“Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”. Ha citato Paolo Coelho il Gran Maestro Stefano Bisi nell’intervento che ha tenuto a chiusura della serata sotto la volta a cielo aperto dell’Abbazia di San Galgano, organizzata per festeggiare il solstizio d’estate e alla quale hanno preso parte oltre 500 persone, tra fratelli, arrivati dagli Orienti più lontani e ospiti profani.
“Il coraggio -ha detto il Gran Maestro- è una virtù rara ad aversi e a conservarsi nella vita di ogni giorno. Ma questo non deve accadere nella nostra Comunione. Coraggio è un po’ il frutto di passione e ragione: la passione è l’amore per le persone, le cose, le idee. La ragione ci consente di valutare con raziocinio le cose fatte e ci fa progettare il futuro. Coraggio vuol dire usare l’amore quando è necessario ed è difficile non quando è semplice, scontato ed inutile. E’ fare del bene perché il bene genera bene di per se stesso e non per avere uno o più ringraziamenti”.
Ed è coraggio, il coraggio di combattere per il futuro della loro città, quello dei fratelli di Taranto e di Piombino, accomunati dal un destino che non possiamo subire inermi, ha tenuto a sottolineare facendo riferimento alla crisi che ha colpito queste due città. “Il coraggio -ha aggiunto- è quello dei due marò che aspettano con dignità che la loro patria li aiuti a tornare dall’India. Il coraggio è quello dei soldati della marina militare che ogni giorno salvano decine di disperati; il coraggio è quello di chi ogni giorno lavora per migliorare se stesso e per creare un’umanità migliore partendo dai piccoli gesti”.
Il Gran Maestro ha parlato dopo la tavola e gli interventi all’Oriente, presieduto da Ugo De Carolis, maestro venerabile della “Arbia” (138). Ad aprire la tornata è stato infatti proprio l’orazione di un fratello di questa loggia che ha preso spunto dal radicale gesto compiuto da Galgano, l’antico cavaliere che rinunciò a tutto e di piantare la spada in terra, e si è interrogato sulla consapevolezza di essere non tanto “uomo nel mondo” quanto “uomo del mondo”, chiedendosi se la scelta di porsi al di sopra degli altri esseri viventi e della natura, da sfruttare e controllare, non sia puro inganno. Chiedendosi ancora quale sia “la nostra reale posizione nel disegno delle cose” e se per comprenderla e percepire il nostro posto nell’infinità del cosmo e del tempo si rende necessaria una sensibilità superiore. “La cattedrale – ha detto- è fatta di migliaia di pietre, ognuna diversa dall’altra. Ma ogni pietra è cattedrale”. Così noi uomini.
Alla serata “sotto le stelle”, organizzata da “Arbia” (138), “Montaperti” (722) e “Salomone” (758) insieme con il Collegio Circoscrizionale della Toscana erano presenti 70 fratelli, oltre a 46 maestri venerabili, rappresentanti dei Collegi Circoscrizionali di Friuli, Liguria, Emilia, Lombardia, fra cui i Presidenti della Toscana, Francesco Borgognoni, e dell’Umbria, Antonio Perelli. I consiglieri dell’Ordine Fabio Reale e Bruno Gambardella, i membri della Corte Centrale Mariano Carlini, Mario Martelli, Umberto Limongelli, Olivo Fattoretto, Federico Donati, il II Gran Sorvegliante della Serenissima Gran Loggia di San Marino, Emidio Troiani, ed infine, oltre ai Gran Maestri Onorari Renzo Brunetti e Massimo Bianchi, il Gran Segretario Michele Pietrangeli ed il Gran Oratore Claudio Bonvecchio.