Inaugurazione: 31 maggio, ore 12 (Biblioteca Nazionale) Per la Stampa, l’accesso alla Mostra è possibile a partire dalle ore 11
Mostra promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Unità Tecnica di Missione per le celebrazioni del Centocinquantenario dell’Unità d’Italia e dalla Società Dante Alighieri in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze a cura di Eugenia Querci.
Dante Alighieri, padre e unificatore della lingua e, idealmente, della nazione italiana, diventa riferimento simbolico delle aspirazioni civili e identitarie risorgimentali. A Firenze una mostra -con dipinti, sculture, libri e cimeli- si concentra sulla modernità del Sommo Poeta evidenziandone la corrispondenza con il sentire dell’uomo dell’Ottocento.
Per tutta la durata della mostra, nella Sala Poliziano della Biblioteca Nazionale, sarà possibile assistere alla Maratona infernale: in 7 ore di video, trasmesse continuativamente, per la regia di Lamberto Lambertini, ideatore del progetto insieme a Paolo Peluffo, lo spettatore sarà proiettato in una rilettura in chiave contemporanea di 34 Canti dell’Inferno.
Ulteriori informazioni ed immagini per la Stampa: www.studioesseci.net
Comunicato Stampa
Opere pittoriche, sculture, incisioni, fotografie, oggetti, libri, cartoline, piccoli cimeli. Una mostra, allestita dal 29 maggio al 31 luglio 2011 alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, accompagna il visitatore in un lungo viaggio temporale che dal Medioevo giunge idealmente al Risorgimento. Al centro la figura di Dante Alighieri, protagonista assoluto che assume qui i contorni del mito.
Esposta nella Tribuna dantesca, la ‘sala-tempio’ circolare dedicata proprio a Dante, una selezione di opere pittoriche di Carl Vogel von Vogelstein, di Domenico Morelli, Francesco Saverio Altamura, Federico Faruffini, Gaetano Previati, per citarne solo alcuni, danno conto degli aspetti più rilevanti dell’interpretazione di Dante nel corso dell’Ottocento, in relazione al Risorgimento e, in particolare, all’Unità d’Italia, di cui il poeta fiorentino viene visto come primo vate. Ma non solo. Ai dipinti si aggiungono le sculture di Vincenzo Vela, Pio Fedi e Paolo Troubetzkoy, e ancora, disegni, incisioni, stampe, le preziose edizioni ottocentesche illustrate della Divina Commedia.
Nell’Ottocento il Sommo Poeta diviene riferimento simbolico delle aspirazioni civili e identitarie risorgimentali e, in quanto maestro di stile e padre fondatore della nazione, sia in senso linguistico che politico, assume il ruolo di guida ideale per i più importanti scrittori, intellettuali e storici italiani: Leopardi, Foscolo, Monti, Mazzini, Tommaseo, de Sanctis.
In particolare, a Firenze, la figura di Dante si riconcilia con la memoria della città: del 1818 è l’iniziativa di erigere il Cenotafio in S. Croce e nel 1865, all’indomani dell’Unità, si aprono le celebrazioni per il sesto centenario della nascita del poeta. Sempre nel 1865 un intervento del critico Pietro Estense Selvatico sulla relazione tra Dante e le arti figurative sottolinea il valore che la sua figura assume per i giovani artisti; nel 1888 nasce la Società Dantesca Italiana a Firenze e nel 1889 la Società Dante Alighieri, sotto la guida di Giosuè Carducci. Infine nel 1900, a confermare l’attenzione nei confronti del poeta, si aggiunge il Concorso Alinari per l’illustrazione della Divina Commedia – bandito a Firenze proprio durante le celebrazioni per il VI centenario del Priorato di Dante – e, nella stessa epoca, la costruzione della neogotica cattedra dantesca in Orsanmichele, dalla quale letterati come D’Annunzio avrebbero dato nuova vita alla Lectura Dantis.
Le arti figurative, la letteratura e perfino il melodramma si concen