Siamo in pieno ‘700, un giovane molisano di umili origini, Francesco Longano decide di intraprendere la carriera del sacerdozio. Come confesserà candidamente anni dopo nella sua autobiografia, lo fa unicamente per poter continuare a studiare. Appassionato di filosofia ed etica, succede al suo maestro Antonio Genovesi, alla cattedra di commercio dell’Università di Napoli ma i suoi scritti di filosofia morale, influenzati dall’atmosfera illuminista e anticlericale, gli attirano le ostilità delle gerarchie ecclesiastiche.
Longano prosegue sulla sua strada e si imbatte nella massoneria. Decide di affiliarsi a ben tre logge, pur essendo sacerdote, nonostante la massoneria sia già fuori legge nel Regno delle due Sicilie e sia severamente condannata dalla Chiesa. Nel frattempo un editore austriaco gli chiede di scrivere un saggio sul Purgatorio che sarebbe dovuto essere pubblicato in tre lingue: italiano, latino e francese.
Nasce così il “Purgatorio ragionato” che non riuscirà a superare i rigori della censura del tempo ma due secoli e mezzo dopo approderà nel luogo più inatteso: la Biblioteca apostolica vaticana. Uno studioso appassionato di quel periodo, Francesco Lepore ha pubblicato un approfondito ed erudito saggio su quel testo che è stato pubblicato nientemeno che nella “Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae”, la pubblicazione ufficiale della “biblioteca del Papa”. In occasione dell’uscita di questo studio, la Biblioteca del Grande Oriente d’Italia ha organizzato una tavola rotonda che si terrà a Roma, presso Casa Nathan, il 6 novembre con la partecipazione di storici ed esperti di quel periodo: Ruggiero di Castiglione, Antonio Trampus, Gianni Eugenio Viola e il giornalista Paolo Rodari. ( continua a leggere l’articolo su “Panorama” )