Raffi, se n’è andato un massone, un intellettuale straordinario e appassionato
“Arnoldo Foà amava definirsi semplicemente un pensatore. Ma era molto di più. Era un fratello del Grande Oriente d’Italia, era stato iniziato nel 1947 nella Loggia di Roma Alto Adige, un intellettuale straordinario che con la sua passione civile ha dato lustro al nostro paese”. Con queste parole il Gran Maestro Gustavo Raffi ha ricordato il grandissimo attore ferrarese, poeta, pittore, scultore e doppiatore, spentosi l’11 gennaio all’età di 97 anni. “Fu lui – ha riferito Raffi – un ebreo, miracolosamente sfuggito alle leggi razziali, ad annunciare l’Armistizio dell’8 settembre del 1943 alla radio degli Alleati. Fu proprio la sua voce. Una voce che poi diventerà inconfondibile per tutti noi fino ad essere identificata con la ‘voce di Dio’, che doppiò nel colossal ‘La Bibbia’ di John Huston”.
“Foà – ha tenuto a sottolineare il Gran Maestro – da libero pensatore qual era, la massoneria, diceva, è stata parte della mia vita, ha senz’altro contribuito ad arricchire l’Italia, con i personaggi che ha scelto di portare in scena, con i suoi versi, le sue opere, le emozioni che è riuscito a trasmetterci attraverso un’interpretazione sobria e asciutta. Sono indimenticabili alcuni dei suoi recital, come quello con Milva dedicato a ‘Canti e poesie della Libertà'”.
L’attore ferrarese è stato una delle figure più poliedriche e complesse dello scenario culturale ed artistico dell’ultimo secolo; secolo che Foà ha letteralmente vissuto per intero, essendo nato a Ferrara da una famiglia ebraica agli albori del Novecento (per l’esattezza nel 1916).
Attore di teatro e di cinema, doppiatore, protagonista di grandi sceneggiati televisivi, poeta, scultore, pittore: Arnoldo Foà è stato tutto questo. Ed è stato anche un fratello massone, iniziato nel 1947 in una loggia romana; esponente di quella schiera di personaggi dello spettacolo – come il bolognese Gino Cervi, o il partenopeo De Curtis (Totò), o il romano Alighiero Noschese, e tanti altri – che avevano cercato e trovato proprio nella massoneria una propria ancora spirituale ed esistenziale, loro che per il mestiere di attore erano costretti a navigare fra tante vite diverse, entrando ed uscendo da un personaggio all’altro.
Arnoldo Foà aveva anche una voce inconfondibile, che lui stesso ha prestato come doppiatore a moltissimi grandi attori stranieri (Anthony Quinn, Kirk Douglas, John Wayne, Peter Ustinov, Toshiro Mifune…); una voce che in gioventù – durante l’ultima guerra – gli valse anche un avventuroso impiego nella radio installata dagli Alleati a Napoli. Toccò proprio a lui leggere il comunicato dell’Armistizio dell’8 Settembre 1943.
Sui palcoscenici teatrali Arnoldo Foa è stato diretto dai più grandi registi italiani: Visconti, Squarzina, Ronconi, Strehler.
Nel cinema Foa ha recitato in più di 100 pellicole, anche qui con grandi registi, da Blasetti a Scola, passando per Orson Welles (con cui ebbe in realtà un rapporto piuttosto movimentato).
(tratto da http://www.loggiagiordanobruno.com)