La Loggia “Spartaco” (721) di Roma ha celebrato il solstizio d’estate con la sua consueta agape rituale. La tornata si è svolta in un luogo adiacente a Campo dei Fiori e l’occasione è stata propizia per ricordare la figura di Giordano Bruno, martire del libero pensiero, che proprio lì è stato arso sul rogo. Terminata l’agape, tutti i Fratelli si sono recati ai piedi del monumento dedicato al filosofo nolano per una breve cerimonia di omaggio. Sotto il plenilunio, che dal 1967 non coincideva con il solstizio, e tra gli sguardi sorpresi ma rispettosi dei turisti, passanti ed artisti di strada che a quell’ora animano la piazza romana, il maestro venerabile e i due sorveglianti hanno deposto un fiore sotto la statua eretta nel 1889 e opera di Ettore Ferrari che, quindici anni dopo, sarebbe diventato il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. I Fratelli della Spartaco hanno così inteso celebrare il contributo alla libertà dato da Giordano Bruno, testimone della libertà di pensiero e simbolo di tanti martiri dell’intolleranza, ma anche commemorare un loro fratello passato, da tempo, all’Oriente eterno: Giordano Bruno Ferrari, che del filosofo nolano portava il nome ed era figlio proprio del Gran Maestro e scultore Ettore. Egli fu iniziato nel 1911 alla Spartaco. Quando il padre Ettore ne decise il nome, certamente non avrebbe immaginato che suo figlio sarebbe stato destinato ad immolare anche la sua vita a un ideale di libertà. Durante la seconda guerra mondiale dedicò, infatti, ogni sua energia alla causa della liberazione. Arrestato dai tedeschi nel 1944 fu torturato e condannato a morte. Fu fucilato a Forte Bravetta e, per questo, insignito della medaglia d’oro al valor militare.