Il donatore di sangue deve essere degno del suo dono rispettando, in ogni circostanza, le norme di moralità, di buona condotta, di solidarietà umana. Il dono è un dovere sociale e gli esponenti della Loggia Giordano Bruno (1376) di Termini Imerese, nella giornata mondiale del donatore di sangue del 14 giugno 2018, si sono ritrovati presso la sezione dell’Advs-Fidas locale per donare il loro sangue e poter contribuire a dare dignità di esistenza umana a tutte le persone meno fortunate bisognose di questo dono. Donare il sangue significa letteralmente donare una parte di sé e della propria energia vitale a qualcuno che sta soffrendo, a qualcuno che ne ha un reale e urgente bisogno, significa preoccuparsi e agire per il bene della comunità e per la salvaguardia della vita. La disponibilità di sangue è un patrimonio collettivo a cui ognuno di noi può attingere in caso di necessità e in ogni momento. Una riserva di sangue che soddisfi il fabbisogno della comunità è quindi una garanzia per la salute di tutti, donne, uomini, giovani, vecchi, bambini, compresi noi stessi e le persone che ci sono più care. L’invito a donare, pervenuto dal Fratello Pasquale Bova, Presidente dell’Advs-Fidas di Termini Imerese e Consigliere Nazionale della Fidas, è stato subito accolto dal Maestro Venerabile e dalla maggior parte dei membri della loggia idonei a poter fare la donazione. Anche questo è l’impegno Loggia Giordano Bruno (1376) di Termini Imerese che, con coerenza e lealtà, hanno messo in pratica uno dei doveri principali dei Liberi Muratori: «soccorre il proprio fratello, alleviare le sue disgrazie ed assisterlo con i propri mezzi».