Torniamo a lavorare nei nostri templi con unione e spirito di fratellanza. L’intervento del Gran Maestro Aggiunto Seminario in Gran Loggia

Carissimi Fratelli, rivolgo un saluto a tutti voi maestri che avete deciso di partecipare a questa importante e determinante Gran Loggia della Massoneria del Grande Oriente d’Italia, presente da tempi immemorabili e attiva nel nostro paese da oltre due secoli, grazie ai Fratelli che ci hanno preceduto i quali, sono stati in grado di tenere in vita e trasmettere fino ai nostri giorni “l’Arte del Costruire”. L’intento del presente intervento è quello di trattare alcune questioni di estrema attualità che, negli ultimi tempi, hanno distratto i fratelli del Grande Oriente d’Italia dai lavori di Loggia. Sto parlando della Giustizia Massonica, della questione del Rito Scozzese Antico ed Accettato e delle modalità di Comunicazione (sia interna che esterna). Volendo affrontare brevemente il tema della Giustizia Massonica che, in quanto vittima di equivoci più o meno consapevolmente devianti, meriterebbe un concreto approfondimento iniziatico, vale la pena ricordare che la Massoneria è un’organizzazione iniziatica costituita sotto forma associativa, i cui aderenti “intendono al perfezionamento e alla elevazione dell’Uomo e dell’Umana Famiglia”. Per essere ammessi occorre che siano di “costumi irreprensibili” e che “posseggano attitudini e volontà adeguate a comprendere il Significato e la Missione dell’Istituzione Massonica”.

Anche il Grande Oriente d’Italia, come del resto qualunque altra associazione, ha delle proprie regole interne le quali, oltre a non essere in contrasto con le Leggi dello Stato, per certi aspetti richiedono una condotta più rigorosa rispetto a quanto comunemente richiesto. Per il Libero Muratore “costituisce colpa massonica l’inosservanza dei Principi della Massoneria” inclusi alcuni valori che le dovrebbero appartenere, come ad esempio la “fraternità”, la “tolleranza”, l’“onore”, la “dignità” e la “lealtà”. Inoltre, è colpa massonica “ogni comportamento, nell’ambito della vita profana, che tradisca gli ideali dell’Istituzione”. Se per la Giustizia Massonica certi valori sono aspetti fondamentali per la vita del Libero Muratore, per la Giustizia civile potrebbero avere un carattere di “oggettiva tenuità”, non essendo “tipizzati” in un ambito normativo dettagliato come nel campo civilistico.

Pertanto, è naturale che la Magistratura, se chiamata in causa, possa essere portata a valutare in maniera differente determinati comportamenti, magari considerandoli non definibili in quanto privi di quella “specificità” normativa utile per comminare una specifica sanzione, nel caso in cui siano censurati. Del resto, certe qualità umane, non possono essere ridotte in confini necessari a stabilirne un ambito preciso di applicazione, in altre parole non sono misurabili oggettivamente. Il vero problema è quello di alcuni “iscritti” i quali oltre a non avere una visione iniziatica, non sono neppure in grado di perseguire modalità comportamentali di “buon costume”, ostinandosi a voler dare un volto profano alla Massoneria al punto tale da diffondere e ridicolizzare gli aspetti fondanti che la contraddistinguono, spesso considerati nell’ambito profano come “belle parole” prive però di una specifica rilevanza, mentre per la Massoneria sono requisiti essenziali nella vita di ciascun iniziato.

In conclusione, in un mondo nel quale si stanno perdendo certe qualità umane, chiamare in causa la Giustizia civile per vicende interne alla nostra Istituzione significa non rendersi conto di mettere in tal modo a repentaglio l’aspetto iniziatico della Massoneria creando inutili incomprensioni dettate dai differenti punti di vista.

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In merito ai rapporti tra il Grande Oriente d’Italia e il Rito Scozzese Antico ed Accettato, occorre dire che la causa del problema, emerso soltanto di recente, andrebbe ricercato oltre all’incomprensione dei Principi iniziatici anche nei fatti contingenti del momento. Per questo motivo è necessario approfondire l’argomento a partire dal punto di vista dottrinale, quest’ultimo sempre più frequentemente interpretato in maniera profana. Per evitare fraintendimenti, prima di qualsiasi considerazione, vale la pena ricordare che il Grande Oriente d’Italia, “non ponendo alcun limite alla ricerca della verità”, ha sempre cercato di portare alla luce alcune tradizioni iniziatiche che sono vicine alla Libera Muratoria, ricevendo al suo interno il considerevole patrimonio simbolico conservato negli ambienti iniziatici sorti in diverse epoche della storia, cercando di favorire la conoscenza delle molteplici espressioni tradizionali, con l’obbiettivo non di alimentare uno sterile sincretismo quanto di “riunire ciò che è sparso”. Sulla base di tali presupposti il Grande Oriente d’Italia ha sempre accolto i diversi Corpi Rituali collegati alla Massoneria e riferiti all’arte della Libera Muratoria. Considerando che alcuni Riti hanno un sistema basato su numerosi gradi, riferiti principalmente alle differenti tradizioni occidentali, è naturale che possa nascere confusione sulle fasi del processo iniziatico. Da quanto appena detto, è utile ricordare che i Tre Gradi della Massoneria Simbolica, considerati nel loro insieme, sono completi nella possibilità di fornire gli strumentiidonei e necessari per raggiungere lo scopo dell’ iniziazione massonica.

Non è un caso che ancora oggi le differenti fasi di lavorazione della pietra sono utilizzate come rappresentazione simbolica del percorso massonico nella sua interezza, quest’ultimo distinto nei tre stati della realizzazione iniziatica e corrispondenti alla naturale suddivisione delle possibilità interiori presenti nell’essere umano. A questo proposito, come recita l’art. 5 della Costituzione “Il Grande Oriente d’Italia, segue il simbolismo nell’insegnamento e l’esoterismo nell’Arte Reale; applica la distinzione della Massoneria nei tre Gradi di Apprendista, Compagno d’Arte e Maestro; insegna la leggenda del Terzo Grado”. In tale contesto si inseriscono i “Riti”, costituiti sotto forma di organizzazioni connesse alla Massoneria, nati successivamente alla primitiva Fratellanza degli “Antichi Massoni Liberi Muratori” e su questa innestati nel corso di epoche diverse e, in talunicasi, relativamente recenti.

Nell’ambito di questo “sistema” anche il Rito Scozzese Antico e Accettato può vantare una rilevante utilità, a patto che la sua funzione di integrazione di un percorso già completo, non sia oggetto di fraintendimento a causa della sua numerosa progressione di gradi, i quali vengono spesso erroneamente considerati come una ulteriore elevazione iniziatica rispetto al grado di Maestro. Tale progressione deve essere invece intesa come un’occasione di approfondimento della simbologia iniziatica trasmessa dalla libero-muratoria e sostenuta dalla “Comunione Massonica del Grande Oriente d’Italia”, fornendo in tal modo ulteriori strumenti, non strettamente necessari, per la comprensione del messaggio sinteticamente già racchiuso nella “Camera di Mezzo”.

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Passando al tema della Comunicazione, l’uomo contemporaneo si trova ad affrontare un nuovo cambiamento che sta procedendo in forte accelerazione: in un mondo sempre più connesso, dove i mezzi di comunicazione hanno tessuto una rete diffusa sull’intera superficie terrestre ed in grado di veicolare notizie in tempo reale, si è del tutto trasformato il modo in cui gli uomini si relazionano e dove le parole sono diventate uno strumento utile per aumentare la visibilità del “grande pubblico”. Del resto, saper trovare le giuste parole significa saper usare al meglio le propriepossibilità espressive, attingendo alle infinite sfumature che la lingua e la comunicazione verbale offrono, con lo scopo di sviluppare quel processo creativo chiamato “dialogo”, mezzo estremamente efficace per chi volesse aspirare alla conoscenza. Tuttavia, nell’era della comunicazione digitale, caratterizzata dalla “cultura dell’immagine”, questa ricchezza di significati si sta dissolvendo in un linguaggio piatto e anonimo che denota un considerevole impoverimento delle idee corrispondenti, a causa del rovesciamento del normale ordine delle possibilità umane e dove la componente emotiva fa da padrona. In tale contesto, le parole non solo tendono a perdere la loro bellezza formale, ma denotano la mancanza di personalità di coloro che le esprimono e che sono ormai abituati ad inseguire i propri istinti più che riflettere sugli argomenti trattati; la stessa forma lessicale ha subito una certa volgarizzazione, divenendo strumento dimanipolazione emotiva, con il solo scopo di attirare l’attenzione collettiva, tendendo ad essere usata per trasmettere messaggi aggressivi, in un gioco di provocazione verbale che alimenta il livore e la violenza. Questa grottesca distorsione della comunicazione non è solo una questione di estetismo formale.Per quanto l’offesa “postata” in via telematica e “sbandierata” pubblicamente nella vetrina della rete, essendo virtuale possa apparire senza conseguenze tangibili, non bisogna dimenticare che in diretta, nell’altro schermo, a ricevere il messaggio c’è una persona reale con una propria intimità la quale, senza possibilità di replica, non può che soggiacere all’aggressione ricevuta.

Chi sceglie di aderire ad un’istituzione iniziatica come il Grande Oriente d’Italia, non può accettare che questo genere di comunicazione, la peggiore del mondo profano, si possa essere insinuata al suo interno, invadendo la vita privata di ciascuno, attraverso messaggi diffamatori e denigratori, come avvenuto durante e dopo le elezioni per la Gran Maestranza. In poco tempo è emersa una realtà esasperata, di cui non si riesce neppure a coglierne il significato, una sorta di degenerazione alimentata da parte di alcuni “iscritti” i quali, facendo molto rumore, sono riusciti a frastornare anche coloro che sono in Massoneria esclusivamente per prendere coscienza della propria iniziazione. Non si può restare indifferenti nei confronti di alcuni “iscritti” i quali, alimentati dalla vanità individuale, hanno agito, e continuano ad agire, contro l’istituzione alla quale appartengono, diffondendo terrore e divisione al suo interno fino a sconfinare, con cupa follia, anche in ambienti profani, ridicolizzando l’istituzione con il solo scopo di trarne un proprio beneficio. Risulta sorprendente come possano aver fatto presa certi canali anonimi di disinformazione i quali, avvalendosi anche di irresponsabili e compiacenti “presunte testate giornalistiche”, lanciano in rete false notizie, discreditano l’istituzione pur di colpire a tutti i costi un avversario creato a tavolino, con il solo scopo di conquistare consenso.

Non possiamo considerare irrilevante quanto successo durante quello che doveva essere un momento di sano confronto tra fratelli, trasformato invece in una “campagna elettorale” denigratoria e violenta, innescata da parte di alcuni “iscritti”, che hanno sfogato il peggior istinto aggressivo pur di difendere le proprie ambizioni individuali.Non si può neppure semplificare la questione considerando quanto successo come una normale competizione per conquistare il vertice del Grande Oriente d’Italia, mettendo tutto e tutti sullo stesso piano. In questo modo, si rischia di cadere nel vortice dell’indifferenza e del qualunquismo, alimentando la centralità dell’ego e tradendo labellezza e lo splendore della verità. Molti sostengono che va tutto bene, altri invece che la Massoneria è arrivata al capolinea. Senza fare previsioni affrettate, in realtà non possiamo nascondere che siamo stati travolti da scenari che partono da lontano e che non si immaginava fosserocosì radicati.

Occorre evitare di nascondersi dietro un dito, parlare con chiarezza e dire che siamo arrivati al punto tale da doverci assumere le nostre responsabilità, parlando in questa Gran Loggia con sincerità, rivolgendo l’attenzione a tutti coloro che hanno compreso il valore iniziatico della Massoneria e l’universalità dell’Arte della Costruzione.Questo è ciò che deve fare chi ha il senso del dovere, chi ha rispetto di sé stesso e della Massoneria, chi ha il coraggio di guardarsi allo specchio e dare un valore concreto alla propria esistenza. Non è dato sapere come andranno le cose, ma vale la pena tentare, visto che il problema è al nostro interno e la soluzione dipende da ognuno di noi. Per invertire quindi la “rotta” ed affrontare il percorso iniziatico, lavoro esclusivamente interiore, è richiesta oggi più che mai un’attitudine attiva per contrastare non soltanto le numerose suggestioni provenienti dall’ambiente esterno ma, soprattutto, le pericolose tentazioni presenti al nostro interno. Per questo motivo è arrivato il momento di interrompere lo spettacolo proiettato verso l’esterno. Occorre smettere di usare i simboli come oggetti museali da mettere in bella mostra per soddisfare la curiosità del pubblico profano, squalificando in tal modo il valore intrinseco della Massoneria e l’essenza iniziatica dell’Arte Muratoria. Per mettere in silenzio il “chiacchiericcio di corridoio” è necessario tornare a lavorare all’interno del Tempio, a “porte chiuse”, mettendo a tacere il frastuono della mentalità profana, con lo scopo di aprire un sincero dialogo su argomenti che ci riguardano, consapevoli che la comunicazione autentica, quella simbolica, è uno strumento potente per chi desidera riscoprire il meglio di sé e dare il proprio contributo “per il bene e il progresso dell’Umanità”.

Il futuro della Massoneria, quindi, non dipenderà da quanto essa saprà adattarsi alle logiche esteriori, ma dalla sua capacità di tenere viva la sacralità dell’esistenza umana, la sola in grado di dare continuità alla “catena della tradizione”.

Sulla base di quanto appena detto è necessario che ogni massone -consapevole della sfida che l’attende- svolga il proprio dovere, lavorando su sé stesso, mettendosi continuamente alla prova in modo tale da far emergere, e in seguito correggere, i vizi nascosti dietro ciò che addirittura sembra essere il meglio di sé.Tanto più ogni massone si avvicinerà al compimento dell’opera personale, preservando intimamente l’insegnamento iniziatico, tanto più lo spirito di fratellanza potrà prevalere sugli interessi egoistici, facendo in modo che la Massoneria possa essere in grado di adempiere alla sua funzione e divenire, come riportato negli antichi doveri, “il Centro di Unione e mezzo per conciliare sincera amicizia fra persone che sarebbero rimaste perpetuamente lontane”.Per questo motivo continuiamo a lavorare all’interno dei nostri Templi, a “porte chiuse”, consapevoli che lo spirito di fratellanza è l’unico collante che ci tiene tutti “Uniti nella costruzione della Grande Opera”.

Buona navigazione verso Oriente!

Viva il Grande Oriente d’Italia.

Il Gran Maestro Aggiunto

Antonio Seminario



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