Il Gran Maestro Bisi. “Quello che è importante è riuscire a cambiare noi stessi, solo così saremo davvero rivoluzionari. E per i liberi muratori la rivoluzione è quella del cuore”.
Imparare a confrontarsi, ad accettare la diversità, a lavorare insieme agli altri per un futuro migliore, imboccando strade nuove, liberi dalla paura, pronti ad affrontare le sfide e a trasformare in meglio se stessi e tutto quello che ci circonda. E’ stato questo il tema al centro della prima tavola rotonda che si è tenuta al Palacongressi di Rimini nell’ambito della prima giornata di lavori della Gran Loggia di Rimini. “Parliamo di cambiamenti” il titolo dato all’incontro, che è stato aperto dal Gran Maestro Stefano Bisi. Cambiamenti di cui siamo testimoni, ma “cambiamenti che riguardano anche noi, ciascuno di noi”. “E’ facile cambiare l’auto, è facile cambiare un vestito, però quello che è importante è riuscire a cambiare noi stessi -ha detto Bisi citando la canzone di Vasco Rossi- solo così saremo davvero rivoluzionari. E per i liberi muratori la rivoluzione è quella del cuore”. La via da percorrere per cambiare in meglio anche il mondo, un mondo che cammina sempre più in fretta, tra luci e ombre, un mondo caratterizzato da nuovi fenomeni emergenti, nuovi assetti geopolitici, nuovi conflitti sociali e culturali, nuove frontiere. Nuove sfide.
Sfide che si vincono solo avendo un preciso progetto, ha tenuto a sottolineare nel suo intervento Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes, che ha tracciato l’identikit dell’Italia, un paese “che vive alla giornata”, “che non riesce ad avere un’idea di se stesso proiettato al futuro”, che ha “una classe dirigente inadeguata, in tutti i settori, dalla politica, all’economia, alla cultura inadeguata” e che assomiglia a un “deserto privo di punti di riferimento e di valori”. Valori di cui invece c’è forte bisogno come testimonia il grande appeal della Massoneria, che ha saputo intercettare quelli condivisi e di farsene portatrice. “Sono tanti infatti i giovani -ha aggiunto Fara- che come abbiamo potuto constatare in questi anni sempre più si avvicinano alla Libera Muratoria “.
L’Italia, l’Europa hanno bisogno di nuove grandi visioni ha rimarcato poi Renato Soru, europarlamentare, fondatore di Tiscali, già presidente della Regione Sardegna. Nuove, grandi visioni come quelle che portarono dopo la seconda guerra mondiale i paesi del vecchio continente a non limitarsi a fare la pace, ma a mettersi in sinergia, a unirsi. Uscire dalle sabbie mobili si può, ha osservato,anche se ci vuole coraggio. E il momento è favorevole per rimettersi in gioco, per i grandi cambiamenti. Cambiamenti che saranno possibili soltanto, ha spiegato nel suo intervento Mario Caligiuri, pedagogista della comunicazione dell’Università della Calabria, investendo nella cultura e nella formazione. “Stiamo attraversando -ha aggiunto- una profonda crisi del sistema sociale della democrazia, che così com’è non funziona”. Il motivo? In primo luogo l’inadeguatezza delle attuali classi dirigenti. “Oggi -ha detto Caligiuri- assistiamo a uno strano fenomeno, abbiamo da una parte elite selezionate in modo approssimativo dalle burocrazie dei partiti e dall’altra elite criminali e terroristiche invece assai competitive. C’è il rischio che prevalgano quest’ultime. E’ per questo che è importante, mai come adesso, evitare la spirale del silenzio e soddisfare quella richiesta di cambiamento che arriva dal di fuori del sistema politico”.
Sull’uomo tra scienza e tecnologia e sulla dialettica progresso scientifico progresso sociale, che non è sempre un’equazione, si è soffermato invece Pierluigi Barrotta, filosofo della scienza dell’Università di Pisa. Mentre Maurizio Borghi, esperto Miur, rappresentante del nostro paese nel team Innovazione all’ Ocse, ha fatto il punto sui mutamenti sempre più rapidi e globali di cui siamo protagonisti. “I concetti di tempo e spazio -ha sottolineato- sono cambiati in maniera opposta e questo sta avendo riflessi su ogni campo dell’agire umano. E’ come -ha aggiunto ricorrendo a una metafora calcistica- se all’improvviso un campo di calcio venisse ampliato a dismisura e contemporaneamente venisse accorciato il tempo di gioco. Tutte le regole salterebbero. E’ quello che sta accadendo. Anche il concetto di risorse -ha spiegato- è mutato. La conoscenza è diventata la risorsa più importante di tutte e di questo va tenuto conto in ogni momento”. Quanto all’Italia, ha osservato “ha grandi potenzialità, ma ha bisogno del coraggio dei giovani”. Della loro creatività. E un giovane straodinario è Sebastiano Scrofina, 31 anni, laureato in filosofia, esperto di sistemi monetari non convenzionali, che il Grande Oriente ha invitato al dibattito sui Cambiamenti. Scrofina è l’ideatore di Dropis, una sorta di credito di baratto che permette di comprare, vendere, usufruire di servizi e prestare la propria opera, senza ricorrere al denaro. Una vera e propria forma innovativa di economia partecipata che va oltre il sistema finanziario tradizionale, eliminando tutti quei processi di pagamento che oggi richiedono banche e notai. Un’idea bellissima, assolutamente coraggiosa, che il brillante economista ha illustrato, ripercorrendone anche la storia a conclusione del dibattito che è stato moderato da Angelo Di Rosa.