Milano 27 gennaio 2012 – (Mursia) Lettera della Mursia Editore al direttore de ‘Il Piccolo’
Alla cortese attenzione
direttore de Il Piccolo
dott. Paolo Possamai
Gentile direttore,
per la prima volta da quando dirigo la comunicazione di Mursia, e sono ormai tanti anni, mi trovo costretta a scrivere una lettera di protesta al Piccolo, un quotidiano che apprezzo molto e di cui mi è nota l’autorevolezza e l’importanza a Trieste. Proprio per questo mi ha molto stupito il pezzo che Silvio Maranzana ha scritto oggi sul convegno del Grande Oriente d’Italia e sul Gran Maestro Gustavo Raffi di cui Mursia ha recentemente pubblicato il libro In Nome dell’Uomo. A cura di Gerardo Picardo. Prefazione di Paolo Peluffo.
C’è, nel pezzo di Maranzana, il maldestro tentativo di suscitare polemichemettendo insieme roba scopiazzata da internet, vista in tv, o letta su altri giornali, senza nessuna verifica e senza citare le fonti. (Per inciso: la dichiarazione di Geronzi è stata pubblicata dal Corriere della Sera a dicembre 2011, mentre la risposta di Raffi è su Il Venerdì di Repubblica del 6 gennaio 2012).
La malafede del cronista – scusi ma non trovo altre definizioni – è tale che persino la cortese risposta di Raffi che, essendo impegnato per lavoro, gli chiede di richiamare diventa un indizio di reticenza. E come tale riportata sul giornale. Ma che modi sono?
Mursia (per la tranquillità di Maranzana, in casa editrice siamo tutte donne e quindi per definizione non possiamo far parte del Grande Oriente. Quindi no, non siamo massoni) ha scelto di pubblicare il libro di Raffi proprio perché esplicita lo spirito e gli scopi del Goi e fa parte di quel processo di trasparenza avviato da un decennio. In un Paese ossessionato dai Poteri forti e dalle dietrologie serve mettere nero su bianco, per diretta voce degli interessati, opinioni e punti di vista. L’inchiostro è galantuomo e chiama ciascuno a rispondere delle proprio opinioni. Massoni e non.
Nel libro, se Maranzana avrà la cortesia di leggerlo, c’è il pensiero di Raffi. Da quello secondo me si sarebbe dovuto partire per parlare del Goi.
Invece Maranzana privilegia le dietrologie, i rumors e scopiazzando da siti internet già querelati, indica Gerardo Picardo come filofascista e mescola, in una confusione crescente, il convegno del Goi al Giorno della Memoria. Risultato: i lettori potrebbero essere autorizzati a pensare che Mursia ha pubblicato il libro di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, curato da un fascista e ha la sfrontatezza di presentarlo a ridosso del Giorno della Memoria. E questo è per me intollerabile.
Mursia è la casa editrice che ha pubblicato due opere monumentali sull’Olocausto e le persecuzioni nazi fasciste: Il libro della Memoria di Liliana Piciotto (8 mila nomi e biografie di ebrei deportati) e Il libro dei deportati di Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia (24 mila nomi e biografie di oppositori politici deportati). Non abbiamo bisogno di presentare le nostre credenziali ma a volte serve rinfrescare la memoria. Quanto a Picardo ha in effetti scritto alcuni libri sullla storia della Destra italiana, però mi risulta abbia anche curato Le notizie più pazze del mondo; una biografia di Saragat, un testo universitario su Giordano Bruno, oltre a vari testi di letteratura e filosofia. Quindi a rigor di logica maranzanesca dovrebbe essere definito oltre che filofascista, filo repubblicano, filo comico, filo eretici e via così.
Ci sarebbe da ridere se non fosse che è stato leso l’onore di una persona e indirettamente anche la casa editrice che l’ha pubblicato, per questo direttore Le chiedo di pubblicare integralmente questa lettera.
Credo che sia necessario dare ai lettori tutte le informazioni, in modo che possano farsi un’idea chiara e precisa. Poi ciascuno di loro giudicherà. In ogni caso Gustavo Raffi sarà al Caffè Tommaseo e, per quel che lo