In presa diretta a raccontare la Gran Loggia. Per la più importante assise annuale della Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani, Goi tv mette in campo il multimediale e presenta agli internauti del sito www.grandeoriente.it, i due Talk Show di approfondimento, che hanno assicurato significativi contributi di pensiero alla riflessione del GOI su una nuova idea di Paese. Il primo appuntamento, L’Italia che non c’è, tra silenzi e ombre. L’idea di patria come senso dello stare insieme, è stato condotto da Alessandro Cecchi Paone, divulgatore scientifico, e ha visto gli interventi di Aldo Masullo, Università di Napoli, Fulvio Conti, Università di Firenze e Paolo Peluffo, consigliere della presidenza del Consiglio dei ministri.
“C’è una grande voglia di celebrare e festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia: senza fasti, ma con il senso di ritrovarsi come comunità”, ha spiegato Paolo Peluffo, consigliere della presidenza del Consiglio. “La Massoneria – ha rimarcato nel suo contributo ai lavori – ha dato un contributo fondamentale all’Unità d’Italia e sta facendo un lavoro scientifico e prezioso, che ha il patronato del Comitato, e ci sta seguendo in alcuni dei luoghi della memoria, aiutando a riscoprire tanti patrioti che sono stati massoni. I monumenti vengono restaurati e cerchiamo di raccontarli ai giovani, insieme al Grande Oriente d’Italia. Le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia – ha sottolineato ancora Peluffo – sono un’occasione per dare una testimonianza e aumentare la coesione nazionale, allontanando i rischi di divisione”.
Particolarmente apprezzato l’intervento del filosofo Aldo Masullo, che nell’assise di Rimini ha conquistato con le sue riflessioni il folto pubblico che assiepava la Sala Polivalente del Palacongressi, prima di lanciare una proposta per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia: realizzare un monumento alla donna ignota, contro ogni sottomissione e silenzio. Per l’autore de Il Tempo e la grazia, infatti, “mentre si trovano centinaia di uomini illustri cui dedicare monumenti, stranamente se si pensa alle donne è difficile trovare un nome. Non perché le donne non abbiano dato un grande contributo allo sviluppo e al progresso civile, ma perché – ha spiegato Masullo – le donne non hanno mai avuto nome. Il loro nome è stato sempre cancellato dalla sopraffazione dell’uomo che non soltanto si è fatto largo nella vita civile, ma si è anche appropriato dei tesori nascosti che il sacrificio e l’intelligenza femminile hanno saputo portare al nostro vissuto”. Nel percorso che resta da compiere per superare l’incompiuto del Paese, il filosofo ha evidenziato così il bisogno di “un confronto aperto e di qualità, senza maschere. Bisogna mettere sul tavolo tutte le proprie possibilità e sofferenze, insieme alle speranze e alle lotte . All’Italia – ha messo in chiaro il docente di Filosofia morale – manca la capacità di unirsi dei vari cittadini. E manca anche la capacità di vergognarsi. Perché non solo bisognerebbe agire bene, ma perlomeno vergognarsi quando si agisce male”. “Non appartengo alla Massoneria – ha concluso Masullo – ma sono venuto con piacere a questo confronto nella Gran Loggia perché ritengo che in una situazione di estremo smarrimento e dispersione, occorre che tutte le forze vive si uniscano e stabiliscano un dialogo continuo per individuare quali siano le linee di una ripresa della nostra vita civile”.
Il secondo Talk Show, La pagliuzza dell’altro. Crisi della ragione e intolleranza dinanzi alla sfida del separatismo e del multiculturalismo, è stato condotto da Valerio Zanone, presidente del Comitato scientifico del Grande Oriente per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, e con analogo successo di pubblico e di critica,