Italia, per chi non si arrende (sabato 11 aprile ore 17:30, sala dell’arengo) – Due medici italiani, in prima linea come volontari per far fronte all’emergenza umanitaria di svariate parti del mondo, saranno alla ribalta per raccontare le loro storie e l’esperienza di vita a contatto con popolazioni dilaniate da guerre, malattie, calamità naturali e povertà. Manlio Leonardi e Fabrizio Pulvirenti, ormai noto alle scene internazionali per essere il paziente numero zero, il primo italiano contagiato dal virus Ebola, saranno ospiti della Gran Loggia 2015 per parlare di umanità. Un’occasione unica per spiegare, in particolare ai più giovani, il senso della solidarietà civile e l’importanza di essere partecipi alle esigenze di chi soffre.
Chi è Manlio Leonardi
Catanese di origine (1946) ma professionalmente milanese di formazione (1974-1990), Manlio Leonardi è un chirurgo ortopedico “prestato al volontariato” come gli piace definirsi.
Laureatosi in medicina e chirurgia, si trasferisce nella città meneghina per proseguire quel percorso formativo specialistico e successivamente di docenza e di professione clinica presso l’Istituto di Clinica Ortopedica dell’Università degli studi di Milano.
Autore di numerose relazioni e lezioni a congressi e corsi specialistici, in Italia e all’estero, e di 60 pubblicazioni a stampa riguardanti in modo particolare la biologia dell’osso, la patologia del rachide e del ginocchio e la traumatologia dello sport, tanto da ricoprire per diversi anni il ruolo di medico responsabile della Nazionale Italiana di Football americano e della giovanile under 18 femminile Alpi centrali della F.I.S.I. Ritorna nella sua Catania nel 1990 continuando il suo percorso professionale presso il Presidio ospedaliero Cannizzaro, apportando la propria esperienza maturata specie nella chirurgia delle fratture esposte trattate con fissatore esterno.
Da alcuni anni è stato collocato a riposo, riappropriandosi così del suo tempo e del suo spazio.
L’impegno umanitario / Il senso del volontariato coinvolge Leonardi fin da ragazzo come boy scout nell’A.S.C.I. legato ai principi di Sir Robert Baden-Powell, fondatore dello scoutismo mondiale, mettendo in atto il suo pensiero: “guida da te la tua canoa”.
Questo lo porta ad essere in prima linea nei disastri sismici, idrogeologici e umanitari che affliggono l’umanità, apportando quella professionalità e quei principi di fratellanza che lo contraddistinguono nel suo operare in Italia e all’estero.
È stato presente al terremoto del Friuli (1976), Irpinia (1980) con il gruppo volontario gestito dalla Regione Lombardia, Abruzzo (2009) con i volontari del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM), Haiti (2010) con il Maltiser International. È tornato ad Haiti l’anno successivo per completare il suo impegno umanitario con la consegna di 300 protesi per i bambini amputati di gamba donate dai distretti Lions dell’Italia settentrionale. Nel 2009 ha soccorso gli alluvionati di Messina.
Dal 2008 partecipa all’assistenza medico-sanitaria a mare ai migranti sul canale di Sicilia, apportando quel sorriso e quella umanità di cui necessitano quei volti stanchi, sofferenti e smarriti.
Attualmente è Responsabile del Centro Nazionale di Formazione Sanitaria – area Sicilia in seno al Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta nonché Consigliere Nazionale dell’associazione Solidarietà Sanitaria (So.San.) – service permanente del Lions Club International – e dell’associazione professionale Disaster Manager (AssoDi.Ma.).
Chi è Fabrizio Pulvirenti
Fabrizio Pulvirenti è l’unico italiano ad avere contratto il virus ebola mentre prestava servizio medico volontario in un Centro medico gestito dall’organizzazione non governativa Emergency in Sierra Leone. Pulvirenti è nato a Catania nel 1964, ha conseguito una laurea con lode in medicina e successivamente la specializzazione in malattie infettive e in gastroenterologia. Ha lavorato come ufficiale medico della Marina italiana, poi in alcune cliniche in provincia di Lecce e infine presso l’ospedale Umberto I di Enna, nuovamente in Sicilia.
Alla normale attività professionale ha affiancato negli ultimi anni quella da volontario, collaborando soprattutto con Emergency. Per l’organizzazione non governativa ha lavorato in Kurdistan, poi nel settembre del 2014 è partito per la Sierra Leone, uno dei paesi più interessati dalla recente epidemia di ebola che ha causato la morte di circa 9mila persone nell’Africa occidentale. Il 24 novembre Emergency ha annunciato, senza rivelarne il nome, che Fabrizio Pulvirenti era risultato positivo al virus ebola, mentre si trovava a Lakka. Il giorno seguente è stato completato il suo trasferimento di emergenza in Italia, dove è stato ricoverato presso l’Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. Nelle settimane seguenti è stato sottoposto a trattamenti di vario tipo per superare la febbre molto alta e le altre complicazioni causate da ebola.
Il 2 gennaio 2015 è stata annunciata la guarigione di Pulvirenti, che ha spiegato che “dopo i primi giorni durante i quali cercavo di analizzare ogni sintomo in modo sistematico e scientifico c’è stato il momento in cui la luce della coscienza si è spenta, poi un buco di due settimane di cui non ricordo praticamente nulla.” Ha poi spiegato che è “impossibile ricostruire il momento del contagio”, perché anche se si seguono le procedure può avvenire in qualsiasi momento anche per la minima distrazione. (fonte post.it)