Cosenza 15 gennaio 2011 – (Gazzetta Sud) La massoneria e l’Unità d’Italia.

Cosenza 15 gennaio 2011 – (Gazzetta Sud) La massoneria e l’Unità d’Italia.

Si tiene oggi pomeriggio a Palazzo San Bernardino, dalle 16:30, il convegno sul tema: “Il contributo della massoneria all’Unità d’Italia”. L’iniziativa, inserita nel programma “I giovedì dell’Unità d’Italia” dell’Università Popolare di Rossano, è co-organizzata dalla Massoneria Grande Oriente d’Italia R. L. Luigi Minnicelli in collaborazione con la Biblioteca Minnicelli, con il patrocinio del Comune di Rossano, della Provincia di Cosenza e della Regione Calabria.

Il programma prevede, in apertura, la prolusione del prof. Giovanni Sapia, direttore dell’Università Popolare di Rossano, del sindaco della città bizantina Franco Filareto, del presidente dell’Amministrazione provinciale Mario Oliverio, dell’onorevole Giovanni Dima. Relazioneranno il saggista Guglielmo Adilardi su “Il contributo della massoneria all’Unità d’Italia”, il senatore Cesare Marini su “Il ruolo di Domenico Mauro e dell’abbazia di S. Adriano prima e dopo la spedizione dei Mille”; l’avvocato Amerigo Minnicelli su “il ruolo di Luigi Minnicelli nel Risorgimento”; il dottor Vincenzio Paradiso su “Trent’anni della loggia Luigi Minnicelli di Rossano”; dell’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri su “Profili culturali nell’azione del governo regionale”.
Le conclusioni sono affidate all’avvocato Gustavo Raffi Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.

(Gazzetta del Sud) 15 GEN 11

Como 8 gennaio 2011 – (La Provincia di Como) Opera difficile, a più livelli.

Como 8 gennaio 2011 – (La Provincia di Como) Opera difficile, a più livelli.

Intervista al direttore Oliver Gooch

Maestro Gooch, nel «Flauto magico» si intrecciano la dimensione ieratico-massonica e quella da opera buffa. A quale delle due avete dato la predominanza?

Per un pubblico moderno, il concetto di Massoneria è forse molto vago, non così all’epoca di Mozart. L’equilibrio fra le due dimensioni è davvero difficile. È una sfida che tutti i direttori devono superare. È possibile mettere in scena Il flauto magico a vari livelli. Mozart scrive una musica di tale profondità da consentire diversi tipi di interpretazione. È una gioia quando si esegue la sua musica.

I parlati hanno largo spazio, li eseguirete integralmente?

Abbiamo deciso di ridurre i dialoghi scritti da Schikaneder per alcuni motivi. La qualità dei parlati è molto variabile, cambia da scena a scena. Speriamo di aver fatto i giusti tagli utili sia alla produzione, al racconto e alla perfetta resa della storia e del dramma.

Al giorno d’oggi la contrapposizione fra il mondo di Sarastro (tutto positivo) e quello della Regina della Notte (tutto negativo) appare un poco semplicistica. Lei cosa ne pensa?

All’inizio dell’opera, la Regina della Notte è rappresentata come una madre amorevole, in lutto per il rapimento della figlia Pamina. Sarastro, viceversa, appare come il sovrano del male che sottomette e tiranneggia il proprio popolo, come fa con lo schiavo Monostatos, punito per il tentato stupro di Pamina. Man mano che la storia si sviluppa, assistiamo a uno spostamento verso una visione più semplicistica della Regina della Notte contrapposta a un sovrano del tutto illuminato quale Sarastro. Alcuni commentatori hanno trovato questo ribaltamento poco convincente, ma comunque funzionale alla resa globale della vicenda.

Giancarlo Arnaboldi

(La Provincia di Como) 8 GEN 11

Firenze 28 dicembre 2010 – (Corriere Fiorentino) Il banchiere del Risorgimento, con la cassa a Livorno.

Firenze 28 dicembre 2010 – (Corriere Fiorentino) Il banchiere del Risorgimento, con la cassa a Livorno.

Al museo Fattori per l’«anno garibaldino» una giornata di studio dedicata ad Adriano Lemmi, massone e mazziniano Livorno. Sul lato sinistro del cartoncino di presentazione c’è lo stemma del Comune di Livorno, su quello destro l’effige del Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali. Nel mezzo, senza squadre né compassi, il nome del Grande Oriente d’Italia, ovvero la più importante obbedienza massonica d’Italia. Oggi alle 17 nella sala degli specchi del museo «Giovanni Fattori», si celebra (o si discute) l’opera di Adriano Lemmi, finanziere, commerciante, mazziniano e garibaldino, tra i più importanti finanziatori del Risorgimento, gran maestro livornese della massoneria. Un’iniziativa, inserita nei festeggiamenti dell’anno Garibaldino, pensata e voluta dall’assessore alla Cultura Mario Tredici, oggi un intellettuale indipendente (ex giornalista del Tirreno), in passato orgoglioso iscritto al Pci. Non è la prima volta che tra massoneria e Comune di centrosinistra si instaura una collaborazione culturale. Che forse, come accaduto in passato, farà discutere. E forse anche un po’ sorridere i maliziosi. Ferdinando Cordova, uno dei relatori, illustre ordinario alla Sapienza di Roma, ha lo stesso cognome del magistrato che nei primi anni Novanta indagò sulla massoneria. «Se si vuole parlare della storia di Livorno bisogna inevitabilmente passare dalla libera muratoria», spiega Massimo Bianchi, gran maestro aggiunto del Grande oriente d’Italia (cioè numero due nazionale), ex vice sindaco socialista e pure lui livornese doc. L’assessore Tredici però non è incuriosito dalla storia delle logge labroniche. «Molto interessante è invece la figura di Lemmi (che massone divenne solo nel 1875 a 53 anni) soprattutto negli anni antecedenti all’unità e alla breccia di Porta Pia. Fu lui che, nel 1860 insieme al banchiere Pietro Adami, ottenne la concessione per la realizzazione delle ferrovie nel Mezzogiorno facendo arrabbiare l’aristocratico Cavour. L’affare saltò, ma il nome di Lemmi diventò di primaria importanza».

Lemmi, che fu soprannominato il «banchiere del Risorgimento» era un seguace di Mazzini. E durante l’iniziativa di oggi sarà analizzato anche questo aspetto storico controverso. Perché se Mazzini, come sostengono alcuni biografi, progettò attentati sanguinari, Lemmi fu il suo finanziatore? A questa e ad altre domande risponderanno, oltre che il professor Cordova, Giovanni Greco (Università di Bologna), Fabio Bertini (Università di Firenze), il direttore dell’archivio di stato di Livorno, Massimo Sanacore e lo stesso Massimo Bianchi.

Che precisa: «Lemmi fu un grande fratello e un grande patriota. Livorno, allora città massonica per antonomasia, aveva grandi amici. Tra questi i fratelli Jacopo e Andrea Sgarallino, anche loro liberi muratori. La famiglia Sgarallino tutt’oggi è custode della più grande collezione privata al mondo di cimeli garibaldini. Tra questi la bandiera di Curtatone e Montanara, la sciabola di Garibaldi e il famoso telegramma «Obbedisco» inviato da Garibaldi al re dal Trentino durante la seconda guerra di Indipendenza». Luci, ma anche ombre. Oggi si parlerà anche di un Lemmi coinvolto nello scandalo della banca romana. Una macchia che lo accompagnerà tutta la vita. Wikipedia lo ricorda così: «Adriano Lemmi, fu il primo a intuire l’importanza di avere a propria disposizione una loggia coperta per manovrare la finanza pubblica stando dietro il palcoscenico. Il suo programma era quello di far uscire dalle logge i poveracci e i pensatori, l’obiettivo quello di conquistare il potere».

(Corriere Fiorentino) 28 DIC 10

Livorno 28 dicembre 2010 – (La Nazione) Lemmi tra politica, economia e Massoneria.

Livorno 28 dicembre 2010 – (La Nazione) Lemmi tra politica, economia e Massoneria.

«Adriano Lemmi fra politica, economia e fratellanza»: è il tema del convegno che si svolgerà oggi, martedì, dalle 17, nella Sala Specchi di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva 65). L’iniziativa è promossa dal Comune insieme al Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali, in collaborazione con il Grande Oriente d’Italia. Dopo i saluti dell’assessore comunale alla cultura Mario Tredici e di Massimo Bianchi, Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia, è prevista un’introduzione di Fabio Bertini, docente all’Università di Firenze e presidente del Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali.

Tema della sua relazione sarà «Adriano Lemmi, l’economia e la finanza». Sono poi previsti i seguenti interventi: Ferdinando Cordova, Università La Sapienza di Roma su «Adriano Lemmi, Gran Maestro dell’Italia Unita»; Giovanni Greco, Università di Bologna su «Notarelle su Adriano Lemmi»; Massimo Sanacore, direttore Archivio di Stato di Livorno, su «Appunti d’archivio su Adriano Lemmi». Per ulteriori informazioni: 0586/820.500.

(La Nazione) 28 DIC 10

Genova 26 dicembre 2010 – (Il Secolo XIX) È morto Giuseppe Anania storica figura della massoneria.

Genova 26 dicembre 2010 – (Il Secolo XIX) È morto Giuseppe Anania storica figura della massoneria.

L’avvocato Anania, 83 anni, è deceduto la scorsa notte a Genova. È stato una delle figure più note della massoneria genovese “storica”, quella del Goi, il Grande Oriente d’Italia ricoprendo incarichi ai vertici regionali e nazionali.

Anania, noto nel mondo forense, di origini calabresi, è stato ai vertici del Grande Oriente d’Italia, ricoprendo la carica di primo sorvegliante. Negli anni ottanta e Novanta ha condiviso il processo di trasparenza e pubblicizzazione di molte iniziative della massoneria del Goi, seguendo a Genova sia il ritorno nella sede storica di Sampierdarena (un tempo sede del partito socialista) con il trasferimento del “Tempio” massonico da via Fieschi e le iniziative svolte con il Gran Maestro del Goi, l’avvocato riminese Gustavo Raffi che hanno portato a Genova e in Liguria a molte iniziative pubbliche con la presenza di tutto il collegio dei venerabili e degli iscritti come accaduto nella manifestazione forse più importante per numeri e presenze, svoltasi all’auditorium del Carlo Felice quando tutti i “venerabili” della Liguria furono presenti alla manifestazione pubblica.

Vai al sito de “Il Secolo XIX”.

(Il Secolo XIX) 26 DIC 10

Giuseppe Anania

Roma 23 dicembre 2010 – (Adnkronos) Livorno: martedì convegno “Adriano Lemmi tra politica, economia e fratellanza”.

Roma 23 dicembre 2010 – (Adnkronos) Livorno: martedì convegno “Adriano Lemmi tra politica, economia e fratellanza”.

Il Comune di Livorno e il Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali, in collaborazione con il Grande Oriente d’Italia, presentano il Convegno ‘Adriano Lemmi fra politica, economia e fratellanza’. L’evento si terrà martedì 28 dicembre, alle ore 17.00 al Museo civico “Giovanni Fattori” di Livorno (Sala degli specchi, Villa Mimbelli Via S. Jacopo in Acquaviva, 65).

I programmi dei lavori prevedono i saluti di Mario Tredici, assessore alla cultura del Comune di Livorno e di Massimo Bianchi, Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia. Presiede e introduce Fabio Bertini, Università di Firenze e presidente del Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali, che tratterà “Adriano Lemmi, l’economia e la finanza”.

Relatori: Ferdinando Cordova, dell’Università La Sapienza di Roma, sul tema: “Adriano Lemmi, Gran maestro dell’Italia unita”; Giovanni Greco, Università di Bologna, “Notarelle su Adriano Lemmi”; Massimo Sanacore, Direttore dell’ Archivio di Stato di Livorno su “Appunti d’archivio su Adriano Lemmi”.

(AdnKronos) 23 DIC 2010

Roma 23 dicembre 2010 – (AGI) Massoneria: Raffi, in 2011 dialogo per cambiare il Paese.

Roma 23 dicembre 2010 – (AGI) Massoneria: Raffi, in 2011 dialogo per cambiare il Paese.

Un 2011 di progetti e di dialogo per cambiare il paese. Questo l’augurio per le festività di fine anno di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, che in un messaggio afferma: “Buone feste a chi crede ancora ai sogni, a chi coltiva un dubbio che è seme di ricerca. Buona ‘stella di luce’ a chi conserva una speranza nel cuore e a chi coltiva un pensiero per il domani, anche quando è notte. L’augurio del Grande Oriente per tutti gli italiani è di vivere un 2011 di grandi progetti e di azioni concrete per il sociale. Un anno in cui la scuola pubblica torni ad essere agenzia forte di educazione, giorni in cui il dialogo si faccia strada tra le appartenenze, strutturando un confronto necessario per realizzare i cambiamenti che il nostro Paese attende”.

Raffi sottolinea: “Che sia un anno di pensieri forti, di cultura vissuta e impegno per superare l’incompiuto. Un anno di fraternità per chi è solo e al freddo, di coesione nel 150esimo dell’Unità nazionale. Abbiamo bisogno, insieme, di stringere verità controvento ma anche di fare spazio alla fiducia perché tutto può sempre cambiare. I liberi muratori sono da sempre al fianco di ogni uomo che cerca il senso della vita. Ci facciano compagnia la pietra della ricerca che non ha fine, il grano della speranza che non muore, il volto dell’altro che è nostro fratello sulle strade di un tempo da vivere”.

(AGI) 23 DIC 10

Roma 9 dicembre 2010 – (Adnkronos) Ciampi: Raffi (GOI), Auguri a un Grande italiano.

Roma 9 dicembre 2010 – (Adnkronos) Ciampi: Raffi (GOI), Auguri a un Grande italiano.

“Auguri a un grande italiano, uno statista che ha servito bene il nostro Paese e continua con umanità e intelligenza a dare prestigio alla nostra storia repubblicana”. Così Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, formula gli auguri del Goi al presidente emerito e senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi, per il suo novantesimo compleanno.

“Ricordiamo con affetto – prosegue l’avvocato ravennate alla guida della Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani – il suo infaticabile impegno civile, politico e istituzionale di garante della Costituzione, a tutela dei valori della Repubblica. Siamo d’accordo con Stefano Folli che oggi, sul ‘Sole 24 Ore’, definisce il senatore a vita ‘ultimo uomo del Risorgimento’, augurandoci al contempo che la sua lezione alta di vita e di politica continui a parlare all’oggi della nazione. L’insegnamento di Ciampi non puo’ infatti restare solo una pagina di storia profonda che racconta di Italia e di Europa, ma deve tracciare un percorso di presa di coscienza anche per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia, per l’incompiuto cui dobbiamo lavorare tutti insieme affrontando le sfide che ci attendono”.

“Ci farà a lungo strada – conclude Raffi – l’energia morale, la forza del progetto e il pensiero di Ciampi che hanno costruito un percorso per ravvivare la memoria nazionale e avvicinare i cittadini alle istituzioni e al tricolore, che e’ simbolo di tutti. Auguri presidente”.

(AdnKronos) 9 DIC 2010

Fano 23 novembre 2010 – (Corriere Adriatico) Gustavo Raffi ospite degli aderenti fanesi alla massoneria.

Fano 23 novembre 2010 – (Corriere Adriatico) Gustavo Raffi ospite degli aderenti fanesi alla massoneria.

I trent’anni della loggia Procacci celebrati con il Gran maestro

Fano. E’ stato celebrato in un noto ritrovo della città il trentennale della fondazione della loggia massonica fanese “Alessandro Procacci”, al quale ha partecipato il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi con numerosi rappresentanti di tutte le “officine” marchigiane.

“Sono lontani i tempi – dichiara l’architetto Massimo Frequellucci, maestro venerabile della loggia Procacci – in cui i massoni si aggiravano come guardinghe creature notturne com’è ampiamente dimostrato dal fatto che il Gran Maestro venga chiamato ad intervenire in popolari trasmissioni televisive”.

Ma c’è ancora qualcuno che considera la Libera Muratoria come una sinistra società segreta o addirittura come un sabba diabolico. In realtà i massoni hanno fatto ricorso al segreto quando, in passato, condizioni politiche e sociali ostili glielo hanno imposto. Oggi invece tutti possono riconoscere i presupposti per un aperto confronto con la società civile e per il proficuo impiego del loro impegno umano, del loro patrimonio di cultura e della loro tradizione libertaria.

La loggia Procacci è affiliata al Gran Oriente d’Italia, considerato come il vero portatore degli ideali della massoneria, la cui sede ufficiale è a Roma nel palazzo del Vascello, dove per altro si consumò uno degli episodi più eroici del Risorgimento italiano. La difesa di questi ideali ha portato il gran maestro ad attivare un procedimento giudiziario tutte le volte che il nome della massoneria viene usato a sproposito o strumentalizzato da logge deviate o addirittura inventate. Ha confutato l’opinione comune che per essere iscritti occorre dichiarare di essere atei, anzi questa dichiarazione esclude a priori l’accoglimento di una eventuale domanda e in più l’organizzazione è una delle poche che richiede ai nuovo soci la presentazione del certificato penale del casellario giudiziario.

(Corriere Adriatico) 23 NOV 10

Roma 19 novembre 2010 – (Il Messaggero) Cento anni dalla svolta democratica di Nathan: un sindaco anomalo che in sei anni cambiò Roma.

Roma 19 novembre 2010 – (Il Messaggero) Cento anni dalla svolta democratica di Nathan: un sindaco anomalo che in sei anni cambiò Roma.

Il pensiero politico di Ernesto Nathan, «questo sindaco “anomalo” per la città di Roma, perché inglese di nascita, ebreo e massone» come l’ha definito Walter Veltroni, è stato riassunto da Nadia Ciani in Da Mazzini al Campidoglio – Vita di Ernesto Nathan (Collana Storia e Memoria, pgg. 289, 15 euro).

Il libro, che sarà in libreria da martedì 20 novembre, ripercorre il pensiero e l’impegno politico di Nathan nell’Italia post-unitaria, evidenziando la sua forte volontà democratica e riformatrice, in occasione del centenario dalla sua elezione a primo cittadino di Roma. In Campidoglio dal 1907 al 1913, Nathan rimane un personaggio di grande attualità per il senso di moralità che l’ha guidato in tutta la sua carriera pubblica. La lotta contro gli episodi di corruzione che si verificarono all’epoca di Crispi, il suo tentativo di raggruppare tutte le voci del movimento democratico di quegli anni, con l’obiettivo di costruire un’alternativa di progresso sociale e politico per l’Italia, sono dimostrazioni della sua anima riformista e della dedizione che ha sempre riservato al suo mestiere.

Il libro, con la prefazione di Walter Veltroni, ripercorre le tappe principali della sua carriera: dalle prime esperienze nel movimento democratico e nei tentavi unitari dell’Estrema Sinistra, alle attività di assessore della Giunta capitolina (1889-90), di fondatore della Società “Dante Alighieri”, di protagonista del Patto di Roma, di consigliere provinciale a Pesaro, di candidato alle elezioni politiche e di “Gran maestro” della Massoneria. Esperienze personali che si intrecciano con la storia politica italiana e con i suoi protagonisti. «Ernesto Nathan impresse alla sua attività di amministratore i tratti di una integrità morale che gli veniva riconosciuta da amici e avversari – ha scritto Veltroni- . Nei sei anni in cui Roma venne governata dalla giunta democratica da lui diretta, si delinearono nuove scelte urbanistiche e si realizzarono importanti innovazioni nei servizi pubblici e nel campo dell’istruzione e dell’edilizia scolastica, ma credo che lascito fondamentale di quegli anni rimane il processo di democratizzazione che per la prima volta investì la città».

(Il Messaggero) 19 NOV 10

Udine 18 novembre 2010 – (Il Gazzettino) L’omaggio a Celotti.

Udine 18 novembre 2010 – (Il Gazzettino) L’omaggio a Celotti.

Sala riunioni di Palazzo Kechler affollata per il quinto seminario di studi massonici in memoriam di Antonio Celotti, decano della Libera Muratoria, scomparso l’anno scorso a 103 anni. Fu noto in regione per essere stato vero e proprio filantropo, autore di un profondo rinnovamento della struttura ospedaliera udinese. Scrisse inoltre il libro «La massoneria in Friuli», pubblicato nel 1982, aggiornato per il suo centesimo compleanno, e, da valente pneumologo, dedicò la sua vita alla cura e alla ricerca medica. Dunque un tributo non formale con il seminario titolato “La laicità dello Stato quale garanzia dei diritti civili” che consolida una tradizione di attenzione, a Udine, di studi nell’ambito del Libero Pensiero.

Se, sul piano istituzionale, il convegno è stato introdotto da Sergio Parmegiani, presidente del “Consiglio dei maestri venerabili” dell’Oriente di Udine e coordinato da Giovanni Maria Cecconi, della Giunta del Goi, arricchito da un saluto di Umberto Busolini, presidente del “Collegio dei maestri venerabili del Friuli Venezia Giulia”, sul piano scientifico si è avvalso dei prestigiosi contributi dello stesso Cecconi e dei docenti universitari e studiosi Fulvio Salimbeni, Enzio Volli e Gian Mario Cazzaniga. Lo stesso Volli, in qualità di Gran Maestro onorario, ha siglato l’incontro con la consegna di due borse di studio, bandite con il “Premio Antonio Celotti” e riservate a giovani laureati dell’ateneo udinese, a Silvia Zanlorenzi e Melisa Idrizi.

Se Cecconi, partendo dal mito di Filemone e e Bauci, ha centrato il tema dell’accoglimento dell’altro e del dialogo, Volli ha rilevato momenti storici di un’Italia fine ottocento molto più moderna, tollerante e avanzata, per l’epoca, di quanto si possa immaginare. Cazzaniga ha discettato lucidamente di “laicità dello stato e pluralismo confessionale” e Salimbeni, con un intervento vibrante e ragionato ad un tempo, ha spiegato quanto il “Risorgimento” sia stato una vera cultura, intrisa di idealità e motivazione, sentimenti civili di cui, oggi, si sente quanto mai bisogno. Il tutto si collegava all’inaugurazione della nuova sede della Loggia “11 Settembre”, a Campoformido, nata pochi anni fa come omaggio alle vittime dell’intolleranza e del fanatismo.

(Il Gazzettino) 18 NOV 10

Roma 14 novembre 2010 – (La Repubblica) Il Napoleone radicale e massone che in famiglia era chiamato Plon-Plon.

Roma 14 novembre 2010 – (La Repubblica) Il Napoleone radicale e massone che in famiglia era chiamato Plon-Plon.

La storia di Girolamo, aristocratico esiliato che visse alle falde del Pincio. Sposò Clotilde di Savoia, la figlia di Vittorio Emanuele II.

Tra i tanti brutti tiri che la Storia può giocare ai singoli individui, c’è anche quello di illuderli di essere al centro degli eventi e per così dire nella cabina di comando, mentre in realtà il loro ruolo è quello di semplici pedine, facili prede del più irrimediabile oblio. Difficile che in questo periodo, in cui tanto si discute e si scrive del Risorgimento e dell’unità d’Italia, qualcuno si azzardi a rievocare il pallido spettro del principe Girolamo Napoleone. A fianco dell’entrata dell’Hotel de Russie, in via del Babuino, una targa ricorda che la «nobile vita» del principe terminò proprio a Roma, il 27 marzo del 1891. Già a quei tempi, in pochi si ricordavano di quell’aristocratico esiliato, venuto a spendere i suoi ultimi giorni alle falde del Pincio. Eppure Girolamo, come di addiceva a un Bonaparte, era vissuto in maniera tutt’altro che noiosa.

Suo cugino Napoleone III, d’accordo con Cavour, l’aveva sposato a Clotilde di Savoia, la figlia di Vittorio Emanuele II. Matrimonio tutt’altro che felice, ma importantissimo, come si può intuire, dal punto di vista politico e diplomatico. Per conto suo, Girolamo nutriva sentimenti tutt’altro che prevedibili per un membro della famiglia imperiale francese imparentato ai Savoia. Gli piacevano quelle che ai suoi tempi si definivano le idee radicali, odiava i preti, ed era un massone. Era amico di Alexandre Dumas, che proprio in compagnia del principe, durante un viaggio nel Mediterraneo, aveva visitato l’isola di Montecristo. Come militare, aveva partecipato a molte guerre, dalla Crimea all’Algeria, alle campagne per l’indipendenza italiana, ma la sua vera passione furono gli intrighi politici e giornalistici, che alla fine gli costarono l’esilio a Roma. L’aspetto pingue e bonario dei suoi ritratti ci suggerisce inoltre l’idea di uomo che amava i piaceri. Se dalla principessa Clotilde ebbe tre figli, altri due ne fece con una dama di compagnia di sua moglie, di trent’anni più giovane di lui. Per completare questo rapidissimo ritratto, non si può tacere il buffo soprannome con cui quest’uomo così energico ed avventuroso era chiamato in famiglia e nella cerchia dei più intimi: Plon-Plon. Come si può vedere, ce n’è abbastanza per un romanzo storico, di quelli in cui i grandiosi scenari della guerra e del potere si mescolano ai più imbarazzanti pettegolezzi privati.

Fosse per me, lo intitolerei proprio «Plon-Plon», perché c’è più verità in questi nomignoli familiari, non si sa se più affettuosi o crudeli, che in intere biblioteche di testimonianze storiche. E a dire la verità, un grande scrittore italiano, che meriterebbe anche lui d’essere ricordato più di quanto oggi si faccia, fu tentato dall’impresa. E se non la portò a termine, ci ha lasciato del tentativo una testimonianza struggente, forse più preziosa dell’opera stessa che non riuscì a compiere. Parlo di Mario Pomilio, autore di libri importanti come «Il cimitero cinese» e «Il quinto evangelio», che nel 1964, durante una visita a Roma (lo scrittore, di origine abruzzese, viveva a Napoli), passeggiando per via del Babuino fu incuriosito dalla targa commemorativa dedicata a Girolamo e intraprese delle ricerche storiche per dar corpo a quel personaggio che gli era venuto incontro, in maniera sommessa e misteriosa, dagli abissi del tempo. A quei tempi, il vecchio albergo di via del Babuino dove il principe aveva trascorso i suoi ultimi giorni, era la sede centrale della RAI. E Pomilio era stato colpito proprio dalla somiglianza dei destini del vecchio palazzo e di quel suo improbabile personaggio, travolti l’uno e l’altro dalla marea del tempo che cancella ogni significato. Come spesso accade, il progetto

Roma 4 novembre 2010 – (Adnkronos) 4 novembre: Raffi (GOI), sia tavola di pace e democrazia per Italia che vuole futuro.

Roma 4 novembre 2010 – (Adnkronos) 4 novembre: Raffi (GOI), sia tavola di pace e democrazia per Italia che vuole futuro.

«Una Repubblica nata per unire. Il 4 novembre, Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, costituisca una rinnovata tavola di pace e di democrazia per l’Italia che vuole costruire il proprio futuro. Un evento importante nel percorso della nostra Nazione che si avvia a vivere con rinnovata energia e pensieri di costruzione sociale il 150° anniversario dell’Unità d’Italia».

Così Gustavo Raffi, gran maestro del Grande Oriente d’ Italia, in occasione della Festa del 4 novembre.
«Il sogno dei padri risorgimentali -aggiunge Raffi- si realizzò pienamente con il ‘bollettino’ di Vittorio Veneto e l’Italia, da semplice espressione geografica, come l’aveva definita il principe di Metternich, divenne Nazione. Esprimiamo gratitudine alle Forze Armate, presidio delle libere istituzioni, ricordando quanti, fedeli alla nostra Bandiera, sacrificarono la loro vita alla Patria e agli ideali di libertà. Insieme a tutte le coscienze libere del nostro Paese, ci impegniamo soprattutto nelle celebrazioni del cento cinquantenario, a trasmettere alle nuove generazioni la memoria degli eventi che hanno caratterizzato la storia italiana, perchè venga rinnovata da parte di tutti piena fedeltà alla Carta Costituzionale, nella ricorrenza del 62° della sua promulgazione».

«Oltre al valore delle nostre Forze Armate, impegnate in fondamentali compiti di peace-keeping in ogni parte del mondo -prosegue Raffi- desideriamo rivolgere un pensiero a tutti coloro che sul territorio ogni giorno, senza la luce dei riflettori, svolgono un lavoro difficile per garantire la sicurezza in numerose realtà, dal mantenimento dell’ordine pubblico al soccorso contro le calamità naturali. L’Italia di domani -conclude- si costruisce non con i proclami ma attraverso l’esempio delle persone che si misurano sempre con i problemi reali».

(AdnKronos) 4 NOV 2010

Roma 4 novembree 2010 – (AGI) 4 novembre: Raffi (Massoneria), per unire esempio e non proclami.

Roma 4 novembree 2010 – (AGI) 4 novembre: Raffi (Massoneria), per unire esempio e non proclami.

“L’Italia di domani si costruisce non con i proclami, ma attraverso l’esempio delle persone che si misurano sempre con i problemi reali”. Lo dice Gustavo Raffi, Gran maestro del Grande Oriente d’Italia, in occasione della Festa del 4 novembre, e aggiunge: “La festa dell’Unità nazionale e giornata delle Forze armate costituisca una rinnovata tavola di pace e di democrazia per l’Italia che vuole costruire il proprio futuro. Un evento importante nel percorso della nostra nazione che si avvia a vivere con rinnovata energia e pensieri di costruzione sociale il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia”.

“Il sogno dei padri risorgimentali – dice ancora Raffi – si realizzò pienamente con il ‘bollettino’ di Vittorio Veneto e l’Italia, da semplice espressione geografica, come l’aveva definita il principe di Metternich, divenne Nazione. Esprimiamo gratitudine alle Forze armate, presidio delle libere istituzioni, ricordando quanti, fedeli alla nostra bandiera, sacrificarono la loro vita alla patria e agli ideali di libertà. Insieme a tutte le coscienze libere del nostro Paese, ci impegniamo soprattutto nelle celebrazioni del centocinquantenario, a trasmettere alle nuove generazioni la memoria degli eventi che hanno caratterizzato la storia italiana, perchè venga rinnovata da parte di tutti piena fedeltà alla Carta costituzionale, nella ricorrenza del 62esimo della sua promulgazione”.

Il Gran maestro del Goi conclude: “Oltre al valore delle nostre Forze Armate, impegnate in fondamentali compiti di peace-keeping in ogni parte del mondo desideriamo rivolgere un pensiero a tutti coloro che sul territorio ogni giorno, senza la luce dei riflettori, svolgono un lavoro difficile per garantire la sicurezza in numerose realtà, dal mantenimento dell’ordine pubblico al soccorso contro le calamità naturali”.

(AGI) 4 NOV 10

Roma 3 novembre 2010 – (ANSA) Italia 150: Napolitano, il Risorgimento è Storia di Eroi. Celebriamolo senza complessi né cedimenti.

Roma 3 novembre 2010 – (ANSA) Italia 150: Napolitano, il Risorgimento è Storia di Eroi. Celebriamolo senza complessi né cedimenti.

La storia del Risorgimento è una storia di eroi, di persone che hanno sacrificato la loro vita per l’ideale unitario, ha ricordato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, inaugurando al Vittoriano la mostra “Gioventù ribelle”.
“Dobbiamo celebrare i 150 anni dell’Unità – ha aggiunto – senza complessi e senza cedimenti, superando gli effetti di quell’orrore per la retorica, che non deve certo essere rimpianto, ma che ha finito per farci buttare via troppe cose. E ad esempio ha diffuso una riluttanza a parlare di eroi”.

“Ma cos’è il Risorgimento – ha proseguito – se non una storia di eroi. Cos’è stato Goffredo Mameli se non un eroe? Altri protagonisti che hanno sacrificato la loro vita per l’ideale dell’Italia unita. Altri paesi sono più attenti del nostro a non deprimere il loro patrimonio storico, ad esempio, la Scuola Normale Superiore di Parigi ha recentemente dedicato una giornata di studi a ‘Cavour europeo’.

Dunque liberiamoci dai nostri complessi e facciamo attenzione anche a certi cedimenti, ad esempio all’uso sterilmente polemico nel Risorgimento e del movimento unitario con l’occhio al presente. Mi riferisco a teorie come quelle del Risorgimento inteso come rivoluzione fallita, oppure alla tesi storicamente falsa del brigantaggio meridionale, descritto come reazione al processo unitario nazionale. Il brigantaggio c’era già prima, molti anni prima, ed è stato un fenomeno di rivolta sociale contro l’autoritarismo e l’oppressione borbonica. Invece di riconoscere tutto ciò affiora invece un nostalgismo borbonico”.

Napolitano ha invitato a fare attenzione a queste ed altre ricostruzioni semplicistiche del movimento risorgimentale. “Naturalmente anche nel movimento unitario che ha fatto l’Italia – ha detto ci sono stati errori e ce ne sono stati altri poi dopo l’Unità, gravi insufficienze, incapacità di realizzare gli ideali indicati. Ma non mettiamo errori e responsabilità delle classi dirigenti sulle spalle di eroi come Goffredo Mameli. Parlo di errori che si sono ripetuti per decenni, come la mancata risposta all’arretratezza del Mezzogiorno”.

Napolitano ha concluso il suo intervento a braccio e fuori programma ricordando che “la grandezza del processo unitario è data dalla molteplicità delle sue componenti e che la grandezza di Cavour consiste nella capacità di farle confluire in un progetto”.

(ANSA) 3 NOV 10