In relazione alle affermazioni de Il Fatto Quotidiano oggi in edicola, dal titolo ‘Camorra, massoni e craxiani, vita di un uomo detto Valterino’, secondo cui Valter Lavitola, politico, giornalista, direttore ed editore di quotidiani, qualificato come ‘rampante faccendiere lucano attivissimo nel backstage del potere’, sarebbe iscritto al Grande Oriente d’Italia, la Gran Segreteria del Grande Oriente puntualizza: “Valter Lavitola, classe 1966, diviene apprendista del Grande Oriente d’Italia l’8 novembre 1990, all’età di anni 24 – numero di brevetto 45108. Non lascia memoria di sé. E’, infatti, ancora apprendista quando se ne esce con lettera di ‘assonnamento’, ovvero di dimissioni dall’Obbedienza, in data 27 dicembre 1994. Da allora le nostre strade si sono definitivamente separate, e sono trascorsi 17 anni”.
“Poiché non crediamo che l’articolista intendesse rimproverargli un ‘peccato di gioventù’, il Grande Oriente respinge, anche stavolta, vecchi teoremi. Per citare il grande Ernesto Nathan: ‘non c’è trippa per gatti’. Aggiungere altro sarebbe inutile”.
“Non si faccia il gioco delle tre carte raccontando, peraltro a distanza di dieci giorni dal nostro intervento, ancora una volta la vecchia favola del complotto massonico contro la Chiesa. Non abbiamo tacciato la Chiesa di evasione fiscale, né attaccato il popolo delle parrocchie e degli oratori. In un periodo di grave crisi economica, in cui si chiede ai più deboli di sopportare duri sacrifici, chiediamo che lo Stato elimini ogni sorta di privilegi ed esenzioni, sospendendo l’8 per mille fino al raggiungimento del pareggio di bilancio, come fissato nella manovra. Questa è giustizia sociale, non guerra di religione”. E’ quanto afferma Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
“Il nostro – precisa ancora il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – è un richiamo forte contro i privilegi delle caste di ogni tipo, qualsiasi abito indossino. L’azione e il pensiero della Libera Muratoria nella società italiana ha un unico fine: il bene del nostro Paese. In luogo di excusatio non petita, si abbia invece il coraggio di affrontare la realtà e di rinunciare, anche se costa, a fruire di privilegi, esenzioni ed erogazioni da parte dello Stato, che provocano pesanti ingiustizie ai danni della stragrande maggioranza dei cittadini. Di tutto c’è bisogno oggi – conclude Raffi – tranne che agitare fantasmi del passato e stracciarsi inutilmente le vesti, credendosi intoccabili”.
Consueta Tornata rituale al Bosco di Isabella a Radicofani il 4 settembre La Loggia XX Settembre n. 604 all’Oriente di Montepulciano , con la collaborazione del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Toscana, Domenica 4 settembre 2011 alle ore 9,30 a.m. organizza la consueta tornata rituale in grado di Apprendista al Bosco Isabella di Radicofani (Siena). Seguirà un’Agape bianca presso il vicino Ristorante “La Torre”, al prezzo di 30 euro a persona. Parteciperà alla manifestazione il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi.
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi ai seguenti recapiti telefonici: 348 89.08.116 o 333 78.70.484 o 339 42.32.895 oppure al seguente indirizzo di posta elettronica: l.ventisettembre.604@virgilio.it
Consueto appuntamento di fine estate il 17 settembre a Villa Il Vascello per la ricorrenza dell’Equinozio di Autunno e del XX Settembre nel parco della sede nazionale del Grande Oriente d’Italia che ospiterà i festeggiamenti annuali della Comunione prima della ripresa in autunno dei lavori delle logge. Il programma prevede la mattina (ore 10,30) il talk show “Ernesto Nathan e l’Unità d’Italia. Patriottismo, laicismo e buongoverno”, condotto dal politologo Massimo Teodori, mentre nel pomeriggio (dalle ore 17) ci saranno un concerto dell’Orchestra Filarmonica diretta dal M° Marco Severi, un recital dell’artista Emanuele Montagna e la sezione cinematografica curata dal Servizio Biblioteca. Il discorso augurale del Gran Maestro Gustavo Raffi – momento clou delle celebrazioni – chiuderà la serata.
Quest’anno è prevista – sempre nel tardo pomeriggio – l’assegnazione del Premio “Giacomo Treves”, concorso biennale del Grande Oriente d’Italia. I festeggiamenti del 2011 per l’Equinozio di Autunno e il XX Settembre coincideranno con le celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia e l’appuntamento del 17 settembre sarà la tappa capitolina della lunga rassegna commemorativa del Grande Oriente partita a marzo e che si concluderà nei primi mesi del 2012 dopo aver attraversato l’intero stivale. Tutti gli eventi in programma avranno perciò identità e contenuti ispirati a storia e realtà del nostro processo unitario. L’accesso a Villa Il Vascello, in Via di San Pancrazio 8 a Roma, sarà libero solo la mattina, mentre nel pomeriggio sarà riservato agli invitati.
Sabato 3 settembre conferenza stampa a Cosenza dell’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani
Sud e cultura, giovani e legalità. Insieme a un nuovo Patto di Fratellanza per uscire dalla crisi economica e valoriale che rischia di riportare l’Italia alla stagione dell’egoismo di parte e dei privilegi di casta. Questi i temi portanti della conferenza stampa che l’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, terrà sabato 3 settembre alle 11.00 a Cosenza, presso l’Home Club Residence (viale Giacomo Mancini n° 28). L’incontro con i giornalisti, coordinato dal prof. Sergio Tursi Prato, addetto stampa del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Calabria, sarà l’occasione per far conoscere più da vicino le idee e i progetti della Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani e per rilanciare, dopo il recente convegno di Reggio Calabria, il forte appello del G.O.I. contro ogni forma di criminalità. L’azione di rinnovamento culturale che il Grande Oriente d’Italia sta portando avanti in Calabria, si radica sempre più come prospettiva di crescita sociale grazie ad un lavoro di squadra che coinvolge tutti gli iscritti del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Calabria, guidato da Antonio Seminario.
“Il Grande Oriente d’Italia – spiega Seminario – continua così il proprio dialogo con la società civile, di cui è parte attiva, nella linea del confronto tracciato dalla Gran Maestranza Raffi. Ci sono idee, uomini ed energie che possono e vogliono spendersi con credibilità e forza per la crescita della nostra Regione. A nessuno è consentito voltarsi dall’altra parte o chiudersi nell’indifferenza”. La crescita quantitativa e qualitativa dell’Istituzione, parla anche nei numeri: in Calabria si contano 74 Logge per quasi 2500 iscritti. Le richieste di adesione sono in continuo aumento, mostrando uno spaccato di società che bussa con convinzione alla “Porta del Tempio” per ritrovare stimoli e valori che la società di oggi non riesce più a dare.
Da segnalare inoltre l’appuntamento di sabato 3 settembre alle 17.00: presso la Sala convegni ‘Ermanno Critelli’, Rubbettino Industrie Grafiche ed Editoriali a Soveria Mannelli (Cz), il Gran Maestro Raffi concluderà i lavori del Convegno pubblico sul tema: “Ripartiamo da Teano”, promosso ed organizzato dalla Loggia “Dionisio Ponzio n° 363, all’Oriente di Decollatura. Dopo 150 anni, per restare insieme e costruire il futuro dell’Italia”.
Nel 150esimo anniversario dell’Unità nazionale, la tradizionale partecipazione del Grande Oriente d’Italia il 20 settembre alla Breccia di Porta Pia, quest’anno dovrà essere incisiva e compatta. La testimonianza pubblica dell’impegno della Libera Muratoria italiana per il progresso del nostro Paese dovrà essere tangibile e manifesta.
Questo è l’auspicio del Gran Maestro Gustavo Raffi che chiama a raccolta tutte le logge per commemorare l’anniversario dell’annessione di Roma al Regno d’Italia che decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi. Com’è consuetudine, l’omaggio a Porta Pia sarà seguito da una breve celebrazione al Gianicolo, dove il Gran Maestro deporrà una corona di alloro ai piedi del monumento equestre dedicato a Giuseppe Garibaldi. L’inizio delle celebrazioni è previsto alle ore 10:30 con il primo appuntamento nel Piazzale di Porta Pia.
Quinto e ultimo convegno della loggia “Randolfo Pacciardi” per il 150° dell’Unità d’Italia
Per il prossimo 16 settembre la loggia “Randolfo Pacciardi” (1339) di Giuncarico ha in programma l’ultimo dei cinque incontri organizzati con l’Antica Società Storica Maremmana per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. “Il Risorgimento e Luciano Bianciardi” è il titolo del convegno che si svolgerà alle ore 16,30 nella Sala Consiliare del Comune di Grosseto (Piazza Dante) con il patrocinio dell’amministrazione comunale e della provincia grossetana.
Intervengono: il sindaco Emilio Bonifazi, il docente universitario Stefano Adami e il Fratello Paolo Pisani nella veste di Presidente dell’Antica Società Storica Maremmana. Modera Roberto Breschi, maestro venerabile della loggia “Randolfo Pacciardi”.
Giovani, legalità e cultura: la Calabria che vogliamo.
Sud e cultura, giovani e legalità. Insieme a un nuovo Patto di Fratellanza per uscire dalla crisi economica e valoriale che rischia di riportare l’Italia alla stagione dell’egoismo di parte e dei privilegi di casta. Questi i temi portanti della conferenza stampa che l’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, terrà sabato 3 settembre alle 11.00 a Cosenza, presso l’Home Club Residence (viale Giacomo Mancini n° 28). L’incontro con i giornalisti, coordinato dal prof. Sergio Tursi Prato, addetto stampa del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Calabria, sarà l’occasione per far conoscere più da vicino le idee e i progetti della Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani e per rilanciare, dopo il recente convegno di Reggio Calabria, il forte appello del G.O.I. contro ogni forma di criminalità. L’azione di rinnovamento culturale che il Grande Oriente d’Italia sta portando avanti in Calabria, si radica sempre più come prospettiva di crescita sociale grazie ad un lavoro di squadra che coinvolge tutti gli iscritti del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Calabria, guidato da Antonio Seminario.
Sabato 3 settembre alle 17 , Sala Convegni ‘Ermanno Critelli’, Rubbettino Industrie grafiche ed editoriali, Soveria Mannelli (Cz)
Saluti e interventi di: Federico Nicotera, Maestro Venerabile della R.L. ‘La Sila – D. Ponzio’, n. 363 Oriente di Decollatura; Antonio Seminario, presidente del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Calabria; Mario Caligiuri, assessore alla Cultura della Regione Calabria; Antonio Perfetti, Gran Maestro Aggiunto del G.O.I.
Relazioni di: Enzo Gioffrè, oratore della R.L. ‘La Sila – D. Ponzio’, n. 363 Oriente di Decollatura su ‘Il ruolo del Mezzogiorno nell’Unità d’Italia’; Enrico Iachello, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania sul tema: ‘L’unificazione italiana’.
Conclude i lavori Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Modera: Vincenzo Ferrari, oratore del collegio circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Calabria.
Come ogni anno la loggia “Mont Blanc” (1197) di Saint Vincent festeggia il proprio anniversario di fondazione con un suggestivo incontro ‘sotto le stelle’ presso l’Osservatorio di Saint-Barthélemy, vicino Nus, in provincia di Aosta. L’appuntamento di quest’anno, che celebra otto anni di vita dell’officina, si terrà il 3 settembre (dalle ore 17,30) con una conferenza dal titolo “I viaggi sotto le stelle. Esperienze passate e presenti”. Porteranno contributi: Giustino Languasco di Imperia e Paolo Pietrapiana di Torino, mentre le conclusioni saranno del Gran Maestro Onorario Morris L. Ghezzi, Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia. Nel corso dei lavori è previsto un dibattito.
Al termine ci sarà un’agape con familiari e amici presso l’Ostello di Saint-Barthélemy con successiva visita guidata all’Osservatorio.
Per saperne di più sull’Osservatorio di di Saint-Barthélemy clicca qui
“In un tempo di grave crisi economica, in cui si chiedono lacrime e sangue ai pensionati e ai più deboli, serve responsabilità e concreta solidarietà: tutti devono dare il proprio contributo per salvare il Paese dal rischio default. Dai politici ai calciatori, non sono più ammesse esenzioni feudali né privilegi di casta che hanno il sapore di un autentico insulto alla povertà e a milioni di italiani che lottano quotidianamente per far fronte a difficoltà di ogni tipo”. E’ quanto afferma Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
“E’ giusto – spiega Raffi – che lo Stato abolisca le esenzioni dell’Ici per i beni immobili della Chiesa non destinati al culto e di tutti gli altri enti che si avvantaggino di tale esenzione, così come è opportuno congelare per tre anni l’8 per mille fino al raggiungimento del pareggio di bilancio, come fissato nella manovra, destinando le risorse alla ripresa economica dello Stato. Non siamo certo nostalgici delle leggi Siccardi che abolirono i privilegi del clero né presi da furore giacobino, ma chiediamo giustizia ed equità sociale. Chi ha di più, apra i cordoni della borsa e dia l’esempio”.
“La Libera Muratoria – rimarca il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – è dalla parte di chi si rimbocca la maniche per far uscire il Paese dalle secche dell’egoismo e dell’indifferenza. Rilanciamo con forza il bisogno di un nuovo Patto di Fratellanza che abbia davvero a cuore il destino dei giovani e delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese. Dal tunnel della crisi e dalla minaccia delle speculazioni internazionali – conclude Raffi – si può uscire solo camminando in cordata verso un’unica direzione: il bene dell’Italia”.
“Esprimiamo fiducia nel lavoro della magistratura, ribadendo anche in questa circostanza l’assoluta estraneità ai fatti del Grande Oriente d’Italia. Domenico Macrì è stato immediatamente sospeso dall’Istituzione, in attesa che possa chiarire nelle sedi competenti le imputazioni a suo carico nell’ambito dell’inchiesta sull’operazione Decollo Money”. E’ quanto afferma Antonio Seminario, presidente del Collegio dei Maestri Venerabili della Calabria.
“La vicenda di cronaca – rimarca Seminario – non getta ombre sul Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani, che crede nella legalità e ha fatto della trasparenza una questione di vita e di impegno per il riscatto del territorio. Ricordiamo che di recente, a Reggio Calabria, il Gran Maestro Gustavo Raffi ha lanciato un forte appello per spezzare le catene della ‘ndrangheta e della criminalità. E’ questo – conclude il presidente del Collegio dei Maestri Venerabili della Calabria – il percorso che seguiamo da sempre, e la nostra scelta di giustizia sociale. Non si torna indietro”.
“Cagliostro il Mago Massone” di Philippa Faulks e Robert L. D. Cooper, edito in Italia dalle Edizioni Mediterranee, è l’ultimo libro dedicato al Grande Iniziato del XVIII secolo. Libro fondamentale e che restituisce finalmente il giusto posto alla figura del conte Alessandro Cagliostro, che, come già scrisse il regista Pier Carpi, non fu il ciarlatano Giuseppe Balsamo. (Leggi recensione completa)
“Profondo dolore per le giovani vittime della strage di Utoya e ferma condanna per il killer che ha scatenato l’inferno in Norvegia: Anders Behring Breivik è uno squilibrato esibizionista criminale, un integralista che dovrà rispondere delle sue violenze e dei suoi crimini. Le sue ossessioni non inneschino perciò strumentalizzazioni e luoghi comuni, dando il pulpito a improvvisati inquisitori: l’esplosione della follia di uno stragista cristiano fondamentalista non può criminalizzare o identificare il cristianesimo, né gettare fango sulla Massoneria per una foto con il grembiule postata e ostentata su Facebook”. E’ quanto afferma Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, esprimendo la condanna di Palazzo Giustiniani per l’attentato che ha colpito al cuore la Norvegia.
“In momenti come questi – rimarca il Gran Maestro del GOI – occorre stringersi ai familiari delle vittime, esprimendo una condanna senza appello perché fatti del genere non si ripetano. Non servono capri espiatori e qualunquismi che allontanino la ricerca della verità. E’ tempo invece – conclude Raffi – di rilanciare un impegno forte perché in tutta Europa venga bandita ogni forma di xenofobia, razzismo e spirito di crociata”.
L’accoglienza dei pattesi alle truppe garibaldine fu trionfale, tanto che da Giacomo Oddo la paragona a quella ricevuta a Palermo: “La città di Patti accolse i garibaldini con tale e tanto entusiasmo quale non erasi veduto che in Palermo. Tutto il popolo accorse ad incontrarli fuori delle mura. Le strade zeppe, i balconi gremiti di belle ed eleganti signore, che agitano fazzoletti e riversando sui volontari immensa copia di fiori, gridavano evviva l’Italia, a Garibaldi, ai fratelli italiani, alla libertà. E i volontari raccoglievan quei fiori, e se ne adornavano il petto e la bocca delle carabine. Alla porta della città sorgeva un arco trionfale, la banda del paese suonava l’inno di Garibaldi, ed accompagnava i volontari ai quartieri, la popolazione era tutta quanta in festa. Né la generosa gioventù di Patti arrestassi alle dimostrazioni, conscia de’ suoi doveri verso la patria, essa prese il fucile e corse nelle fila dei volontari”. A sostegno della tradizione pattese Calabria riporta una serie di documenti a partire dall’opera di Mario Menghini dal titolo “La spedizione garibaldina di Sicilia e di Napoli nei proclami, nelle corrispondenze, nei diarii e nelle illustrazioni del tempo” edito dalla Società Tipografica Editrice Nazionale, nella quale si trova una lettera spedita da Patti il 19 luglio 1860 e pubblicata sul giornale “Unità Italiana” al 27 luglio 1860. Nicola Calabria evidenzia nella sua ricerca aspetto poco conosciuto, ovvero l’indebitamento del Comune per sovvenzionare l’Esercito Meridionale. Infatti, il passaggio delle truppe garibaldine da Patti gravò sul bilancio del comune come si evince da un documento conservato presso l’Archivio Storico comunale di Patti scritto dal sindaco al Ministro degli Interni il 23 maggio del 1862, per sollecitare i crediti vantati dal comune anche per lo stanziamento della caserma militare, per la sistemazione dei Reali Carabinieri, e del Tribunale Circondariale. “Cavalli, carri, vitto e alloggio, farina e suppellettili furono pagati con i soldi dei cittadini. L’impresa garibaldina fu fatta sulle spalle e con i soldi dei siciliani” scrive Calabria che così continua “allo stato attuale non sono riuscito a trovare ulteriore documentazione che attesti il rimborso totale delle spese effettuate. L’entusiasmo dei pattesi, le sovvenzioni e tutto il resto non fu così spontaneo, come fino ad oggi si è creduto, ma i comuni s’impegnarono nella “rivoluzione” o “liberazione” dietro l’assicurazione del rimborso delle spese”.
Brescia, Editrice La Scuola, 2011, pp. 102, 9.00 euro
A 150 anni dall’unità d’Italia, il Risorgimento appare un evento che fa ancora discutere con accesi dibattiti che coinvolgono sia gli storici che opinione pubblica in generale. Il volume, attraverso le parole di Francesco Traniello, per molti anni docente di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche di Torino, affronta alcuni degli snodi principali dell’unificazione nazionale segnalando, nello stesso tempo, anche i diversi usi che nei decenni si sono fatti delle vicende e dei miti risorgimentali.
Cattaneo viene ricordato per le sue idee federaliste improntate su un forte liberalismo e laicità. All’alba dell’Unificazione italiana, Cattaneo era fautore di un sistema politico basato su una confederazione di stati italiani sullo stile della Svizzera. Per Cattaneo la partecipazione alla vita della società è un fattore fondamentale nella formazione dell’individuo: il progresso può avvenire solo attraverso il confronto collettivo. Il progresso non deve avvenire per forza, se avviene, avverrà compatibilmente con i tempi: sono gli uomini che scandiscono le tappe del progresso. Carlo Cattaneo (1801-1869), politico, patriota, filosofo, è oggi considerato unanimamente tra i principali teorici del federalismo. Fu fautore di un sistema politico basato su una confederazione di stati italiani sullo stile della Svizzera.
Gli scritti politici di Pisacane, e la sua attività rivoluzionaria, rappresentano la prima manifestazione di un nucleo italiano di pensiero socialista, in cui si collega l’ideale dell’indipendenza nazionale alle aspirazioni di riscatto sociale e politico delle masse contadine. Pisacane credette che prima ancora dell’istruzione e formazione del popolo, secondo quanto predicava la dottrina mazziniana, occorresse risolvere la questione sociale, ossia la questione contadina, con la riforma agraria. Gli scritti sono introdotti da un saggio di Morris L. Ghezzi, Eran trecento e libertari. Carlo Pisacane (1818-1857) è la figura più radicale del risorgimento italiano, sostenitore e protagonista di una via rivoluzionaria. Partecipò attivamente all’impresa della Repubblica Romana ed è celebre soprattutto per il tentativo di rivolta che iniziò con lo sbarco a Ponza e che fu represso nel sangue a Sanza, da quei contadini oppressi che egli voleva liberare.
La Sicilia nell’unità d’italia raccoglie il contributo di un gruppo di validi studiosi di storia contemporanea, che fanno riferimento all’Istituto per la storia del risorgimento italiano, impegnati nell’occasione del 150° dell’unità nazionale a divulgare e far conoscere alcuni aspetti poco noti della Storiografia post-unitaria. Gli scritti presentano alcune questioni fondamentali legate all’economia, al ruolo istituzionale di personaggi quali Crispi, Cavour, Cattaneo e piu tardi di Sturzo, nel segno di una storiografia aperta alle istanze regionaliste e federaliste, non sottovalutando gli sforzi complessivi del nuovo stato impegnato nell’opera ciclopica di unificare sette realtà diverse tra loro per geografia, giurisprudenza, tradizioni militari, economia, e percorsi istituzionali.
Abba, Bandi, Checchi, Mario, Nievo e gli altri memorialisti che vissero e poi rievocarono l’epopea garibaldina; Verga, De Roberto, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Sciascia e gli altri scrittori siciliani che la rivisitarono criticamente; e ancora Malaparte, Vittorini, la Banti, Bianciardi e altri narratori: dai loro libri l’icona dell’Eroe, Giuseppe Garibaldi, illumina comunque un secolo e più di letteratura, offrendo alla precaria identità dell’Italia d’oggi un mito che, anche quand’è messo in questione, nulla perde della sua efficacia. Si direbbe anzi che, come sul romanzo francese dell’Ottocento e sui suoi ambiziosi e sfortunati protagonisti si allunga l’ombra gigantesca di Napoleone, così sull’immaginario dei nostri narratori incomba l’archetipo-Garibaldi, con l’evidenza di un monumento equestre e con l’urgenza di un problema irrisolto. Un mito necessario, dunque, e tuttavia problematico, se oggi come ieri divide; ma è proprio su una memoria divisa, contrastata, plurale che si reggono l’identità e le sorti delle nazioni civili.
Una patria libera è la necessaria condizione perché un popolo possa realizzarsi e compiere la missione che – secondo Mazzini – Dio gli ha affidato. La repubblica è la sua forma più matura di governo poiché la politica è scontro tra libertà e dispotismo e tra queste due forze non è possibile trovare un compromesso: è una guerra di princìpi che non ammette transazioni. Mazzini esorta il popolo a non accontentarsi delle riforme che sono accomodamenti gestiti dall’alto e non si radicano, cioè, nello spirito di libertà e di uguaglianza. Lo scritto di Mazzini è preceduto da un saggio di Morris. L. Ghezzi dal titolo, Revisionismo laico e democratico: la questione democratica.
L’opera “I MILLE”, fu scritta da Giuseppe Garibaldi dieci anni dopo la sua famosa impresa, come del resto si rileva da una lettera che Garibaldi inviò a Riboli il 20 febbraio 1872, nella quale gli dà notizia che il manoscritto è pronto per la stampa. Rifiutato da vari editori per l’aspro contenuto, in certi casi fortemente irriverente, l’opera fu pubblicata nel 1874 in pochi esemplari, con i tipi di Camilla e Bertolero di Torino. Per quanto quindi fosse un’edizione privata per i soli sottoscrittori, ciononostante la sua uscita suscitò vivacissime e aspre polemiche. Un Garibaldi con l’animo amareggiato, sferzante, spesso irriverente, che insorge contro i preti, contro i conservatori, contro la monarchia, contro Mazzini, contro tutti e tutto, infine contro l’ordinamento sociale, ch’egli considera fondato su l’ingiustizia e sulla violenza.
Definita «una folle impresa» da qualche contemporaneo, la spedizione dei Mille avrebbe portato nel volgere di pochi mesi alla liberazione del Mezzogiorno e al compimento dell’Unità d’Italia. Accogliendo le sollecitazioni del presidente della Repubblica in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, l’autore ricostruisce la crisi del regime borbonico, l’insurrezione siciliana, la spedizione garibaldina e il conflitto politico-istituzionale tra moderati e democratici a ridosso del plebiscito dell’ottobre 1860. Nella narrazione di questi eventi, il volume riserva un’attenzione particolare alle questioni istituzionali. Accanto all’operazione militare per la liberazione della Sicilia e del Mezzogiorno si svolsero un confronto culturale e un conflitto politico sul futuro ordinamento dell’Italia ai quali parteciparono i maggiori protagonisti della cultura siciliana e italiana. Nei mesi precedenti la formazione del Regno d’Italia, la classe dirigente, ponendo sempre al centro l’alto obiettivo dell’Unità, si confrontò e si scontrò su temi ancora oggi al centro dell’agenda politica: accentramento e decentramento, autonomismo e federalismo. Tramite l’esame dei materiali di ricerca molto sparsi, dei carteggi dei protagonisti e del recente Epistolario di Cavour, l’autore indaga sulla complessa vicenda storica, rileggendo le intuizioni di insigni storici, ma senza la vis polemica che ha contraddistinto il dibattito storiografico in altre occasioni celebrative.
Roma, La Lepre edizioni, 2011, pp. 270, 20,00 euro
Un vivido affresco sui primi trent’anni di Roma capitale, ricco di aneddoti sconosciuti e di divertenti ritratti dei personaggi che caratterizzarono l’epoca. In queste pagine, impreziosite da immagini e illustrazioni originali, sfilano figure storiche come Garibaldi, Pio IX, il Re Galantuomo o Monsignor De Merode; protagonisti delle cronache come il brigante Gasperone o la contessa Lara; gente del popolo come i buzzurri, gli sgherri, i briganti o le guardie papaline. Sergio Valentini racconta con brio e divertita ironia la piccola Roma del papa-re che si trasforma nella grande metropoli del nostro secolo. Come afferma Walter Veltroni nella prefazione: «Scritte con uno stile letterariamente originale, con linguaggio mai banale, sempre ricco e suggestivo, le pagine scorrono come una macchina del tempo».
Pubblicato in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’unità nazionale, Ti racconto l’Italia nasce per dare voce a quelle generazioni di patrioti che, tra sacrifici di ogni genere, dedicarono ogni loro energia, e spesso anche la vita, al sogno di un’Italia unita e libera dalla dominazione straniera. Vero e proprio atto d’amore nei confronti della lunga stagione risorgimentale, Ti racconto l’Italia, grazie alla competente curatela di Riccardo Reim, è un libro antiretorico, sincero e a volte duro. Una raccolta di scritti e reportage d’epoca dove, pagina dopo pagina, il tormentato percorso che ha consentito all’Italia di diventare una nazione diventa un’avventura grandiosa da rivivere in “presa diretta” grazie alle testimonianze dei suoi protagonisti. In questo modo – e attraverso i contributi di uomini di lettere e d’azione come Giuseppe Mazzini, Silvio Pellico, Carlo Cattaneo, Giuseppe Montanelli, Emilio Dandolo, Edmondo De Amicis, Carlo Pisacane, Giuseppe Cesare Abba, Ippolito Nievo, Felice Cavallotti, Felice Venosta, Cesare Pascarella, Alexandre Dumas, Giuseppe Garibaldi e molti altri – i luoghi-simbolo del Risorgimento, le sanguinose battaglie, gli eroi delle insurrezioni, i luoghi deputati alla repressione antipatriottica e il martirio di chi regalò la vita al sogno di un’Italia unita escono dalle polverose pagine dei tomi di Storia in cui sono stati frettolosamente relegati per diventare memoria vissuta e condivisa di una stagione su cui c’è ancora molto da imparare.
Sicilia Risorgimentale vuole raccogliere il contributo attuale di studiosi siciliani e non, per focalizzare il contributo specifico dei patrioti siciliani nella fase pre unitaria, e nella preparazione dell’impresa dei Mille. A questo contributo storiografico si lega il vasto movimento culturale romantico-risorgimentale che ha permeato la temperie culturale nella letteratura, nell’arte, nella filosofia, nelle scienze,nel diritto fino a creare una coscienza nazionale maturata definitivamente a partire dai moti del 1848 e dal loro fallimento. Importante il contributo di questi precursori preunitari sul concetto di federalismo, di costituzionalismo, di volontarismo e di partecipazione popolare, poiché su questi principi si fonderà il vasto movimento risorgimentale che in Sicilia, a differenza di altre regioni italiane, avrà carattere di massa, trascinando in questo moto vorticoso altre realtà titubanti del meridione d’italia nei confronti della monarchia sabauda.
Con quest’opera attraverso l’esame di articoli di giornali e testimonianze di uomini di spicco della nostra penisola, l’autore riporta alla giusta attenzione delle cronache la figura di Randolfo Pacciardi, mai adeguatamente ammirato nel suo tentativo di unire etica, politica e cultura. Fervente mazziniano da giovanissimo, fu poi attivo nella lotta antifascista, che gli costò la condanna a cinque anni di confino. Nominato segretario del Partito Repubblicano Italiano, combatté per la liberazione della Spagna dai franchisti e fondò negli Stati Uniti la “Mazzini Society”. Rientrato nell’Italia liberata nel 1944, sarà protagonista delle vicende politiche nazionali per circa un quarantennio, fondando e dirigendo altresì vari giornali.
“Auguri a un uomo di dialogo e di speranza, che ha sempre testimoniato percorsi di umanità”. Così Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, nel messaggio di auguri al cardinal Ersilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna, che oggi compie 97 anni. “Nei tanti confronti vissuti con Tonini – rimarca Raffi – ho sempre apprezzato la sua voglia di futuro, di ragionare cercando ciò che unisce al di là delle appartenenze e delle divisioni di parte”.
“Mons. Tonini – aggiunge Raffi – è un testimone di sapienza che ha fiducia nell’uomo, nei suoi dubbi e nei ritorni del cuore, soprattutto nella capacità di costruire sempre. La ‘ragione della speranza’, che è il filo conduttore del suo alto magistero, indica che la verità è un cammino comune per ogni cercatore di senso, laico o cattolico. Gli giunga il nostro abbraccio – conclude il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – segno della nostra rinnovata stima e amicizia”.