Già solo una sala dell’Hotel “Delfino” di Taranto affollatissima, nonostante un pomeriggio piovoso, dovrebbe decretare l’esito positivo del convegno “Rebranding Europe: comunicare ai cittadini europei i vantaggi e le opportunità di una Europa Unita nelle difficoltà della vita quotidiana”.
Il vero successo della manifestazione, realizzata il 4 maggio dalla Loggia “Europa” (1444) di Taranto del Grande Oriente d’Italia, con il patrocinio del Grande Oriente nazionale e del Collegio Circoscrizionale della Puglia, è essere riuscita a fornire, grazie al contributo di relatori di livello, una informazione chiara sul rapporto tra il nostro Paese e l’Unione Europea.
“A causa di un grave deficit di comunicazione – ha spiegato in apertura l’avvocato Gianluca Galluzzo, maestro venerabile della loggia organizzatrice – riteniamo che il rapporto del nostro Paese con l’Unione Europea sia stato falsato, avvolto da una nube oscura di disinformazione e pregiudizi, tanto che alcuni arrivano persino a mettere in discussione la nostra permanenza. Come Loggia Europa abbiamo voluto organizzare questo convegno per fare luce e portare alla comunità un contributo di informazione chiara e veritiera”.
Ai lavori, moderati dal giornalista Marco Amatimaggio, sono intervenuti tre specialisti: Stavros Papagianneas, direttore della StP Comunications, autore del libro “Rebranding Europe”, pubblicato nel 2017, che ha dato il titolo al convegno; Domenico Laforgia, ingegnere, professore ordinario di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente dell’Università del Salento e direttore del Dipartimento Sviluppo Economico, Innovazione, Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Puglia; Michele Carriero, commercialista e consulente aziendale, esperto in finanziamenti europei.
La “ricetta” di Stavros Papagianneas: più cultura, educazione e comunicazione con l’UE. Forte di un’esperienza ventennale nelle comunicazioni EU, avendo ricoperto diverse posizioni come responsabile della comunicazione presso la Commissione europea e addetto stampa e portavoce presso varie missioni diplomatiche a Bruxelles, Stavros Papagianneas ha analizzato nel suo libro “Rebranding Europe” i motivi che hanno portato a un gap comunicazionale tra l’Unione Europea e i suoi cittadini, fornendo anche le “raccomandazioni” per operare in futuro un cambiamento. Il suo intervento al convegno di Taranto ha ricalcato questo excursus, analizzando anche i pericoli che, in questo particolare periodo, sta causando la distanza dell’Unione Europa dai suoi cittadini, situazione facilmente strumentalizzabile da separatisti, come accaduto nel Regno Unito con la Brexit. Nella sua personale “ricetta” per operare un cambiamento, Papagianneas ha enfatizzato il ruolo della cultura e dell’istruzione nella formazione di una comune identità europea, processo che deve essere supportato dalla UE con progetti e fondi adeguati, mentre nella comunicazione ha auspicato un sinergico rapporto osmotico tra la UE e i paesi membri, in particolare mediante una loro responsabilizzazione che, attraverso un nuovo ruolo attivo, li veda “adattare” alla cultura dei loro cittadini i messaggi generati a Bruxelles.
Domenico Laforgia e l’Europa unita. Laforgia ha innanzitutto sfatato alcuni “falsi miti”, in particolare quello sullo scarso utilizzo dei fondi europei da parte della Regione Puglia, ambito che, per quanto riguarda il suo dipartimento, la vede invece tra le eccellenze assolute a livello continentale, risorse che permettono alla Puglia di operare quegli investimenti che invece lo Stato italiano non ha mai operato. Il docente, già rettore dell’Università del Salento, ha analizzato i numerosi vantaggi conseguiti dai cittadini grazie all’Unione Europea, a partire da 70 anni senza conflitti, un periodo di pace sconosciuto nel vecchio continente, o la libera circolazione delle persone e delle merci. La sua analisi si è poi spostata sui problemi che attraversa in questo periodo la UE, derivati da scelte passate poco felici, come il suo improvvido allargamento ad est, oppure una istruzione ancora diversificata con lo stesso titolo di studio non riconosciuto in tutti i paesi UE o ancora l’assenza di una lingua comune europea. “Finalmente oggi abbiamo imparato l’inglese – ha evidenziato – ma con la Brexit gli inglesi escono dall’Europa…”. Il professor Laforgia ha poi auspicato che la UE riesca a “prendere il meglio da ciascuno Stato membro verificandone la sostenibilità”, per raggiungere una Europa veramente unita in tema di Stato federale, politica interna, unica lingua, politica estera, diritti, giustizia, istruzione, formazione, università, welfare, politica energetica e ambientale. Ha chiuso il suo intervento sottolineando – tra gli applausi – come il nostro Paese sia sotto attacco da parte del virus della “ignoranza funzionale”, con troppi cittadini che non dispongono di mezzi culturali sufficienti anche solo per interpretare un testo, ma soprattutto deve contrastare la “ignoranza attiva” di persone non adeguate che, per l’assenza di meritocrazia, oggi occupano “posti chiave” del Paese danneggiandone le istituzioni: “è una decadenza che può essere fermata – ha ribadito – puntando su valori irrinunciabili: pace e libertà”.
Michele Carriero e l’importanza dell’accesso ai fondi europei. Carriero ha sfatato un altro falso mito, quello della difficoltà per le aziende ad accedere ai finanziamenti europei spiegando che, solo in questo periodo, le imprese pugliesi possono partecipare a venticinque bandi europei che mettono a disposizione complessivamente sette miliardi di euro. La Regione Puglia è una delle più avanzate nella promozione di queste opportunità, avendo creato piattaforme online che forniscono una informazione chiara e precisa. Sul territorio le imprese possono ottenere idonee consulenze, da professionisti e società specializzate, nonché una adeguata assistenza nella redazione dei progetti perché “la chiave del successo in questo settore – ha detto Michele Carriero – è impostare, laddove possibile, il progetto in modo che sia perfettamente allineato ai requisiti del bando”. Secondo l’esperto, “l’accesso ai fondi europei è una opportunità importante che le imprese devono poter e saper cogliere per potersi innovare e affrontare con successo la globalizzazione dei mercati”.
Il pubblico ha seguito con interesse gli interventi dando vita in chiusura a un dibattito che, in sintesi, si è rivolto a capire i motivi dell’inerzia del nostro Paese a realizzare le “semplici” raccomandazioni dei relatori. Al riguardo il giornalista Marco Amatimaggio, concludendo l’incontro, ha citato Winston Churchill che affermava “Il politico diventa uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni”, per poi chiedere a se stesso e ai presenti: “quanti statisti vedete oggi nei telegiornali?”.