sogno Stati Uniti d’Europa. Particolare rilievo Nathan impresse all’educazione, alla formazione dei giovani, in chiave laica ed etica.

“Siamo – amava ripetere – un’associazione educatrice”, il cui compito era quello, appunto di “risvegliare nelle anime assopite” la coscienza, la sete dell’ideale. Quanto all’atteggiamento politico della Massoneria, per Nathan, che era uomo politico, doveva essere quello di riaffermare l’esistenza di una grande nazione unita e degna di gloriosissime tradizioni, anelante a progresso e libertà, al di là di ogni scuola o partito.

Durante il suo magistero il Grande Oriente d’Italia si trasferì nella sede di Palazzo Giustiniani. Ed è entrato nella storia il discorso di inaugurazione che Nathan pronunciò nella sala Zuccari il 21 aprile 1901 alla presenza di deputati e senatori, magistrati, alti funzionari, ufficiali, professori, intellettuali e oltre duecento signore. Alla sua sinistra il tavolo per la stampa. E a loro, ai “profani” si rivolse spiegando, per la prima volta nella storia del Goi, cosa fosse la Massoneria e quali fossero i suoi scopi, chiarendo la posizione dell’Ordine nei confronti delle varie fedi religiose, della politica, delle donne e dell’istruzione, l’idea di fratellanza e di solidarietà e soffermandosi sul tanto deprecato presunto segreto massonico…e persino sul divorzio. Cosa che che portò la curia a potenziare il suo attacco alla Massoneria, attraverso l’azione concentrica di tutte le parrocchie d’Italia. Il 7 novembre 1903 Nathan si dimise dalla carica di Gran Maestro, anche se formalmente la cessazione del suo primo mandato si fa risalire al 14 febbraio 1904.

Tornò così ad abbracciare a pieno ritmo l’attività politica pubblica e nel 1907, mentre era a capo del “Blocco popolare”, fu eletto sindaco di Roma, diventando ben presto modello da seguire per una miriade di comuni italiani di unione delle forze laiche e popolari contro conservatori e filoclericali. Una formula di successo, alla quale contribuì con una serie di leggi a favore di Roma, anche Giovanni Giolitti, con cui Nathan condivideva riformismo e volontà di modernizzare il paese, un altro libero muratore, al suo terzo mandato come presidente del Consiglio. Quando divenne primo cittadino della capitale, Nathan aveva 62 anni, ed era considerato un uomo e un politico rigoroso, competente, responsabile e attento. Il blocco popolare guidò Roma fino al 1913 e ne facevano parte Achille Ballori, Meuccio Ruini, Giovanni Montemartini, Gustavo Canti, Ivanoe Bonomi, Giovanni Antonio Vanni, Tullio Rossi Doria. Occupa un posto speciale nella storia capitolina il discorso di insediamento che tenne.

“Qui raccolti uomini di vari partiti e di varie scuole, ascritti e fedi diverse, siamo venuti su questo sacro colle in nome della grande ed elevata politica la quale ha avuto la virtù di riunirci in fascio; la politica nazionale di fronte alla antiunitaria, la politica della libertà di fronte a quella dell’intolleranza, la politica del progresso di fronte a quella della reazione”. Se non sono queste le parole di un massone? Scuola, casa, problemi di bilancio, sanità pubblica, municipalizzazioni, istruzione, sostegno di formazione professionale, furono i punti chiave del suo programma. Nathan conosceva bene le necessità di Roma, che pur essendo ricca di tesori storici, artistici, archeologici, versava in condizioni di estrema arretratezza.

Nel 1909 fu approvato il primo piano regolatore della città e prese il via la municipalizzazione del servizio tranviario e dell’energia elettrica. Nathan avviò anche una politica di realizzazione delle opere pubbliche. Nel 1911 in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia, furono inaugurati il Vittoriano, il Palazzo di Giustizia, la passeggiata archeologica e lo stadio al Flaminio, primo impianto moderno per le manifestazioni sportive. Nathan si battè per l’apertura di circa 150 asili comunali per l’infanzia e terminò il suo mandato nel 1913. Allo scoppio del primo conflitto mondiale si arruolò volontario. Aveva 70 anni e combattè sul Col di Lana. Nel 1917, fu di nuovo eletto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dopo che il candidato già scelto, il suo amico Achille Ballori fu assassinato da un pazzo a Palazzo Giustiniani. Nathan fu giudicato il più autorevole a gestire l’Istituzione massonica in uno scenario devastato dal conflitto mondiale. Ma a causa dell’età e delle sue condizioni di salute resse il supremo maglietto solo per due anni. Morì a Roma il 9 aprile 1921.

Nel pomeriggio dell’ 11 aprile, il Consiglio Comunale dedicò la seduta alla sua commemorazione. Riposa in una tomba monumentale al Cimitero del Verano, poco distante dal Pantheon dei Gran Maestri e dei Grandi Dignitari del Grande Oriente.



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