Il Grande oriente d’Italia accoglie i visitatori nella sede di Ballarò “Siamo trasparenti, ditelo a Fava”. Molti i curiosi: “Realtà affascinante”
di GIORGIO RUTA
Piazzetta Speciale, numero civico nove. «È stato così difficile trovarci? C’è pure la targa fuori dal portone». Il “fratello” Antonio Grigoli, ex presidente del consiglio dei maestri venerabili di Palermo, fa gli onori di casa nella sede massonica della Grande Oriente d’Italia. Compasso, squadra, regolo sono ben in mostra in un appartamento al primo piano di un palazzo di Ballarò. Ieri, le porte del tempio si sono aperte come risposta alla legge Fava, approvata dall’Ars, che prevede la dichiarazione di appartenenza alla massoneria per deputati regionali e consiglieri comunali. A fine giornata sono oltre 500 le persone che sono entrate. «Non è la prima volta che apriamo le nostre porte, è l’ennesima prova di trasparenza che diamo. Certo, la coincidenza non è casuale», dice il gran tesoriere aggiunto Giuseppe Trumbatore. Hanno il dente avvelenato i massoni siciliani, parlano di «norma orribile» e di «eccessivo zelo» contro una singola realtà, soltanto perché «si ha paura di quello che non si conosce». E allora, entriamo nel tempio di piazzetta Speciale. La stanza è azzurra, circondata da 18 colonne con sopra i segni zodiacali, il pavimento è a scacchi. In fondo c’è lo scranno del maestro venerabile, da una parte c’è quello del primo sorvegliante, da un altro quella del secondo. Al centro della sala c’è un candelabro che illumina la Bibbia di Gerusalemme e una squadra. Nel primo turno di visite, ci sono 12 persone, per lo più giovani. Il “fratello” Grigoli indica una pietra grezza «simbolo dei vizi», prima di mostrare una pietra cubica «che rappresenta le virtù dell’uomo, emerse dal lavoro fatto dagli attrezzi della muratura». Elenca personaggi storici aderenti alla massoneria, sostiene che la Costituzione sia «stata scritta per lo più da massoni, che la nostra bandiera è un simbolo massonico, come l’inno che è stato scritto da un massone».
I visitatori sono affascinati dall’esoterismo. «Non escludo di provare a farne parte», dice Marcello Oddo, appena concluso il giro del tempio. Con lui la sua ragazza, Mariella Santangelo: «Non ho visto nulla di scandaloso, contrariamente a quello che si dice su alcune testate giornalistiche». L’operazione del Goi è proprio quella di “normalizzare”, di togliere, almeno apparentemente, il velo di segretezza.
«Qui dentro non facciamo nient’altro che studiare continua Trumbatore approfondiamo la simbologia e la storia, per arricchire la nostra conoscenza personale. Che non ci sia nulla da nascondere lo dimostra anche il risultato dei lavori della commissione antimafia, guidata dall’onorevole Rosy Bindi, che ha partorito un topolino, dopo aver sequestrato gli elenchi degli iscritti». Opinioni. L’esame svolto dalla commissione antimafia sulla massoneria sicula e calabrese ha rivelato «la presenza di un non trascurabile numero di iscritti alle logge (circa 190), coinvolti in vicende processuali o coinvolti in procedimenti di prevenzione, giudiziari o amministrativi» relativi a vicende di mafia.
Ma, nel tempio di piazza Speciale ci tengono a sottolinearlo: «Non si può generalizzare, qualsiasi nostro iscritto deve presentare il certificato dei carichi pendenti». In Sicilia sono quasi ottomila i massoni. Fra questi, 5.209 fanno parte del Goi che ha 97 logge nell’Isola: 27 solo a Palermo con circa 700 iscritti, da “Stretta osservanza” a “Pensiero e azione”. E il trend è in aumento: sempre più giovani chiedono di diventare apprendisti. I visitatori guardano ogni simbolo con attenzione. Qualcuno si sofferma sull’occhio di Horo che domina la sala, sotto le scritte «Libertà, uguaglianza, fratellanza». Terminato il primo tour, ne inizia subito un altro. «Benvenuti», sorride un “fratello” alla porta.