Palazzo Giustiniani: un’ingiustizia nel silenzio contro i massoni/Nove

E’ uscito in libreria per le Edizioni Perugia Libri il volume del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze

02 novembre 2022 08:51

Stefano Bisi ricostruisce la vicenda del lungo contenzioso con lo Stato italiano, “che non ha mai restituito al Grande Oriente d’Italia la sua storica sede che il fascismo gli aveva ‘preso’ nel 1925, dopo averla assaltata e depredata, sequestrando carte, documenti, libri, in cerca degli elenchi di fratelli da perseguitare”, si legge nell’anticipazione pubblicata sul sito grandeoriente.it. “Una ferita – si sottolinea – che non si è mai rimarginata nel cuore di tutti i liberi muratori del Grande Oriente.

Ma anche una questione che non si è affatto chiusa. L’iter giudiziario, che sembrava essersi fermato, è stato fatto ripartire per volontà dell’attuale giunta dalla fine di luglio 2020″. Scrive il Gran Maestro: “Grazie al lavoro certosino, fatto negli archivi del Grande Oriente d’Italia da due avvocati, Raffaele D’Ottavio e Fabio Federico, sono stati recuperati altri documenti importanti che vanno ad aggiungersi a quelli già scovati da Carlo Ricotti ed Elisabetta Cicciola. Una notevole quantità di carta che è servita per presentare ricorso al Tar del Lazio il 29 luglio del 2020 nei confronti del Senato della Repubblica, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dell’Istruzione ‘per l’accertamento e la declaratoria dell’occupazione abusiva di Palazzo Giustiniani, in via della Dogana Vecchia numero 29, attualmente in uso al Senato della Repubblica nonché per la condanna alla restituzione del predetto bene immobile…’, e ‘in via subordinata per l’accertamento e la declaratoria dell’inadempimento del Senato della Repubblica agli obblighi derivanti dall’atto di transazione sottoscritto, con atto pubblico avente numero 25485 del 14 novembre 1991, tra l’Amministrazione delle Finanze, l’Urbs e l’Amministrazione del Senato'”.

Un accordo, si osserva nell’anticipazione, “che formalizzava il cosiddetto Lodo Spadolini dell’11 maggio del 1988 e garantiva la futura concessione dei locali destinati a Museo Storico della Massoneria. Ma la controparte non mantenne mai l’impegno preso, annunciato in un intervento dell’allora presidente di Palazzo Madama, la cui trascrizione è custodita nella sede della Fondazione Antologia a Firenze”. “Ecco cosa dice: ‘Il Senato, rispettoso dei valori della storia espressa dalle mura ma anche dei valori della storia espressa dalle mentes, ha inteso espropriare nello spirito dei luoghi il significato del contributo che il Grande Oriente d’Italia ha reso alla tormentata storia d’Italia dal Risorgimento in poi.

Ed è così che il Senato patrocinerà idealmente la costituzione di un museo che possa rendere pubbliche quelle testimonianze intrecciate alla nostra vicenda nazionale, e la sola parte che abbiamo lasciato, una piccola parte nella piazza del Pantheon per un piccolo museo che sarà costituito quando saranno composte le strutture'”. Non solo il ricorso al Tar. Per evitare il prosieguo del contenzioso giudiziario, prima dell’udienza che era stata fissata al 17 novembre 2021, riferisce il Gran Maestro, “viene scritta un’altra lettera alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati per chiedere un incontro al fine verificare la possibilità di un componimento bonario della controversia.

Alla luce del sole. Nulla di fatto”. Il Tar emette un’ordinanza in cui sostanzialmente rimanda la questione al giudice ordinario. Ma sulla base di casi giudiziari analoghi, i legali del Grande Oriente d’Italia Angelo Piazza, Cesare San Mauro, Fabio Federico e Raffaele D’Ottavio decidono di presentare appello al Consiglio di Stato. La battaglia, dunque, continua. Il nome di Palazzo Giustiniani, scrive il Gran Maestro, ” è impresso nel corpo e nella mente dei liberi muratori del Grande Oriente d’Italia perché ottanta anni di storia della massoneria sono passati da lì, da quelle stanze dove erano i templi per le riunioni rituali e dove sono stati iniziati centinaia di profani; è tra quelle mura che venne ucciso il gran maestro aggiunto Achille Ballori.

E chi dimentica le cronache degli assalti dei fascisti al palazzo per impossessarsi dei nomi dei fratelli e del collare del gran maestro?”.



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