Talk Show pubblico a Villa il Vascello – Teodori, Servì il popolo contro ogni potere esterno
“Dove lo troviamo uno come Nathan, oggi? Un uomo orgoglioso di servire il popolo, contro ogni potere esterno. La sua lezione di moralità e buongoverno serve ancora oggi all’Italia”. E’ nelle parole di Massimo Teodori il filo conduttore del talk show ‘Ernesto Nathan e l’Unità d’Italia. Patriottismo, laicismo, buongoverno’, a cura dello stesso storico e politologo, che si è tenuto a Villa il Vascello, a Roma, sede del Grande Oriente d’Italia, nell’ambito delle iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia che l’Obbedienza di Palazzo Giustiniani, guidata dal Gran Maestro, Gustavo Raffi, promuove in tutta Italia per contribuire a riscoprire il senso dell’identità e lanciare “nuovo Patto di Fratellanza contro il declino del Paese”.
Sul palco tricolore, dopo l’inno di Mameli e l’applauso al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mentre scorrevano sul maxischermo immagini dello storico sindaco di Roma, Ernesto Nathan, a dare inizio ai lavori, seguiti da centinaia di partecipanti, è stato Teodori, che nei suoi interventi ha sottolineato il ruolo della Massoneria, che “fu l’intelaiatura dell’Unità italiana. Non si può fare storia del Risorgimento -ha rimarcato- senza fare la storia della Massoneria italiana”. “L’ebreo straniero, mazziniano, radicale e massone, come spregiativamente era chiamato Nathan dai reazionari e clericali -ha proseguito Teodori- univa la ricchezza spirituale del pensatore, l’etica responsabile dell’amministratore della cosa pubblica, e lo slancio del politico di classe, liberale, democratico e riformatore. In un paese in crisi materiale morale, ricordiamo un personaggio, Ernesto Nathan, che è bel Pantheon della ‘bella Italia’. Un interprete della storia unitaria, ma anche un esempio dei doveri dell’uomo, esponente di quel laicismo che ha ricongiunto l’Italia all’Europa civile, nata sui diritti dell’uomo. Ha dato il volto moderno a Roma, esempio di buon governo, ed è stato orgogliosamente Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia”. Nathan, autore del pamphlet ‘Il dovere presente’, pubblicato nel 1895, è per Teodori radice di “un percorso contro corruzione e una politica che mira a gestire l’esistente, un richiamo alla moralità oltre le gradazioni di partito. Per lui il laicismo fu un’opzione di vita”.
Valerio Zanone, presidente del Comitato scientifico del Grande Oriente per le celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia, ha sottolineato l’importanza di Nathan, “eccezionale figura per contrappasso: fra ‘i romani de Roma’, un uomo nato a Londra diventa sindaco, nella Roma papale opera e fa scuola un ebreo e mazziniano. Un esempio di politica nuova, che disegna la municipalizzazione e il risanamento dei vecchi quartieri, tra i quali Testaccio. La politica comunale affrontava i due problemi eterni dell’amministrazione capitolina, il bilancio e l’urbanistica. E’ sua -ricorda l’ex senatore liberale- la celebre frase ‘non c’è trippa per gatti’, a commento della decisione di non ricorrere alle risorse del comune per nutrire i felini, la dice lunga sulla statura di un uomo che amministrò in nome del popolo e con coscienza sociale aprì scuole e avviò riforme”. Nadia Ciani, storica e saggista, autrice di ‘Da Mazzini al Campidoglio: vita di Ernesto Nathan’, ha invece ripercorso la storia del ‘sindaco straniero’, nato a Londra da padre ebreo di origini tedesche e da madre italiana, Sarina Levi, che “ha inculcato in Ernesto la fede negli ideali di Mazzini”. Di Nathan massone, eletto nel 1895 Ernesto Gran maestro del Grande Oriente, ha parlato Fulvio Conti, storico dell’Università di Firenze, autore della ‘Storia della Massoneria italiana’. “Nathan viene dopo la Gran Maestranza di Adriano Lemmi, che ha fatto uscire la Massoneria dal cono d’o