Tre missioni nello spazio- durate 313 giorni, 2 ore e 36 minuti – precedute da un addestramento ferreo a sopravvivere a tantissime ipotesi di situazioni estreme se non addirittura catastrofiche. E poi la grande emozione che si prova a vedere il nostro pianeta dall’alto. Un anno fa, nella seconda giornata della Gran Loggia di Rimini, dal titolo “Tra terra e cielo”, l’astronauta Paolo Nespoli, guest star del Grande Oriente, fece vivere al pubblico che gremiva il tempio allestito al Palacongressi, una meravigliosa odissea tra cielo e terra, raccontando la grandiosa bellezza del nostro pianeta visto dalla stazione spaziale internazionale realizzata da cinque diverse agenzie spaziali – la statunitense NASA, la russa RKA, l’europea ESA (con tutte le agenzie spaziali correlate), la giapponese JAXA e la canadese CSA-ASC- e che si trova a 400 chilometri dalla Terra. Una casa laboratorio, opera ingegneristica tra le più ardite che il genere umano abbia mai realizzato, che permette di svolgere, importanti esperimenti scientifici. Un grande appartamento che compie ogni 90 minuti un giro intorno al nostro pianeta alla velocità di 28 mila chilometri all’ora, 8 chilometri al secondo nel vuoto assoluto con temperature esterne che variano tra i + 200 e i -150 gradi e dove si vive in assenza di gravità e ogni 40-50 minuti si assiste ad un’ alba e a un tramonto, e dalla cui cupola si vedono luna e terra in modo completamente diverso.
La Terra, taccontò Nespoli, ci appare da lì come un luogo bellissimo da proteggere e preservare per il futuro dell’umanità, di cui a distanza non percepiamo i microconfini, da lì il nostro pianeta sembra una nave in viaggio per l’Universo. E tale appare da questo suggestivo ed emozionante filmato della Nasa realizzato con gli scatti fotografici degli astronauti, che Nespoli ha proiettato a conclusione dell’incontro. All’astronauta, che in Gran Loggia festeggiò il compleanno, il Goi ha attribuito l’onorificenza Galileo Galilei destinata ai non massoni, che si distinguono per eccellenza nei settori della cultura, della ricerca, della scienza e della società.
Con Nespoli il Goi ha anche festeggiato nel 2019 i 50 anni dallo sbarco sulla Luna, un evento che è stato al centro della mostra curata per l’occasione dall’Associazione Italiana di Filatelia Massonica (Aifm-Goi).
Il 21 luglio del 1969 l’astronauta Neil Amstrong fu il primo a mettere piede sul nostro satellite. Con lui si trovava Edwin Aldrin, il pilota del modulo lunare “Eagle” dell’Apollo 11, libero muratore, come moltissimi altri scienziati della Nasa. Buzz, così si faceva chiamare dagli amici, era membro della Montclair Lodge (144) del New Jersey, e in seguito passò alla Clear Lake Lodge (1417) di Seabrook, in Texas. Aldrin ha raggiunto anche il 33esimo grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato della Giurisdizione Sud degli Stati Uniti, di cui portò le insegne con sé a bordo della navicella spaziale, reclamando per la Luna la giurisdizione massonica della Gran Loggia del Texas.