L’eredità della sinistra Cattolica e del partito Comunista, che il P.D. sembra voler sostenere di aver accettato col beneficio dell’inventario, comprende sicuramente nell’asse, se non di tutto, certo il peggio del “compromesso storico”. In realtà si può affermare che il P.D. è tutto quel che resta del compromesso storico ed, anzi, tutto quel che restava al momento del sommovimento per lo sfascio degli equilibri della lottizzazione partitocratica di fronte al golpe mediatico-giudiziario di “Mani Pulite”.
La grande saldatura tra le masse cattoliche e quelle comuniste in un nuovo clima di unità nazional-popolare, non è mai intervenuta. Del compromesso storico, già negli anni in cui era di moda parlarne e farvi riferimento, esisteva solo l’intesa antiliberale con i suoi riflessi culturali anti-risorgimentali di cui oggi si vedono gli effetti.
Cattocomunisti e marxisti (o sedicenti tali) si ritrovavano su una stessa piattaforma culturale nella “damnatio memoriae”, oltre che nell’attualità dell’esclusione dall'”ammissibile” politico, di quel tanto che restava delle forze liberali, del laicismo, del Risorgimento, del Giolittismo, di Croce filosofo e pensatore. E della Massoneria, nei confronti della quale oltre alla “damnatio memoriae” del suo passato si è aggiunta la demonizzazione e l’autentica persecuzione nel suo presente.
Sarà di estremo interesse, il giorno in cui si porrà mano ad una autentica analisi storiografica degli eventi di “Mani Pulite” e delle sue molteplici e coordinate operazioni, affrontare la questione del ruolo che ebbe la strumentalizzazione della vicenda della P 2 nella strategia generale di chi tenne le fila di quell’autentico golpe (tanto più golpe di quelli velleitari o immaginari che sono venuti e vengono alla ribalta nel nostro Paese negli ultimi decenni!).
Certo è che, partendo da quella storia più grottesca che allarmante (se non per l’ingenuità di molti che vi furono coinvolti) ed in totale contrasto con il continuo riferimento alla “Massoneria deviata” che si fece a proposito di Gelli e dei molti altri “misteri” più o meno immaginari, si passò ad una squallida campagna persecutoria nei confronti della Massoneria in genere (“deviata” e non) rivelando la vera natura e le vere finalità di questa altrimenti inspiegabile coincidenza di atteggiamenti.
Nella persecuzione dei massoni si è distinta la magistratura, attraverso la sua associazione di categoria ed il suo Consiglio Superiore. Quello stesso organismo che la fa passare liscia a magistrati colpevoli di gravissimi comportamenti e capaci di asinità imperdonabili, è stato severissimo nei confronti non solo di magistrati massoni, ma persino di magistrati che con la Massoneria avevano avuto a che fare fugacemente addirittura da studenti, dando rilievo per il diritto e la deontologia dello Stato e del magistrato, ad un principio che è proprio dell’ordinamento del sodalizio massonico, ma che è inconcepibile per codice e leggi civili, cioè che il massone, una volta “iniziato” resta sempre massone, anche se “in sonno”, censurato se ha abbandonato l’istituzione.
La magistratura ha nel suo seno magistrati che hanno fatto parte di Potere Operaio (la matrice politica del braccio militare costituito dalle Brigate Rosse) e che da magistrati hanno militato e militano in organizzazioni eversive, magari partecipando a qualche “occupazione” di facoltà universitarie. Ma espelle e censura i Massoni.
La persecuzione della Massoneria e dei Massoni corrisponde, del resto, a quel bisogno di “dietrologie” il cui mito è tanto caro soprattutto a coloro che non sanno e non vogliono vedere ciò che hanno davanti agli occhi. Non è un caso che tra i malati di mania di persecuzione, Massoni e Massoneria siano tra i primi nell’elenco dei “cattivi” sempre anonimi e misteriosi persecutori.
Ma la radice cultu