Shoah, i grandi film che raccontano l’orrore nazista

Ecco alcuni grandi capolavori del cinema da vedere per ricordare le vittime della Shoah in occasione della Giornata della Memoria che cade il 27 gennaio, giorno in cui l’Armata Rossa entrò nel campo di concentramento di Auschwitz, e fu svelato al mondo l’orrore dei lager.

Jojo Rabbit: è un film del 2019 sceneggiato e diretto da Taika Waititi. Liberamente tratto dal romanzo del 2004 Il cielo in gabbia (Caging Skies) di Christine Leunens, già pubblicato col titolo Come semi d’autunno, il film è una commedia sul nazismo con protagonisti Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Taika Waititi, Rebel Wilson, Stephen Merchant, Alfie Allen, Sam Rockwell e Scarlett Johansson.[ Il film ha vinto un Premio Oscar e un Premio BAFTA, entrambi per la miglior sceneggiatura non originale.

Schindler’s List: uno dei più celebri film sulla Shoah. Uscito nel 1993 con la regia di Steven Spielberg, nel cast troviamo attori come Liam Neeson e Ralph Fiennes. Ispirato dal romanzo omonimo di Thomas Keneally, la storia è basata sulla vita di Oskar Schindler, un imprenditore tedesco che salvò circa 1.100 ebrei durante la seconda guerra mondiale. Un classico che noi inseriamo nella nostra lista di film da vedere sulla Shoah. Se non vi abbiamo ancora convinto, lasciamo parlare i numeri: 12 nomination all’Oscar e un totale di 7 statuette guadagnate, tra cui miglior film e miglior regia.

Bastardi senza gloria: In questo film del 2009, Quentin Tarantino prova a ridere di Hitler. E mette a segno una delle sue satire più immaginifiche ed esilaranti. Il tenente Aldo Reine (Brad Pitt) recluta una squadra speciali di ebrei e li guida fino a uno dei finali più clamorosi del cinema recente. Prima di riscrivere la storia di Sharon Tate, Quentin aveva riscritto la Storia, punto.

Il diario di Anna Frank: film del 1959 diretto da George Stevens basato sull’adattamento teatrale del diaro omonimo, la raccolta degli scritti della ragazza ebrea durante gli anni in cui visse, con la famiglia, in clandestinità ad Amsterdam e che finisce con l’ultima annotazione del 1 agosto 1944, poco tempo prima dell’arresto e della deportazione della sua famiglia. Anna Frank morì nel 1945 nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. La pellicola del 1959, prodotta a soli 14 anni di distanza dalla morte della protagonista, fu presentato in concorso al 12° Festival di Cannes e vinse tre premi Oscar.

La vita è bella: il film del 1997 diretto e interpretato dall’attore italiano Roberto Benigni che è stato premiato con tre premi Oscar – su sette nomination – per miglior film straniero, migliore attore protagonista e migliore colonna sonora di Nicola Piovani. La vicenda raccontata è quella di una famiglia ebrea italiana che viene deportata in un campo di concentramento. Il protagonista, Guido Orefice, interpretato dal premio Oscar Roberto Benigni, farà credere al figlio, durante la reclusione, che la loro famiglia ha preso parte a uno strano gioco, per cui c’è in ballo un premio finale.

Il pianista: un film toccante tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Wladyslaw Szpilman che, nel 2002, vinse la palma d’oro al Festival di Cannes. Il racconto, toccante e drammatico, narra le vicende di un pianista ebreo che assiste alla creazione del ghetto di Varsavia, e racconta della sopravvivenza e della fuga del protagonista dal ghetto. Accompagnano la pellicola le note del pianista, impregnando la storia di un’ulteriore drammaticità.

The Reader – A voce alta: 5 nomination e un Oscar per la migliore attrice protagonista a Kate Winslet. Sono queste le cifre di The reader, un film struggente basato sull’adattamento del romanzo omonimo di Bernhard Schlink. Il film è diviso in due parti: la prima narra di una storia d’amore tra un 15enne e una 36enne, la seconda riguarda un processo che vede imputate diverse guardie di un campo di concentramento, accusate di aver provocato la morte di centinaia di donne ebree all’interno di una chiesa. Una storia struggente e drammatica il cui finale lascia senza fiato.

La tregua: il film di Francesco Rosi, tratto dall’omonimo romanzo di Primo Levi. L’autore racconta il viaggio che ha dovuto affrontare dopo che l’esercito sovietico ha liberato i prigionieri rimasti nel campo di Auschwitz. Il film del 1997 è stato presentato al 50° Festival di Cannes.

Train de vie – Un treno per vivere: una rilettura quasi ironica della Shoah. Il film del 1998, diretto da Radu Mihaleanu, è stato presentato al Festival di Venezia. La trama racconta di un giovane, anche chiamato “il folle” che nel 1941 torna al suo villaggio ebraico in una città dell’Europa dell’Est e annuncia l’arrivo dei tedeschi. Con la sua comunità decide di inscenare la partenza di un finto treno di deportati per sfuggire ai nazisti: un treno che, in realtà, è diretto in Palestina.

La scelta di Sophie: il film valse un premio Oscar come migliore attrice protagonista a Meryl Streep. La pellicola è tratta dall’omonimo romanzo di William Styron e narra le vicende di un aspirante scrittore che fa la conoscenza, trasferitosi a New York, di una coppia di ragazzi che vivono nella stessa casa: lei, una donna polacca immigrata dopo la detenzione nel campo di concentramento di Auschwitz e lui un giovane ragazzo ebreo. L’amicizia dello scrittore con la coppia si fa sempre più intima fino a quando la donna polacca confessa un segreto. Il film del 1982 è stato inserito, dall’American Film Institute, nella classifica dei cento migliori film americani di tutti i tempi.

La signora dello zoo di Varsavia: il film del 2017 con Jessica Chastain ispirato a una storia realmente accaduta contenuta nel libro Gli ebrei dello zoo di Varsavia basato sulla storia di Antonina Żabińska. La Żabińska, insieme al marito direttore dello zoo, cerca di difendere gli animali prossimi alla macellazione da parte dei tedeschi. Guadagnano la fiducia degli ufficiali di Hitler e, in gran segreto, riescono a salvare centinaia di ebrei facendoli nascondere nella

Jona che visse nella balena: il film  del 1993 di Roberto Faenza è basato sull’omonimo romanzo autobiografico di Jona Oberski, e narra la vera storia di un bambino di soli 4 anni che viene deportato, insieme ai genitori, in un campo di concentramento; qui, attraverso i suoi occhi innocenti, vedrà orrori così indicibili da poterli rielaborare solamente molti anni dopo, attraverso il ricordo.

Il giardino dei Finzi Contini:  il film del 1970 si ispira al capolavoro di Giorgio Bassani. La regia è del grande Vittorio De Sica, che vince il quarto (e ultimo) Oscar per la migliore pellicola straniera. Le leggi razziali colpiscono una ricca famiglia ebrea di Ferrara e distruggono un’intera comunità. Indimenticabile Dominique Sanda nei panni di Micol: e pensare che il regista aveva inizialmente immaginato Patty Pravo in quel ruolo



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